Perché operare sugli 11m non è come operare sulle bande radioamatoriali

Prima di entrare nei contenuti di questa pagina e in dettagli tecnici, vorrei fare 3 premesse:


La decisione di scrivere questa pagina è scaturita da alcune chiacchere fatte con un altro radioperatore e un messaggio ricevuto da un altro mio amico da fuori provincia e che non andrò a citare per ovvi motivi di privacy.

Sia la chiaccherata col primo amico, che il messaggio del secondo amico riguardavano lo stesso argomento.

Riporto testualmente il messaggio dal secondo amico che conteneva anche un video:

"Come mai il "Noise Reductor" del DSP del mio Icom sugli 11m non funziona, rispetto a come invece funziona sulle bande radioamatoriali? A volte sembra funzionare meno del 50%."

Non potendo nemmeno pubblicare il video sempre per motivi di privacy, ho provato a produrre qualche immagine in maniera da rendere comprensibile la spiegazione del fenomeno, tenendo conto che sono state ottenute in momenti di scarsa propagazione e che in caso di forte propagazione la situazione potrebbe essere peggiore.

Nell'immagine n.1, esattamente come per il contenuto del video, sono visibili sul waterfall alcuni aloni verticali che seguono la larghezza del canale.

Nell'immagine n.2 c'è una situazione su una fetta di banda più larga e come si può vedere la situazione con il rumore è ancora più pronunciata e il rumore "artificiale" ha un gap ben oltre i 10dB.

Come è facile capire, quell'alone è determinato dall'attività radio sul canale, ma il problema però è che se ci si mette in ascolto su quella frequenza non si sente quasi nulla, se non un po' di rumore e in sottofondo ogni tanto si distingue con un po' di immaginazione qualche voce umana.

Immagine n.1

Immagine n.2

Quel rumore non è altro che la somma di numerose emissioni da parte di molti altri operatori che essendo tutti sulla stessa frequenza e con segnali molto bassi, finiscono per creare quel rumore radio "artificiale" che si stacca dal normale rumore di fondo.

La stessa cosa accade, dove più e dove meno, su buona parte delle frequenze degli 11m, che corrispondono alla canalizzazione classica ed ai canali intermedi, quindi parliamo di frequenze che finiscono tutte per "0" e per "5" e spesso quel rumore o i brusii di decine di voci sovrapposte, arriva a superare i 6dB dal rumore di fondo.

La prima osservazione che si può fare in queste condizioni radio è che per poter effettuare un collegamento radio soddisfacente su quelle frequenze, occorre impiegare un bel po' di potenza in più rispetto a una situazione di una frequenza libera da altre emissioni.

Per fare un esempio, un rumore di 6dB rispetto al livello del rumore naturale, diventa a tutti gli effetti un ostacolo da superare aumentando la potenza in proporzione, per cui per 6dB di rumore devono corrispondere 6dB di potenza, quindi occorrerebbe un incremento di potenza almeno di 4 volte ( 20W x 4 = 80W; 200W x 4 = 800W; 300W x 4 = 1200W)

Su una frequenza priva di rumori "anomali" questo handicap non c'è, quindi oltre a poter essere ascoltati trasmettendo con minor potenza, si possono ascoltare stazioni che trasmettono anch'esse con minore potenza. 

Ribadisco che quanto sto scrivendo serve solo a descrivere con parole comprensibili, un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti e che purtroppo pochi riescono a notare, quindi non è assolutamente un invito ad usare potenze e frequenze fuori dai band plan.

La seconda osservazione è quella per il funzionamento del DSP.

Il DSP non è altro che un sistema di digitalizzazione di un segnale proveniente da un circuito di rivelazione, oppure da un segnale di una IF con circuiti SDR, affidato poi ad una processazione digitale.

Il DSP andrà a lavorare sul segnale digitalizzato con lo scopo di riconoscere il rumore e cercare di portarlo ad una soglia più bassa rispetto a quella del segnale utile, che nel caso della SSB è il risultato di un prodotto da battimento oppure una simulazione di battimento da SDR. In ogni caso il rumore classico ha caratteristiche "non ordinate", per cui il DSP riconosce il "disordine" e agisce di conseguenza.

Nel caso dei canali CB invece, quel rumore o i brusii, sono numerosi "prodotti di battimento" sovrapposti e nel caso di un circuito SDR, nella fase di processazione vengono considerati allo stesso modo di "prodotti di battimento" sovrapposti.

Questi vengono riconosciuti come generati da emissioni radio tutte sulla stessa frequenza, quindi il DSP all'atto di dover completare la processazione del segnale, ha dei problemi a riconoscerlo come rumore in quanto nella fase di analisi restano sempre molte tracce del battimento (reale o SDR), di conseguenza non è in grado di abbassare drasticamente il livello in rapporto al segnale utile.

In altre parole il DSP di molti apparati comincia a non funzionare bene per via del fatto che si trova a dover elaborare dati provenienti da una digitalizzazione di molti segnali posti tutti sulla stessa frequenza e che secondo il processore potrebbero essere "segnali utili" in quanto non completamente "disordinati".

Di fatto, se su questa banda non ci fosse l'usanza di seguire le frequenze con lo "0" e con il "5", il DSP funzionerebbe esattamente come funziona su tutte le altre bande e se a questo si aggiunge il fatto che il rumore e i brusii spesso superano i 6dB di gap e che per effettuare un collegamento soddisfacente sarebbe necessaria  più potenza, si arriva alla conclusione che è giustificato il titolo di questa pagina.

Infine non bisogna dimenticare che quei decibel di rumore, diventano di conseguenza decibel sottratti alla dinamica del ricevitore con tutti gli effetti che ne conseguono.

Ma la questione non si limita solo a questo.

Già da molti anni sono comparse sul mercato delle radio che hanno dei comandi che permettono di operare in condizioni limite come quelle dei contest sulle bande OM, quando tutte le frequenze sono occupate.

Rispettivamente i comandi più diffusi sono: IF Shift, Notch, PBT e Width.

Ma ci sono anche i filtri digitali: LP, HP, BP, ecc.

Tutti questi filtri aiutano l'operatore quando si va ad operare in una banda con molto traffico e intensa presenza di altre emissioni su frequenze adiacenti.

Nel caso delle bande radioamatoriali, le emissioni adiacenti che sono capaci di mettere in crisi l'orecchio dell'operatore, sono quelle posizionate a meno di 3KHz (alla larga) dalla frequenza su cui si opera, per questo utilizzando i filtri di cui stiamo parlando, è possibile ottenere condizioni molto meno critiche o addirittura una ricezione pulita.

Nel caso degli 11m, siccome la spaziatura fra le emissioni è minimo di 5 KHz (comunque maggiore di 3KHz), questi filtri non danno alcun giovamento alla ricezione e a parte per qualche emissione che potrebbe uscire fuori dal canale, cioè unico caso per la quale potrebbero tornare utili, per il resto potrebbero anche non esserci sulle radio, così come non ci sono sulle radio che nascono per l'uso sulla sola CB, semplicemente perchè non avrebbe senso metterceli.

In conclusione, se tanti anni fa si cercava di mettere un VFO ed andare in sintonia continua per evitare i canali intasati di emissioni posizionate sulla stessa frequenza, adesso sebbene gli apparati a sintonia continua si sprecano, l'abitudine di operare sulle frequenze con lo "0" e col "5", rende quasi inutili tutte le nuove tecnologie adottate dagli apparati moderni.

Per questo si può affermare serenamente che operare sugli 11m non è assolutamente come operare sulle bande radioamatoriali, dove non esiste la consuetudine di usare frequenze fisse e dove gli apparati sono in grado di mostrare le ottime prestazioni che le nuove tecnologie possono offrire.


Saverio IK7IWF