Propagazione
Non c'è collegamento DX che non sia influenzato dalla propagazione ionosferica, quindi una lettura strumentale di questo fenomeno naturale dovuto al sole, a volte può dare un'idea di cosa ci si possa aspettare quando andremo ad accendere la radio.
A questo scopo abbiamo pubblicato in questa pagina alcune tabelle con diversi dati significativi se si considera l'attività solare e i links che permettono di consultare gli ionogrammi rilevati dalle ionosonde sul territorio italiano in tempo reale.
Resta comunque da tenere presente che la propagazione ionosferica è spesso influenzata dalle stagioni e dalle condizioni meteorologiche, come le situazioni di inversione termica o come le grosse celle temporalesche che spesso danno luogo alla formazione dello strato E sporadico, di solito responsabile insieme ad altre forme di propagazione troposferica, della propagazione a distanze brevi ed a frequenze elevate tipo le VHF.
Per questo quindi è possibile intuire che la possibilità di effettuare dei collegamenti DX è anche legata ai capricci del meteo e che se si va alla caccia del DX particolare, bisogna sempre tenere d'occhio direttamente alla radio, qual'è la situazione delle varie frequenze.
Soprattutto i vecchi operatori sanno perfettamente che quando meno te lo aspetti arriva il collegamento DX più ricercato o più incredibile, quello che proprio non ci credi perché in quel momento non hai la potenza giusta oppure stai operando con una radio e con un'antenna poco performanti.
Perciò che tu sia CB o Radioamatore, se sei a caccia di DX, devi dare un'occhiata alle tabelle e un'orecchio alla radio.
*****BUONI DX*****
Ionogrammi e ionosonde.
Un altro strumento molto utile per vedere in tempo reale lo stato della propagazione, sono i diagrammi rilevati dalle ionosonde utilizzate dagli osservatori ionosferici.
Gli ionogrammi permettono di vedere in tempo reale le caratteristiche degli strati E, F1 ed F2 e vedere come questi si comportano per la riflessione delle onde radio in base alle varie frequenze, quindi vedere oltre che la MUF, su quali frequenze è possibile effettuare collegamenti radio in base agli angoli di incidenza sugli strati ionizzati.
Dagli ionogrammi è possibile vedere quali frequenze permettono collegamenti con un alto livello di sicurezza, senza zone d'ombra.
Per questo è utile conoscere i termini usati nelle tabelle e comprenderne il significato.
Guardando gli ionogrammi è possibile vedere che sull'asse delle ascisse è riportata la frequenza espressa in MHz, mentre sull'asse delle ordinate, sono riportati i Km di altitudine.
Su ogni ionogramma è possibile notare 2 o più curve; queste mostrano l'altezza di riflessione perpendicolare in base alle varie frequenze.
Per ottenere tali curve, la ionosonda trasmette perpendicolarmente un segnale radio con frequenza che varia da circa 1MHz a salire, andando poi a misurare il tempo che l'onda riflessa impiega a ritornare a terra nel punto di partenza, ottenendo così l'altezza dove avviene tale riflessione.
Le varie curve mostrano che l'altezza delle riflessioni perpendicolari varia al variare della frequenza, ma mostrano anche che per frequenze più basse ci sono riflessioni a quote molto più basse dovute allo strato E e salendo di frequenza, dove lo strato E viene attraversato, avvengono delle riflessioni sullo strato ionosferico F, spesso sdoppiato in F1 ed F2
f0F2 indica la frequenza massima dove sono possibili le riflessioni verticali, quindi con un angolo di incidenza di 90° rispetto allo strato ionizzato , oltre questa frequenza sono possibili riflessioni con angoli di incidenza che vanno via via diminuendo all'aumentare della frequenza.
MUF è la Massima Frequenza Utilizzabile, quindi oltre questo limite, non può essere garantita una riflessione efficacie. Questo però non significa che sia completamente impossibile effettuare collegamenti radio oltre tale frequenza.
M indica la frequenza minima dove sono possibili le riflessioni verticali sullo strato F, spesso condizionata dall'influenza dello strato E.
fxl è la frequenza oltre la quale nessuna riflessione verticale è possibile sullo strato F
f0F1 è la frequenza minima dove lo strato F1 si stacca dal F2 e riflette verticalmente.
ftEs è la frequenza massima di influenza dello strato E sporadico, dove vengono impedite le riflessioni sullo strato F
h'Es è l'altezza di riflessione dello strato E sporadico.
Nella sezione in basso dello ionogramma compare una curva di colore verde: questa rappresenta la densità di ioni in base all'altezza dal suolo.
Qui sotto sono riportati i links per accedere ai portali degli osservatori ionosferici.
Breve significato dei parametri solari:
SFI = Indice di Flusso Solare
SN = Numero macchie solari
questi 2 parametri sono correlati e l'aumento di SFI e SN, entrambi indicano un possibile aumento della concentrazione di ioni nella ionosfera
K = Indica lo stato del campo geomagnetico terrestre, più è alto e più saranno chiusi i path polari, via via fino a latidudini inferiori. Questo parametro dipende dalle perturbazioni del campo magnetico terrestre in conseguenza ai flares solari.
A = Indica l'attività geomagnetica terrestre ed è correlato all'indice K e mostra che precedentemente (24-48 ore prima) ci sono state delle perturbazioni del campo geomagnetico terrestre e siccome l'equilibrio ionosferico ha una certa inerzia, un valore alto indica una situazione ancora non favorevole per una normale ionizzazione degli strati alti.
X-Ray = Indice dei raggi X, Buona parte dei disturbi alla propagazione sono dovuti a brillamenti solari ed espulsioni di massa coronale, questi producono emissione di raggi X. Questi brillamenti a raggi X sono classificati come C (il più piccolo), M (di medie dimensioni) e X (il più grande). I brillamenti di classe C hanno poca influenza sulla propagazione, i brillamenti di classe M e X possono avere un'influenza via via negativa sulla propagazione. Più alto è il parametro X-Ray e più sarà denso lo strato D che andrà ad assorbire le emissioni radio, spesso anche a latitudini molto alte, rendendo impossibili i collegamenti ionosferici.
E' bene porre l'attenzione sul fatto che essendo la radiazione solare non uniforme alle varie latitudini, la qualità della propagazione ionosferica varia molto in base alla latitudine, portando come esempi la densità dello strato D sulle zone tropicali e all'effetto del vento solare sulle aurore boreali che portano effetti totalmente diversi per gli stessi momenti dello stesso giorno.