Impressionismo, neoimpressionismo e post-impressionismo

L’Impressionismo

l'Impressionismo, raccoglie in se artisti che interpretano la luce e il colore in modo personale e molto diversi fra loro. il pittore deve fissare sulla tela, catturando un particolare tipo di luce, trasmettendo l'idea di un momento specifico e fugace del tempo.

Concetti chiave

non accettati negli ambienti della tradizione e della cultura ufficiale, organizzano autonomamente una mostra tutta propria. Ad ospitarli, non a caso, è un fotografo, Felix Nadar, che presta loro il suo studio per l’esposizione. È il 1874 e l’evento passa alla storia come la prima mostra degli impressionisti.

L’Impressionismo 

è una corrente artistica nata a Parigi  tra il 1860 e il 1870.

Gli artisti impressionisti abbandonano il chiuso degli atelier per dipingere la realtà “dal vivo” “en plein air” (all’aria aperta). 

Grazie all’invenzione del “cavalletto da campagna” (portatile) e dei colori in tubetto, più pratici da usare negli spostamenti e più immediati, visto che non costringono l’artista a mescolare i pigmenti per formare i colori.

I soggetti e i colori

I soggetti preferiti sono i paesaggi urbani,  in generale gli ambienti  parigini, che loro vivono intensamente nelle folli notti di fine secolo.

I colori non sono più mescolati sulla tela ma vengono semplicemente accostati, dando vita a spettacolari contrapposizioni cromatiche.

La prima mostra dei pittori impressionisti si tiene a Parigi il 15 aprile 1874, presso lo studio del fotografo Felix Nadar.


Opere più note dell’impressionismo: 


Le donne dell'impressionismo

Neoimpressionismo, puntinismo e divisionismo

Georges Pierre Seurat e Paul Signac sentivano il bisogno di andare oltre l'impressionismo, diminuendo l'aspetto gestuale della pennellata e ponendo una regola alla sua base. Rifiutarono quindi l'emozione soggettiva come fonte dell'opera ritenendo invece che l'arte dovesse muoversi in parallelo con le nuove ricerche ottiche, in diretto legame con la scienza. Nacque così il Neoimpressionismo, quel particolare movimento che si propose appunto di sviluppare e superare l'Impressionismo, dando vita intorno al 1885 alla tecnica del pointillisme, cioè puntinismo. I colori, depositati puri sulla tela con la punta del pennello e sotto forma di piccoli puntini separati, vengono ricomposti e fusi dalla retina dell'occhio di chi osserva il quadro. Il luogo dove si componeva il colore non era più, dunque, la tavolozza, ma il quadro stesso. Così i soggetti raffigurati non erano più la parte fondamentale del dipinto e pian piano non venne più utilizzata la tecnica en plein air, caratteristica del gruppo impressionista.


A Seurat non piaceva il termine puntinismo; avrebbe preferito chiamare la sua tecnica "divisionismo", nome che caratterizzò esponenti italiani quali Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo, oppure "cromo-luminismo", espressione che poneva l'attenzione sui valori luministici dei colori, o ancora "Impressionismo scientifico", contrapponendolo a quello più poetico di Claude Monet e gli altri.

Signac, dopo la prematura scomparsa dell'amico Seurat, ne continuò le ricerche viaggiando e studiando molto oltre che dipingendo. Il movimento si diffuse così anche altrove, come per esempio a Milano dove, finalmente, acquisì la definizione di Divisionismo.

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