Preistoria

Per l’uomo preistorico l'arte è legata alla vita quotidiana e al mondo spirituale. 

Nella preistoria, colui che attua la pittura all’interno delle caverne è considerato una guida religiosa (uno sciamano), le immagini vengono realizzate probabilmente a scopo propiziatorio durante rituali magici per favorire il buon esito, della caccia o la nascita di figli.  Ma non è da escludere che le immagini dipinte siano una rappresentazione delle visioni degli sciamani durante uno stato di alterazione della coscienza  "trans" .

La Valcamonica

Gli Antichi Camuni furono in Europa fra i massimi produttori di incisioni rupestri, un fenomeno artistico eccezionale che oggi si rinviene su entrambe i versanti della Valle lungo quasi settanta dei novanta chilometri del suo tracciato.

Alcune località furono particolarmente frequentate per questo scopo e in esse si registrano elevatissime concentrazioni di segni. 

La più grande in assoluto occupa la porzione centrale della Valle, in una fascia altitudinale che dai 300 metri slm. si estende sino a 1400 metri slm., con qualche punta sporadica intorno ai 2000. I territori comunali di Capo di Ponte, Nadro, Cimbergo e Paspardo ne ospitano la concentrazione più ampia in assoluto.



La grotta di Chauvet

Sulle pareti della grotta di Chauvet sono dipinte e incise diverse figure di animali selvatici, tra le immagini sono riconoscibili bisonti, mammut rossi, gufi, rinoceronti, leoni, orsi, uri, cervi, cavalli, iene e renne che rappresentavano l’alimento principale dell’epoca. Si nota anche qualche immagine di lupi. Non mancano rappresentazioni di grandi felini scuri. Una famosa immagine è Leoni a caccia di bisonti che rappresenta una scena di caccia tra animali selvatici.

Gli studiosi, nel tempo, hanno tentato di decifrare la funzione delle pitture rupestri presenti nelle diverse grotte. L’ipotesi che comunemente viene condivisa è che questi ambienti avessero una funzione magico religiosa. All’interno della grotta di Chauvet oltre alle raffigurazioni gli scopritori trovarono molte ossa di animali. Secondo alcuni una roccia in particolare potrebbe essere stata usata come un altare primitivo.

Venere di Willendorf

La Venere di Willendorf è una statuetta di soli 11 cm di altezza ma è la più famosa tra le Veneri del periodo paleolitico. La Venere di  Willendorf, risale al 23.000-19.000 a.C.,  è in pietra calcarea, misura un altezza di 11 cm. Si trova a Vienna, al Naturhistorisches Museum. 

La statuetta riproduce una figura femminile stante nuda e con le braccia posate sopra i seni. Le parti del corpo che la caratterizzano sono molto evidenti per grandezza. Inoltre i tratti del viso non sono scolpiti e la testa è ricoperta da un’acconciatura o da un copricapo.

Secondo gli studiosi la statuetta come le altre simili ad essa è legata al culto della madre terra. Infatti gli attributi femminili sono esaltati e messi in mostra per evocare la fertilità della progenitrice.


I Dolmen e i Menhir

I Dolmen e i Menhir sono tra i più antichi monumenti esistenti, databili addirittura al neolitico. Nessuno sa con certezza quale fosse la loro funzione ma ciò che li rende ancora più misteriosi è il fatto che, sebbene i più famosi dolmen e menhir del mondo si trovino in Irlanda, a Stonehenge, essi siano sparsi per tutta l’Europa, specie Occidentale, ma esistono molti esemplari anche in Africa e in Asia, legando terre lontane e culture agli antipodi, con un sottile filo invisibile che si snoda e si aggroviglia per tutto il Pianeta. Il termine Menhir deriva da due parole bretoni, «men»: pietra, e «hir»: fitto o alto. Menhir vuol dunque dire «pietra alta o fitta». La parola «dolmen», invece, è più controversa e difficile da risalire. Il termine, appare per la prima volta nel VII secolo, in ambito della storiografia francese. Si tratta, anche questa volta, dell’unione di due termini bretoni: «t(d) aol» (forse imparentato con il latino tabula), tavolo e «men», pietra.