Macchiaioli

Il termine macchiaioli venne usato per la prima volta sulla Gazzetta del Popolo nel 1862.

Nel ‘500 “fare alla macchia” significava eseguire con tratto veloce e sintetico un tema, il cui esito equivaleva al primitivo abbozzo che l’artista aveva in mente.

Il movimento dei Macchiaioli nasce nel 1856, affermando che la forma non esiste, ma è creata dalla luce, come macchie di colore distinte o sovrapposte ad altre macchie di colore, perché la luce, colpendo gli oggetti, viene rinviata al nostro occhio come colore.

Il gruppo era formato di dodici giovani di diversa estrazione sociale, nati tutti tra il 1820 e il 1835 e animati da un forte sentimento patriottico, che condividevano l’idea di sovvertire le vecchie regole accademiche soffocanti la creatività dell’artista, noi ne tratteremo solo tre

  • Giovanni Fattori (1825-1908),

  • Silvestro Lega (1826-1895),

  • Telemaco Signorini (1835-1901).

I Macchiaioli si riunivano spesso presso la saletta del Caffè Michelangiolo di Firenze, si scambiavano le proprie idee, spesso al di fuori di ogni regola scolastica ed accademica. I giovani pittori provenienti dalle esperienze della guerra che gli italiani avevano combattuto per l'Unità d'Italia, avvertivano, impellente, la necessità di confrontare il loro lavoro artistico con i cambiamenti artistici in ambito europeo, soprattutto con quanto stavano facendo i pittori in Francia.

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