Alto medioevo

L'arte barbarica, (Longobarda, Carolingia) che introducono tecniche e soluzioni decorative nuove. In Italia nei secoli IX-XI segue un momento di assimilazione e sperimentazione e incominciano a delinearsi nuove tendenze, legate ai modelli classici, bizantini, e alle influenze nord-europee, ma con risultati di grande originalità e valore estetico. E' il momento in cui in tutta Europa e anche in Italia si introducono le soluzioni che porteranno allo stile Romanico.

La miniatura

Le ricche illustrazioni dei manoscritti antichi


Per miniatura s’intende la decorazione di un manoscritto in una straordinaria fusione di parole e immagini. La parola miniatura deriva dal latino miniare, che vuol dire «scrivere in rosso le lettere iniziali di una pagina»: i Romani chiamavano infatti minium il pigmento rosso-arancio usato per delineare queste iniziali. La tecnica della decorazione miniaturistica è affidata a colori ad acqua o a tempera e il supporto su cui disegnare fu inizialmente il papiro, poi la pergamena, infine la carta.

La miniatura ha avuto grande rilievo nel 9° secolo con Carlomagno: l’imperatore infatti, convinto dell’importanza della cultura sia antica sia religiosa, promosse in tutto il suo impero la costruzione di una rete capillare di monasteri, con annesso scriptorium. Nello scriptorium i monaci lavoravano con diverse specializzazioni: c’erano gli amanuensi, che trascrivevano il testo, i calligrafi, che si occupavano dei piccoli segni, e naturalmente i decoratori di iniziali e i pittori di miniature per illustrare l’opera.

La miniatura è annoverata tra le cosiddette arti minori e spesso considerata come una parente povera della pittura. Si tratta in realtà di un grande errore: prima di tutto perché in alcune culture, come quella islamica, persiana e ovviamente medievale, la miniatura ha avuto un ruolo importante nella storia dell’arte, arrivando a influenzare la pittura. In secondo luogo va considerato che i libri miniati costituivano un eccezionale mezzo di diffusione, comparabile con i giornali e la televisione, per divulgare la cultura di paesi lontani.

Gioielli e oggetti preziosi

La fine dell’Impero Romano d’Occidente portò all’inizio di una nuova parte della storia, caratterizzata dall’incontro (quasi mai pacifico), e dalla successiva unione, del mondo romano con quello barbarico.

Tutta questa serie di eventi e di sviluppi è chiaro che portò a numerosi cambiamenti e trasformazioni riguardanti la società, la politica, la religione, l’economia, e così anche trasformazioni riguardanti elementi utilizzati da una parte della popolazione, di accessori e gioielli che potessero abbellire l’aspetto di una persona, ma non solo, anche fungere da indicatori sociali, e da strumenti  utili a rappresentare e inviare messaggi (l’appartenenza ad uno schieramento politico, ad una determinata famiglia, la fedeltà a un re, a un signore, il proprio credo religioso, e così via).

L’integrazione tra mondo romano e barbarico ebbe perciò conseguenze anche per questi preziosi oggetti, il cui uso (perlomeno di quelli più preziosi e costosi) era limitato ad una piccolissima parte della società: re, mogli di re, duchi, conti, ecclesiastici dei ranghi più elevati, laici particolarmente ricchi, e via dicendo.

È proprio durante il periodo dei regni romano-barbarici che la produzione di gioielli raggiunse i suoi migliori risultati: tale successo si ebbe solo con il compromesso nato tra l’arte primitiva dei barbari e le correnti classiche e bizantine, unione che portò ad una serie di importanti e inevitabili innovazioni. Di particolare interesse, per l’area italiana, è il risultato raggiunto in questo campo dai Longobardi: questa popolazione, proveniente dalla Pannonia, si stanziò in Italia verso la fine del VI secolo d.C. (568 d.C. – anno della prima invasione longobarda in territorio italiano); essendo un popolo nomade, avevano una ricca e sofisticata tradizione nell’ambito della produzione di questi beni di lusso.


Sarcofago di Giunio Basso, 359 d.C., marmo, 141 x 243 cm, Città del Vaticano, Museo del Tesoro di San Pietro.