i fanes, alcuni disegni

Data pubblicazione: 12-dic-2011 22.03.16

http://www.questedolomiti.com/articoli/arte/illustrazioni-fanes-cristina-marsi/un racconto per immaginihttp://cristina-marsi.blogspot.com/2009/07/il-regno-dei-fanes-capitolo-i.html C'era una volta, in una valle nascosta tra i monti pallidi, un popolo noto come Fanes. Vi si erano insediati molti secoli addietro, per sfuggire ai loro nemici e per lungo tempo erano riusciti a vivere in pace, allevando greggi e coltivando orzo e frumento. Un trattato col popolo delle Marmotte. ad essi confinante, assicurava stabilità ai loro confini,ma c'era una condizione: se nella famiglia reale fossero nati due gemelli, uno di essi sarebbe stato inviato agli alleati, come pegno di fiducia, per venire educato secondo i loro usi e costumi.

Ed un giorno la regina diede alla luce due splendide bambine. Per quanto fossero gemelle, tuttavia, non avrebbero potuto essere più diverse tra loro. La prima era bionda, vivace e scintillante come il sole e fu chiamata Dolasilla. La seconda era pallida e quieta come la luna ed ad essa venne dato nome Lujanta. Il re loro padre non fu particolarmente entusiasta dell'evento, avrebbe preferito due maschi, per farne dei guerrieri, perché si trattava di un re potente ed ambizioso cui poco si confaceva la pacifica vita in quella valle remota. Il re infatti non apparteneva al popolo dei Fanes, ne aveva soltanto sposato la regina e non era a conoscenza dell'antico trattato. Se lo avesse conosciuto tuttavia, ne avrebbe riso, dal momento che disprezzava le pacifiche e sonnolente Marmotte.

Così il re, nella sua smisurata ambizione, aveva concluso, all'insaputa della regina, un simile trattato col fiero popolo delle Aquile, con le stesse condizioni... Ed una notte, mentre la regina dormiva, il re mandò un servitore sulla cima del Sass dla Porta, la più alta montagna del regno. Il servitore aveva con sè le gemelline, tutte avvolte nelle coperte, affinché non prendessero freddo sulla gelida cima spazzata dai venti. Il servo offrì le bimbe al re delle Aquile affinché questi potesse scegliere quella che più gli piaceva. Ma quando il servo tornò al castello con la piccola Dolasilla, la regina, anziché disperarsi, fu sopraffatta dalla gioia. Lujanta infatti era già stata segretamente inviata presso il popolo delle Marmotte e la creaturina che il re delle Aquile aveva preso per sé non era altri che un cucciolo di marmotta. Il trattato con le Aquile era dunque infranto ed anche le Marmotte, seppure mantenendosi fedeli alla regina, rifiutarono di avere altro a che fare con lo sleale re e si ritirarono nei loro tunnel segreti... Per il popolo dei Fanes stava per iniziare un lungo periodo di guerre e distruzione...

Il re, ancora deluso per non aver avuto un figlio maschio, ordinò che la piccola Dolasilla venisse allevata da guerriera. Ed ella crebbe ammirata per la sua bellezza e temuta per il suo valore.

Un giorno, ci fu una battaglia tra i Fanes ed i Duranni. Il principe di questi, un giovane di nome Ey de Net, aveva appena vinto allo stregone Spina de Mul il suo tesoro più prezioso, la pietra Rajeta. Quando il giovane vide la principessa alla testa dell'esercito nemico, fu così colpito dalla sua bellezza che rinunciò alla battaglia e le si sottomise, offrendole come pegno il suo scudo e la pietra.La Rajeta venne incastonata nella corona di Dolasilla ed Ey de Net, per restare sempre vicino alla bella principessa, accettò di diventarne lo scudiero. Il suo scudo infatti era così pesante che nessuno tra i Fanes era in grado di sollevarlo.

Protetti dallo stesso scudo battaglia dopo battaglia -l'ambizioso re infatti trovava un'occasione dopo l'altra per espandere i suoi confini- tra i due giovani nacque un sentimento di amore. Ma con l'amore Dolasilla cominciò a provare nausea per la lotta ed il sangue... tutto ciò che desiderava era vivere in pace col suo principe ed averne dei figli. Questo progetto tuttavia non piacque al re, che non voleva perdere il suo miglior guerriero. Con l'inganno riuscì ad allontanare Ey de Net dalla reggia inviandolo in un paese lontano per un'inutile missione.

Poi, per riconquistare Dolasilla alla sua passione per le armi il re chiese ai nani di forgiarle una nuova armatura. Questa era coperta di bianco pelo di marmotta e rendeva la principessa invulnerabile quando la indossava. Ma dal momento che per la sua creazione era stato richiesto il sacrificio di una marmotta, l'armatura possedeva una maledizione: quando il pelo si fosse tinto di rosso, Dolasilla avrebbe dovuto tenersi lontana dai campi di battaglia, altrimenti avrebbe perso la vita!

Dolasilla era triste per l'assenza di Ey de Net, ma era una figlia obbediente. Si sottomise al volere del padre e riprese il suo posto alla testa dell' esercito. Col tempo i Fanes divennero un popolo potente e temuto, ed il re riuscì ad annettersi tutti i territori confinanti... finché un giorno giunse la notizia che Spina de Mul, il quale non aveva dimenticato dove si trovava il suo tesoro, era in procinto di muover loro guerra...

Il giorno prima della battaglia Dolasilla, col cuore pieno di cattivi presagi, sedeva sulle sponde del Lago Verde. Ey de Net le mancava molto ed era stanca e scoraggiata... ancora una volta sangue innocente sarebbe stato versato.

Improvvisamente una figura emerse dalla nebbia che ricopriva il lago: era un'Anguana, l'anziana e saggia creatura, che vegliava sulle sue acque.

Dolasilla le aprì il suo cuore e la vecchia ne ebbe compassione. Confortò la principessa guerriera assicurandole che Ey de Net si trovava già sulla via del ritorno e sarebbe presto giunto nella valle montana. Volle inoltre farle un regalo: una borsa di cuoio contenente della polvere d'argento, che la giovane doveva spargere sulla superficie dell'acqua. Dolasilla fece quanto le era stato detto ed improvvisamente sulla sponda del lago spuntarono delle canne argentee. L'Anguana le ordinò di raccoglierle e di darle ai nani affinché ne ricavassero delle frecce. Con queste frecce la principessa avrebbe sconfitto il malvagio stregone.

E così fu fatto e tutto venne apprestato per l'imminente battaglia...

Il mattino del giorno fatidico Dolasilla si svegliò più allegra del solito: aveva sognato che Ey de Net era ritornato da lei e che il loro amore stava per coronarsi. Ma quando si apprestò ad indossare la sua armatura, scoperse con orrore che il pelo aveva assunto un colore rosso sangue!La principessa non aveva però altra scelta. Indossò l'armatura, la nascose sotto il mantello e si avviò verso il campo di battaglia.

Lungo la strada incontrò dodici bambini vestiti di stracci che attorniarono la cavalcatura della principessa, pregandola insistentemente affinché donasse loro qualcosa... Tanto pregarono che Dolasilla cedette e diede a ciascuno una delle sue frecce d'argento. Ma non appena un bambino riceveva una freccia, la afferrava avidamente e scompariva nel nulla... Dolasilla stava ancora meditando su questo strano evento quando la battaglia ebbe inizio.

Alla testa del suo esercito la principessa guerriera riuscì sulle prime a far indietreggiare il nemico, ma improvvisamente si alzò un vento fatato... Un soffio le sollevò il mantello e l'armatura rossa scintillò al sole offrendo un ottimo bersaglio al maligno Spina de Mul. Lo stregone scoccò le frecce magiche che i suoi servitori, tramutati in bambini erano riusciti a sottrarre alla principessa e queste ne trapassarono il tenero petto.Dolasilla cadde ed i Fanes terrorizzati si dettero alla fuga... Il re venne ucciso mentre cercava inutilmente di trovare rifugio presso le Aquile.

Troppo tardi giunse Ey de Net, la battaglia era ormai finita. Il giovane non poté far altro che seppellire il corpo dell'amata e giurare che non l'avrebbe lasciata mai più e che ne avrebbe protetto la tomba per l'eternità.Fece poi avere un messaggio alle Marmotte: era tempo che Lujanta prendesse il suo posto di sovrana di quanto rimaneva del popolo dei Fanes.Ma adesso la Rajeta era di nuovo nelle mani dello stregone e con essa i Fanes avevano perduto regno e potenza. A Lujanta non rimaneva che che guidarli al sicuro in un posto nascosto, quello che lei stessa meglio conosceva...

...Durante una notte senza luna improvvisamente ai piedi del Sass dla Porta si vide spalancarsi una profonda cavità. Vi penetrò una dolente processione di creature affrante, che poi scomparve nelle viscere del monte. Quando l'ultimo dei Fanes fu entrato, la roccia si richiuse di nuovo ermeticamente, così all'improvviso come si era aperta. Nel suo buio ma sicuro nascondiglio, Lujanta sta ancora aspettando insieme al suo popolo fino a quando non sorgerà il giorno in cui la Rajeta brillerà di nuovo sulla fronte di una principessa dei Fanes...