Data pubblicazione: 9-giu-2011 6.17.35
La trasformazione magica dell'antico minatore in nano non è il frutto isolato del mondo ladino: basta ricordare Biancaneve per capire che tale fenomeno è ben più esteso. Il corrispettivo nella mitologia greca è Efesto, il dio fabbro, brutto e zoppo; nel mondo germanico è rappresentato da Odino o Wotan, vecchio guercio, dotato di vista debole o addirittura cieco. Nella fase di cristianizzazione del mondo germanico Odino diviene il Diavolo rappresentato spesso nell'atto di gettare fiamme. Nella mitologia etrusca tale personaggio è identificato con Tagete il cui aspetto fisico è però quello di un fanciullo che presenta l'aspetto del vecchio nei suoi capelli bianchi, primo custode della saggezza e delle norme che regolano l'esistenza umana.
Certo è che il nano-minatore rimane ancorato alle zone di antica tradizione mineraria: per forza di cose l’imbocco di una miniera e le sue condotte dovevano essere di piccole dimensioni, percorribili solo da persone robuste e di bassa statura, il cui fisico era messo a dura prova da un lavoro assai faticoso
L'antico minatore è figlio del Neolitico, in cui è presente un personaggio particolare che sa plasmare e trasformare una materia inerte e anonima quale l'argilla in qualcosa di nuovo e di utile grazia alla conoscenza e al dominio del fuoco: il vasaio. Il minatore-metallurgo non solo sa trasformare una materia in un'altra grazie al fuoco, ma è anche colui che penetra e vìola il grembo sacro della Madre Terra ricavandone i tesori. I suoi poteri superano quelli dell'antico sciamano, intermediario con le forze divine senza capacità creative.
Il fabbro-minatore però turba il mondo sotterraneo e le leggi che lo regolano e deve fare in modo che la Madre terra e gli spiriti sotterranei non lo puniscano (frane, schegge di roccia negli occhi, acqua sotterranea, gas sotterranei e fuoco) Di qui l'aspetto magico-religioso e rituale: la saggezza e l'equilibrio devono dominare la sua vita e questi spesso vengono raggiunti con l'isolamento dalla gente sciocca. E' ricompensato col prestigio che lo circonda.