Intervista alla comunità del Liceo

9 ottobre 2023

Aiutare e, ancor di più chiedere aiuto, è una mossa coraggiosa e, a volte, molto faticosa.

La peer education o educazione tra pari, si contraddistingue per la sua forte orizzontalità e per la sua capacità di motivare allo studio, di puntare alla partecipazione attiva e di stimolare la relazione empatica.

BanzHack, sta provando a diffondere tale pratica, con il Liceo. La Peer Education promette di essere un valido supporto ed una consistente integrazione alla didattica in ambiente formale. Tutta la comunità del Banzi è coinvolta e, per poter accogliere la sfida in modo consapevole, il gruppo ha inteso intervistare tutti per rilevare la percezione della Peer Education nel Liceo.

La domanda, in definitiva, è: "se BanzHack crede che la Peer Education sia molto importante, per gli altri lo è? E se si, lo è a tal punto da poter avviare un processo di cambiamento a tutti i livelli, compreso quelli organizzativo e didattico?"

Sono stati coinvolti nella ricerca:

Hanno risposto 1308 (81,25%) studentesse e studenti, 94 (85,45%) docenti.

Con la progressiva permanenza nel mondo della scuola, l'esito generale della ricerca rivela il crescente interesse per la Peer Education, anche e soprattuto per il maturare dell'esperienza di vita.

La parte istruita nella popolazione studentesca, sul tema della Peer Education, è molto bassa. Sarebbe pertanto opportuno avviare azioni informative sulla pratica di Peer Education.

 Anche tra i docenti avrebbe senso un percorso formativo sulle possibilità di integrazione della didattica con la Peer Education, per raggiungere numerosi obiettivi, connessi anche con l'individualizzazione degli ambienti di insegnamento-apprendimento. 

Anche nella dimensione informale, la Peer Education trova sempre più spazio in occasioni di scambio che diventano sempre più frequenti con l'avanzare delle esperienze nel campo dell'istruzione.

L'opinione della parte docente circa l'utilità della Peer Education come proficua metodologia didattica, trova riscontro nella sua quasi totalità. Anche la componente studentesca esprime una simile istanza, anche se una consistente parte esprime un comprensibile giudizio di astensione, in quanto non esperta in materia.

Il dato esperenziale riporta ad una forma di apprendimento, quella tra pari, che fa comunque parte della vita degli intervistati, anche se ancora giovani. La mediazione, la condivisione, la partecipazione tra pari, se opportunamente strutturata si presenta come una possibilità, senza ombra di dubbio, da non trascurare.

L'efficacia e la traccia del passaggio nella vita degli intervistati della condivisione tra pari delle conoscenze e delle competenze, dimostra di aver lasciato un segno indelebile.

L'ultima richiesta restituisce un dato con un orientamento unanime espresso da entrambe le componenti. Gli spazi, opportunamente organizzati all'interno della scuola, dovrebbero offrire maggiori disponibilità per il lavoro in piccoli gruppi.

Seppur originate da punti di vista differenti, le mire della componente studentesca e quelle dei docenti, convergono verso una visione comune. Probabilmente con un corredo di motivazioni differente, ma con l'espressione di un bisogno che non può essere ignorato.

Quest'ultima informazione trova una certa eco, specialmente in questo momento di trasformazione degli ambienti tradizionali in ambienti innovativi, finanziati dalla Comunità Europea attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Scuola 4.0.