Incubo Azzurro

di: Nicola D'Amora IV M e Salvatore Maresca IV G

Il nostro primo ricordo della nazionale italiana, risale al mondiale del 2014 giocato in Brasile, il cui fuso orario ci costringeva a guardare le partite a tarda sera. Ricordiamo con gioia (ma anche malinconia, purtroppo) i due bei gol di Claudio Marchisio e Mario Balotelli, che ci fecero provare le prime emozioni per la maglia azzurra.

Furono realizzati proprio contro quell'Inghilterra che quest'estate abbiamo battuto ai rigori a Wembley. Quei rigori che ci hanno portato a festeggiare nelle strade delle nostre bellissime città, con la vittoria del primo campionato Europeo. È stato un evento straordinario per noi adolescenti che, del primo successo, quello del 1968, abbiamo visto le immagini solo su Youtube. All’epoca, infatti, noi non solo non eravamo nei programmi dei nostri genitori, ma forse mamma e papà non si erano ancora conosciuti.

E ora? E ora ci viene da dire, dopo aver visto impalliditi il play off di Palermo “Ah maledetta Macedonia, non la mangeremo per un bel po’, almeno fino alle prossime qualificazioni per il Mondiale”.

Disorientati e con immagini contrastanti negli occhi, ci chiediamo: “Come è possibile che i campioni d'Europa non riescano a qualificarsi ai mondiali perdendo contro una squadra così modesta come la Macedonia? L’Europeo è stato solo un colpo di fortuna? Saltare due mondiali consecutivi, se non è una tragedia sportiva, poco ci manca. Il problema (eh sì, a questo punto diventa un problema), è che, nel mezzo, siamo diventati anche i più forti del nostro continente.

È stato davvero difficile ritrovarsi sui nostri divani di casa pensando che 8 mesi fa eravamo sul tetto d'Europa, mentre ora vorremmo scomparire.

Il primo giugno torneremo a Wembley per disputare la "Finalissima", in memoria di Maradona, contro l'Argentina campione d'America, ma alla fine finalissima di cosa? riusciremo a ritornare alla vetta d’Europa?

La nazionale ci ha regalato emozioni indimenticabili. Ci ha fatto vivere le notti magiche e riscoprire quel brano, cantato da Eduardo Bennato e Gianna Nannini, realizzato 22 anni fa per Italia ’90. Indimenticabile, però, sarà anche questa doppia figuraccia mondiale

Negli ultimi anni il calcio italiano in generale sta vivendo una crisi piuttosto profonda, nonostante sia il terzo campionato più importante d’Europa. Una crisi sancita da un campionato mediocre che produce club impreparati alle competizioni continentali.

Una crisi dalla quale si potrà uscire soltanto attraverso l’ennesima rifondazione del calcio italiano ma stavolta a fatti, non parole. Una rifondazione che, almeno, imponga una presenza minima, per ogni club, di giocatori italiani da schierare sempre in campo. Solo così i nostri giovani talenti non solo avranno una possibilità di mettersi in mostra ma anche di crescere all’ombra di qualche campione che, negli ultimi anni, è sbarcato in Italia come Cristiano Ronaldo, Lukaku, Hakimi e Ibra.