di Simona Nappi V D
Tutti nell’ultima settimana hanno raccontato o sentito parlare del gesto di Will Smith nei confronti di Chris Rock.
Si è immediatamente alzato un polverone mediatico e il popolo del web è stato subito pronto a fare quello che gli viene meglio: giudicare.
Ma in tutto ciò, dov’è Jada Koren Pinkett?
La moglie, scherzata in mondovisione dal comico americano per la lunghezza dei suoi capelli, non ha lasciato dichiarazioni perché tutti sembrano troppo occupati ad analizzare o giustificare il gesto dell’attore.
Eppure una un'attrice, una cantante, un’imprenditrice statunitense, una donna che nella vita ha lottato, contro la malattia e la società, poteva difendersi da sola?
Dopo anni di lotta per la parità dei sessi, per l’emancipazione femminile, è ancora giusto parlare di un uomo, che agisce con violenza nei confronti di un altro uomo, per difendere la propria donna?
Le scuse di Will che, dopo aver vinto l’Oscar, recita tra le lacrime dicendo che “L'amore fa fare cose folli” sembrano le battute di un copione improvvisato per giustificare l’ingiustificabile.
Una donna può difendersi da sola senza che un uomo la faccia sfigurare con un gesto violento per dimostrare l’amore che prova.
Con il suo silenzio, Jada Koren Pinkett, non l'alopecica moglie di Will Smith, è passata da attrice pluripremiata a donna della quale bisogna difendere il decoro, anche contro il suo volere.
Dai, Will, potevi fare di più! O meglio, potevi fare di meno.
Dal padre amorevole de "La Strada della felicità" al donatore coraggioso di "Sette Anime", dall'eroe di "Io sono leggenda" al mitico "Mohammed Ali", Will, hai interpretato con successo chiunque ma stavolta sei stato un bullo, un guappo, o, per citare un tuo film un "Bad boy" ed hai dimenticato che la vita vera non è sempre, anzi, quasi mai, un film