Don Tonino Palmese: "La memoria sia ponte 

e non muro"

dalla redazione

Don Tonino Palmese, invece, inizia il suo intervento stravolgendo il titolo di un romanzo. “Più che va dove ti porta il cuore, bisognerebbe dire porta il cuore dove vai, perché il cuore ti può condurre anche su strade sbagliate”.

Il parroco anticamorra, poi, si sofferma sulla forza della memoria. “I giovani oggi dimenticano presto, perché tutto è veloce ma la memoria è importante ma anche pericolosa. Conosco molti familiari delle vittime della mafia per i quali la memoria dei loro cari è diventata un muro. I muri portano all’isolamento, all’odio e, paradossalmente, ci rendono simili, per disumanità, agli esecutori dei delitti.

La memoria – aggiunge – deve diventare ponte, il che, però, non significa perdonare”

La memoria ponte è anche un potente strumento di contrasto alle mafie. “Peppino Impastato era nato in un contesto mafioso, con familiari criminali, in una città illegale. Quando lo uccisero, i suoi assassini lo ritennero un nulla mischiato col niente. Invece quel giovane, con il suo sacrificio, è diventato un simbolo di legalità ed un’icona dell’antimafia, forse anche più eclatante del grande statista Aldo Moro”.