"Io italiano ma ho radici ucraine che difenderei con le armi!"
"Io italiano ma ho radici ucraine che difenderei con le armi!"
di: Christian Donnarumma III D
Se fossi lì, anche io imbraccerei un fucile”
Andrej (nome di fantasia) ha 17 anni. Frequenta la classe terza del nostro istituto.
Andrej soffre, soffre perché vede i suoi genitori ucraini soffrire.
Soffre perché non può essere al fronte a dare aiuto a tanti altri ragazzi della sua età che lottano per la libertà e per difendere la propria patria.
” Non mollate – esclama, pensando ai partigiani ucraini - ricordatevi che, dopo la guerra, ci sarà un futuro migliore ad aspettarvi”.
Quella patria, Andrej, nato a Castellammare da genitori ucraini, sente comunque sua:” Sono dispiaciuto per quello che sta accadendo ai miei compaesani, sono atrocità che non augurerei a nessuno”.
Nella classe di Andrej c’è Juri (nome di fantasia) che in Italia non è nato, ma ci è arrivato poiché adottato. Le sui origini sono Russe ma le sue radici e la guerra non hanno alterato il legame fra compagni di scuola: “Non ho mai avuto litigi o discussioni con Juri – racconta Andrej - ma solo pacifici scambi di opinione”.
Andrej vive con apprensione ogni giorno di questa inutile e sanguinosa guerra, e ogni tanto riesce a tenersi in contatto con i suoi parenti che, invece, vivono in un clima di tensione e ansia: “Cerco di sentire quanto più possibile i miei parenti e di stargli il più vicino possibile”.
Andrej sa che le tensioni fra i due popoli hanno origini lontane, dal conflitto per la Crimea del 2014, e temeva che qualcosa, prima o poi, sarebbe accaduto.
Lo studente confida che si possa arrivare alla pace perché, questa guerra, come non è giusta per gli ucraini invasi, non è nemmeno giusta per tanti russi che, in patria, la ritengono inutile. “Vorrei – dice - che non ci sia più questo accanimento del mondo verso quella parte della Russia che vuole la pace”.
Quello di Andrej è un appello accorato al cessate il fuoco.” Mettete giù le armi e confrontatevi intorno ad un tavolo”.