9 maggio, 

la nostra agenda rossa

di Francesco Paolo Di Capua

Don Tonino Palmese e Federico Cafiero de Raho salgono in cattedra per ricordare le vittime innocenti di mafia e terrorismo. Il parroco anticamorra, presidente della fondazione Polis, e l’ex procuratore nazionale antimafia sono stati i relatori prima all’Iti “R. Elia” e poi al liceo “F.Severi” di Castellammare, in occasione di un evento al quale ha partecipato anche il liceo classico “Virgilio” di Meta.

L’incontro è iniziato nell’aula magna dell’istituto tecnico ed è proseguito in quella dello scientifico. L’iniziativa, secondo le dirigenti Giordano, Cavaliere e Arpino, deve essere considerata come un passaggio nella formazione dei cittadini del domani che, necessariamente, deve anche ricordare eventi atroci che hanno caratterizzato gli ultimi 30 anni del nostro paese. Nel 1992, infatti, l’ala stragista di Cosa nostra, si mostrò in tutta la sua ferocia con le esplosioni di Capaci e di via D’Amelio.

“Don Tonino Palmese e Cafiero De Raho sono le espressioni della chiesa di frontiera e dello Stato in trincea contro le mafie”, dice il professore dell’ITI Tobia Cafiero, coordinatore dell’evento. “I giudici Falcone e Borsellino, per i nativi digitali, - aggiunge - sono diventati le icone del sacrificio estremo per difendere la legalità. Non sono solo questo, loro hanno trasformato la coscienza civica smascherando l’anima più pericolosa della criminalità”. 

Icone alle quali sono associate anche oggetti-simbolo, come la riproduzione dell’agendina rossa di Paolo Borsellino che ha segnato un ideale passaggio di consegne tra una scuola all’altra. 

L’idea, particolarmente apprezzata da Salvatore, fratello del giudice assassinato a Palermo, è l’immagine più rappresentativa di una data, il 9 maggio, peraltro giornata dell’Unione europea, in cui si ricordano anche le morti di Peppino Impastato e di Aldo Moro: due vite spezzate dalla violenza ma rese immortali da un impegno di giustizia che vince il tempo e attraversa le generazioni.

I due ospiti sono stati omaggiati con due targhe consegnate dal prof De Prisco, realizzate in pietra lavica da Madema e disegnate da alcuni studenti dell'ITI.