di: Giuseppe Staiano III C
Il volontariato ed i giovani fanno rinascere il rivo Marna e, così, Sant'Antonio abate può riappropriarsi di un'oasi, ormai, dimenticata.
Dopo due anni di lavori, l'associazione "Vivi...amo il Marna", grazie alla sinergia con il consorzio di bonifica, la Gori e l'amministrazione comunale, ha ripulito uno degli affluenti del fiume Sarno diventato una sorta di discarica a cielo aperto. La riqualifica del rivo più importante della città è l'esempio di una virtuosa connessione in rete di terzo settore ed enti animata dall'attivismo di alcuni giovani.
Il canale, lungo 4 km, presenta acque limpide per un ampio tratto del suo percorso verso il Sarno fino a quando, in località Molinelle nei pressi di Scafati, non riceve le acque fognarie contenute dal rivo artificiale San Tommaso con il quale si incrocia.
Nei pressi degli argini del Marna, però, la situazione non era così cristallina. L'incuria e l'inciviltà avevano mortificato la gradevolezza del paesaggio con l'abbandono (e talvolta l'incendio) di ogni genere di rifiuto causando anche, la pericolosa conseguenza del rilascio di sostanze tossiche nell'ambiente.
"Avremmo potuto terminare - fanno sapere dall'associazione "Vivi...amo il Marna - molto tempo prima se non ci fosse stata una lunga interruzione determinata dal lockdown". La pandemia, tuttavia, non ha isolato le energie ed il senso civico dei volontari, anzi, li ha resi più forti, tanto da produrre un'accelerata sul cronoprogramma delle operazioni di pulizia.
"E' stato necessario - aggiungono - chiedere al Comune il permesso di chiudere tutti varchi con sbarre e dare la possibiltà di accesso solo a chi era consentito. Noi abbiamo fatto la nostra parte raccogliendo i rifiuti in sacchi che l'amministrazione ha provveduto a ritirare".
Con il rivo Marna, i cittadini abatesi possono godere di una nuova area verde, immersa nella natura, ideale, soprattutto nella bella stagione per attività ricreative e come area di riparo dal caldo afoso per chi, come molti anziani, resterà in città.
"Tanti - dichiarano - sono i progetti messi in cantiere dal volontariato abatese in sinergia con il Comune ed altri enti come, ad esempio, il Cnsbii, cioè l'istituzione del corpo civico delle sentinelle dei bacini idrografici".