Nicholas Green

1 Ottobre 1994, Messina. 7 anni

Nicholas è un bambino californiano venuto in Italia per la prima volta con la sua famiglia a trascorrere le vacanze. Il padre, Reginald è un giornalista inglese trasferitosi in America e la madre, Maggie, gestisce un’agenzia di stampa che si occupa di economia e finanza.

La famiglia Green noleggia a Roma una Y10 per visitare il Sud Italia.

Il 29 settembre, dopo aver ammirato Paestum, in provincia di Salerno, papà Reginald si immette sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria per raggiungere Palermo. La strada è lunga e, dopo essersi fermati in un’area di sosta nei pressi di Pizzo Calabro, l’auto riparte intorno alle 22.00 e Nicholas e la sorellina più piccola, Eleanor, si addormentano sui sedili posteriori. Qualche decina di chilometri più avanti, la Y10 viene seguita da una Fiat Uno con a bordo malviventi con i passamontagna.

L’auto dei Green viene accidentalmente scambiata per quella di un gioielliere. I ladri tentano dapprima di speronarla, poi aprono il fuoco. Un colpo di pistola frantuma il vetro posteriore colpendo Nicholas alla testa. Reginald Green non demorde e accelera, sviando la Fiat Uno e poi chiede aiuto ad alcuni automobilisti per raggiungere l’ospedale più vicino. Il bambino viene portato a Polistena dove i medici, costatando la gravità della situazione, ne stabiliscono l’immediato trasferimento al Policlinico di Messina.

Nicholas è in coma profondo perché la pallottola che gli ha attraversato il cervello si è frantumata provocando la morte cerebrale del bambino. A mezzogiorno dell’1 Ottobre 1994, i medici comunicano ai genitori che Nicholas è clinicamente morto allora Reginald e Maggie decidono di donare gli organi del piccolo affinché il loro figlio possa vivere ancora. Ne beneficiano sette italiani, di cui quattro adolescenti e un adulto, mentre altre due persone riacquistano la vista grazie al trapianto delle cornee.

L'evento suscita molto scalpore perché la donazione degli organi in Italia non è ancora prassi comune in Italia e questo gesto contribuisce a far aumentare gli episodi di donazione d'organi in tutto il Paese. I genitori di Nicholas, in seguito alla tragica perdita del figlio, sono diventati attivi sostenitori della donazione degli organi, promuovendo numerose iniziative.

In seguito a tale gesto, i Green ricevono la medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione:

"Cittadini statunitensi, in Italia per una vacanza, con generoso slancio ed altissimo senso di solidarietà disponevano che gli organi del proprio figliolo, vittima di un barbaro agguato sull'autostrada Salerno - Reggio Calabria, venissero donati a giovani italiani in attesa di trapianto. Nobile esempio di umanità, di amore e di grande civiltà. Messina, 1º ottobre 1994."

Chi sono i colpevoli?

Per il delitto di Nicholas sono indagati Francesco Mesiano, 22 anni e Michele Iannello 27 anni, entrambi originari di Mileto (VV).

Nel 1998 la corte d'assise d'appello di Catanzaro condanna Mesiano a 20 anni di reclusione e Iannello, in qualità di autore materiale dell'omicidio, all'ergastolo, sentenza poi confermata in Cassazione.

I due si sono dichiarati sempre innocenti.

Iannello, ex affiliato alla 'Ndrangheta, decide in seguito di collaborare con la giustizia confessando vari delitti ma professandosi sempre innocente riguardo al delitto del bambino americano, chiedendo la revisione del processo ed accusando suo fratello dell'omicidio.

Lo stesso Jannello confessa: «vero, ho commesso omicidi ma li ho confessati tutti e sono stati delitti di mafia, scontati con il carcere, fatti per non essere a mia volta ucciso, perché nelle faide funziona così: o uccidi per primo o sei tu a morire».

Un'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia in base a tali dichiarazioni ha portato tuttavia all'archiviazione del caso.

Qualche anno fa Iannello però ha fatto la sua valigia ed è uscito dal carcere. L’ha disposto il giudice di Sorveglianza di Torino ritenendolo meritevole di scontare il resto dei suoi giorni ai «domiciliari». Cioè, un ergastolo fra le mura di casa.

Possibile? «Ha collaborato con la giustizia in modo pieno e attendibile», scrive il Tribunale di Sorveglianza di Torino riconoscendo tuttavia l’«importante criticità» del caso Iannello.

Pagine sorprendenti, nelle quali il pentito abbraccia Reginald e Maggie Green, i genitori di Nicholas: «Mi stringo al loro cuore, capendo ora da padre quanto dolore possano avere. Ogni giorno Nicholas è nei miei pensieri». Infine, il colpo a effetto: «Alla mia morte, se qualcosa del mio corpo sarà ancora buona, donerò gli organi per salvare la vita a qualche persona, almeno sarò utile a qualcuno».

Dalla vicenda fu tratto un film per la televisione dal nome “Il dono di Nicholas”, con Jamie Lee Curtis ed Alan Bates.