Antonino Pecoraro

26 ottobre 1959, Godrano (PA). 10 anni

Antonino Pecoraro aveva soltanto 10 anni quando venne ucciso nel corso di una selvaggia sparatoria a Godrano, in provincia di Palermo. Il 26 Ottobre del 1959 in una casa di Corso Vittorio Emanuele i killer, i fratelli Francesco e Salvatore Maggio, si erano nascosti travestiti da carabinieri nella casa disabitata di Agostino Barbaccia, vicino della famiglia Pecoraro.

"La strage di Godrano” è il risultato di una guerra tra famiglie mafiose, i Lorello e i Barbaccia che va avanti dagli anni ‘20. I falsi carabinieri, armati di fucili e pistole, fecero irruzione a casa di Francesco Pecoraro, di 54 cominciando a sparare violentemente.

Nell’agguato rimangono gravemente feriti lo stesso Francesco Pecoraro (che subirà l’amputazione della mano sinistra) suo figlio Antonio di 10 anni, colpito al torace e ridotto in fin di vita e un amico di famiglia che in quel momento si trovava nell’abitazione, Demetrio Pecorino di 35 anni. Terminata la sparatoria, i delinquenti si sono dati alla fuga per trovare scampo nelle campagne. Nel momento in cui stavano per superare le ultime case del paese, si imbatterono nel giovane Vincenzo Pecoraro di 19 anni, altro figlio di Francesco, che stava rientrando dai campi. I banditi non ebbero un attimo di esitazione e, per paura di essere identificati dal ragazzo, lo uccisero.

I tre feriti, a qualche ora di distanza dalla strage, vennero trasportati all’ospedale di Palermo a bordo di un’auto, accompagnati dalla signora Francesca Barbaccia, moglie di Angelo Francesco Pecoraro. Antonino, gravemente ferito al torace, muore.

La povera donna, inizialmente omertosa davanti alle domande degli inquirenti, per disperazione è esplosa facendo i nomi di Salvatore e Francesco Maggio, Francesco Miceli e Paolo Barbaccia che i giudici condannano all’ergastolo.

Fino al 26 ottobre del 1959 c’erano stati 60 delitti compiuti a Godrano in meno di mezzo secolo. Di questi, ben 40 da ricollegare alla lotta tra i Lorello e i Barbaccia. Alla base della tremenda guerra tra le famiglie c’era la disputa del predominio sui ricchi pascoli del Bosco della Ficuzza che ha condotto alla morte di un’altra giovane vittima, Antonino.

per approfondire

vittimamafia.it