Graziella Campagna

12 Dicembre 1985, Villafranca Tirrena (Me). 17 anni

Graziella nasce in una famiglia numerosa a Saponara, un piccolo centro in provincia di Messina. A 17 anni abbandona gli studi per lavorare come stiratrice presso una lavanderia di Villafranca Tirrena, un paese vicino. La sua giovane vita è scandita dal lavoro: di mattina prende il bus di andata per raggiungere la lavanderia “Regina” e, dopo il lavoro, torna a casa con il bus di ritorno per Saponara dove ad aspettarla alla fermata c’è la madre.

Il 9 dicembre 1985 trova dei fogli, tra cui un documento di identità, nella tasca di una camicia di proprietà di un certo "Ingegner Cannata”, un cliente accompagnato dal suo amico geometra Gianni Lombardo.

Il documento rivela che il suo vero nome è Gerlando Alberti junior, nipote latitante del boss Gerlando Alberti, della famiglia di Porta Nuova di Palermo. Egli è latitante da tre anni e il geometra Lombardo è, in realtà, il suo guardaspalle Giovanni Sutera, ritenuto uno dei più feroci killer di Cosa Nostra. La collega Angela della lavanderia le strappa i fogli di mano, Graziella deve aver scoperto qualcosa in più fra quei fogli e per tale ragione deve essere eliminata.

Il 12 dicembre del 1985, sono da poco trascorse le 20.00 e Graziella, finito di lavorare, si reca alla fermata ma la corriera parte senza di lei. La madre sapendo che la figlia è una persona puntuale, si preoccupa e manda il padre e uno dei fratelli a Villafranca per cercarla. Il proprietario della lavanderia arriva a conclusioni affrettate dicendo ai familiari che si tratta di una “fuitina” perché Graziella sarebbe andata via con un ragazzo. I testimoni oculari affermano che Graziella quella sera Graziella salì su un’auto sconosciuta molto tranquillamente, quindi con qualcuno di sua conoscenza e di cui si fidava, cosa che parve molto strana ai familiari. Il maresciallo del paese concorda con l’idea della fuitina e il fratello Piero, che fa il carabiniere a Reggio Calabria, viene informato della scomparsa della sorella solo due giorni dopo.

Quando Piero arriva a Saponara, si fa prestare una moto da cross per setacciare le zone di montagna. Una mattina arriva presso un ritrovo di cacciatori ai piedi della montagna dove c’è anche una caserma della Forestale. Mentre parla con alcuni agenti, arriva un uomo a bordo di una BMW molto agitato che afferma di aver trovato il corpo di una ragazza verso la collina, a ridosso del Forte Campone.

Piero sale sul furgoncino con i forestali e dopo aver percorso una strada sterrata lunga 8 km, trova il corpo esanime della sorella. Graziella è stata freddata con cinque colpi di lupara calibro 12. L’hanno colpita in testa e in diverse parti del corpo. Tra errori giudiziari, falsi colonnelli e depistaggi si arriva ad un rinvio a giudizio per Gerlando Alberti junior e Giovanni Sutera ma il processo non inizia per “vizio di forma”. Il PM chiede allora il proscioglimento degli imputati e il Procuratore generale chiude il caso. È il 18 Aprile 1990.

Solo nel 1996 i pentiti cominceranno a raccontare che Messina è una provincia in cui Mafia e ‘Ndrangheta collaborano insieme a massoneria, università e forze dell’ordine corrotte.

Per giungere ad una sentenza definitiva per l’omicidio di Graziella occorre aspettare fino al 18 Marzo 2009, quando viene dato l’ergastolo a Gerlando Alberti junior e Giovanni Sutera. Reato di favoreggiamento anche per la titolare della lavanderia, Franca Federico, e la cognata Angela Cannisatrà, la collega che aveva strappato i fogli a Graziella.