1.1 la biro

La punta della penna a sfera è realizzata normalmente in ottone, in alpacca (è una famiglia di leghe rame-zinco-nichel), in plastica o in acciaio inossidabile. 

All'interno della punta vi è una cavità che contiene un inchiostro viscoso che viene distribuito sulla carta grazie al rotolamento di una piccola sfera metallica (del diametro compreso tra 0.38 e 1.6 millimetri) posta all'estremità della punta.

La storia dell'invenzione della penna Bic   

Siamo talmente abituati a utilizzarle come oggetto quotidiano che è come se fossero da sempre con noi. E invece solo nel 2015 sono stati festeggiati i 70 anni dalla loro invenzione e benché la penna Bic, o penna a sfera, sia senza dubbio il più venduto strumento di scrittura al mondo (oltre 100 miliardi di pezzi dal primo esemplare) in pochi ne conoscono la storia e il modo in cui è stata inventata. Eppure, esattamente come per altri prodotti di uso quotidiano come i fermagli, i Post-it e la colla stick, anche l’invenzione della penna Bic è avvenuta quasi per caso, e si deve a Lásló József Bíró, un giornalista argentino-ungherese a cui si deve il nome comune di questo diffusissimo strumento di scrittura.


Bíró ebbe infatti la prima intuizione della penna a sfera osservando un gruppo di ragazzini che giocavano a biglie in una pozzanghera: trascinando le biglie fuori dal fango, esse lasciavano comunque per strada una striscia uniforme, e su quell’intuizione sviluppò il primo prototipo di penna biro. Poi però Bíró non aveva i fondi per industrializzare la sua invenzione, e cedette i diritti a Marcel Bich, un barone francese di origine italiana che perfezionò il progetto e nel 1950, a 5 anni dalla creazione dell’azienda Bic, immise sul mercato la prima penna Bic Crystal.


Perché Bic e non Bich come il nome del barone francese? Perché sul mercato anglosassone quella h finale avrebbe potuto indurre una pronuncia sbagliata del nome, troppo simile al termine volgare inglese bitch che significa sgualdrina. Nel 2004, a dieci anni dalla morte, il comune di Torino ha posto una targa commemorativa sul muro della casa di Corso Re Umberto 60 in cui Marcel Bich nacque.


Curiosità: Sì, tutti ci siamo chiesti almeno una volta come mai il tappino delle penne Bic abbiano un forellino. La risposta è semplice e illuminante: come chiarisce anche l’azienda, il foro è stato pensato per evitare il soffocamento di chi mai dovesse ingoiare inavvertitamente il tappo!



Biografia Marcel Bich.

Originario di Châtillon (Valle d'Aosta), da una famiglia della Valtournenche dove il cognome Bich è ancora oggi largamente diffuso, Marcel Bich era figlio di Aimé-Mario (20 dicembre 1882 - 1955) e di Marie Muffat de Saint-Amour de Chanaz (17 gennaio 1886 - 1967). Il titolo di barone fu conferito al suo bisnonno Emmanuel Bich, sindaco di Aosta, il 13 luglio 1841 da Carlo Alberto di Savoia. A seguito di esperienze industriali deludenti in Italia, suo padre emigrò in Francia. Marcel Bich venne naturalizzato francese insieme ai suoi genitori e fratelli il 2 agosto 1930[1].


Laureatosi in Legge alla Sorbona, divenne famoso dopo la seconda guerra mondiale per aver modificato e diffuso la penna a sfera, comprandone il brevetto dal suo inventore, László József Bíró. La produsse con tecnologia automatizzata di alta precisione e la diffuse in tutto il mondo col nome Bic (il suo cognome senza l'acca finale). Fu uno dei primi grandi industriali francesi e la sua capacità imprenditoriale spaziò dalla penna a sfera ad accendini, rasoi, calze e collant, windsurf e barche a vela. Disputò anche la Coppa America con la sua barca "France".


Nel 2004, a dieci anni dalla sua morte, il Comune di Torino ha collocato una targa sul muro della casa di corso Re Umberto 60 in cui Marcel Bich nacque.