3.Indice di massa corporea

massa corporea 

Quantità totale di materia che costituisce il corpo umano, detta impropriamente peso corporeo. 

La massa corporea totale può considerarsi schematicamente suddivisa in due compartimenti: 

la massa grassa (densità 0,9 g/ml) e la massa magra (densità 1,1 g/ml). 

Quest’ultima è la risultante della sottrazione della massa grassa dalla massa corporea totale ed è costituita dallo scheletro, dai muscoli e dai tessuti magri. 

In un individuo adulto sano la massa magra rappresenta circa l’85% del peso corporeo totale, mentre il 15% circa (approssimativamente 10÷11 kg in un soggetto di 70 kg) è costituito dalla massa grassa. 

Di norma, i rapporti tra massa magra e massa grassa e la stabilità della massa corporea totale sono garantiti dall’equilibrio tra l’assunzione di nutrienti e la spesa energetica sostenuta dall’organismo. 

Indice di massa corporea

indice di valutazione dello stato ponderale, espresso dal rapporto tra peso e quadrato dell’altezza (kg/m2); è detto anche IMC, o BMI (Body Mass Index). Sono considerati nella norma valori compresi tra 20 e 25; valori inferiori a 20 indicano uno stato di magrezza, quelli tra 26 e 29 sono segno di sovrappeso, tra 30 e 39,9 di obesità e maggiori di 40 di grande obesità.

Il BMI nei bambini e nei ragazzi

Il Body Mass Index (BMI) - italianizzato con la sigla IMC (Indice di Massa Corporea) -   si ottiene dividendo il peso corporeo (espresso in kg) per l'altezza (in metri) elevata al quadrato. Con un semplice calcolo si ottiene così un valore, espresso in kg/m2, che si correla molto bene con la massa grassa del soggetto; in generale, tanto più alto è questo numero corrispondente appunto al BMI, e tanto maggiori sono i depositi lipidici. In ultima analisi, la valutazione del grado di adiposità si ottiene confrontando tale dato con i valori medi della popolazione.

Dal momento che nell'infanzia e nell'adolescenza il BMI si caratterizza per una notevole variabilità, legata soprattutto al sesso e all'età, è opportuno prendere come riferimento - piuttosto che un valore assoluto come si fa normalmente con gli adulti - le tabelle dei percentili.

Nella creazione di questi grafici, i limiti di normalità sono ottenuti dividendo il range dei dati raccolti in 100 parti, chiamate percentili. 

Questa divisione è operata in modo tale che una data proporzione dei bambini campione si trovi sopra e sotto misure particolari in età particolari.

Il 50° percentile rappresenta, per esempio, il valore medio di BMI, mentre un'altra curva (corrispondente ad esempio al 30° percentile) ci informa che una certa percentuale di bambini presenta valori inferiori (in questo caso il 30%) ed un'altrettanto determinata parte (in questo caso il 70%) presenta valori superiori. 

Potremmo quindi paragonare i percentili di crescita a dei binari di normalità.

I percentili del BMI nell'infanzia e nell'adolescenza disponibili in letteratura sono riferiti a popolazione differenti, perché tale parametro può influenzare in maniera non trascurabile i range di normalità; in Italia, per esempio, sono molto utilizzate le tabelle BMI di Cacciari e coll. , che tengono conto delle notevoli variazioni tra le diverse aree geografiche Italiane, proponendo valori standard diversi.

A livello internazionale, invece, si utilizzano i percentili proposti da Cole e coll. (riportati a fondo pagina), la cui interpretazione si basa sui seguenti valori di riferimento: