Insediamento Elimo (periodo di maggiore espansione intorno al VII – al V a.C secolo a.C) ubicato tra Segesta e Selinunte, ha occupato un ruolo di fondamentale importanza negli scambi tra le popolazioni in questa area. Il sito è stato abitato dopo la distruzione di Mokarta. Gli Elimi, secondo lo storico Dionigi di Alicarnasso, provenivano dall'Italia, dopo essere stati scacciati dagli Enotri, tre generazioni prima della guerra di Troia. Occupavano la parte occidentale della Sicilia ed erano perennemente in rivalità con la città di Selinunte, alla quale gli Elimi molto probabilmente impedivano lo sbocco al mar Tirreno. Secondo la tradizione, Elimo era un principe di sangue reale sfuggito alla caduta di Troia ed approdato in Sicilia. Qui si insediò e più tardi venne raggiunto da Enea e da altri scampati alla distruzione di Troia. Questo insediamento era utilizzato come vedetta militare per avvistare l’arrivo dei nemici di Segesta. La parte archeologica interessa una superficie a forma di triangolo che si allunga su 60 ettari. Gli attuali scavi si estendono su una superficie di circa 2 ettari. Il sito archeologico di Polizo è ritenuto molto importante per gli studiosi perché conserva intatti tutti i resti della civiltà Elima. Il primo scavo risale al 1972 ed è una casa nell'Asty (area dove erano ubicate le botteghe). Tra i resti rinvenuti con gli scavi vi sono: “pithoi” (grossi contenitori per l’approvvigionamento), pesi da telaio, punte di freccia in bronzo, una “capeduncola” (vaso con manico antropomorfo usato come attingitoio), frammenti di lucerne, vasi di importazione (Coppe B2), un’anfora proveniente dal Mediterraneo orientale, frammenti di bucchero e tanti altri svariati oggetti. Interessante è inoltre una struttura circolare, usata forse come sacello religioso. La necropoli, invece, ha rivelato l’uso dell’incinerazione (le salme venivano poste su una pila di legno e venivano bruciati) come pratiche funerarie (sistema favorito dal nomadismo e dalla praticità di trasportare con facilità le ceneri dei defunti dentro vasi). È stata rinvenuta anche una buca contenente materiale bruciato insieme a corna di cervo. Polizo è stato occupato anche in epoca medievale e gli arabi hanno usato le pietre delle costruzioni elime per edificare altri edifici. Importante per gli archeologi è una zona considerata la discarica dell’antichità, un luogo dove venivano buttati tutti i rifiuti dalle popolazioni che hanno abitato Polizo. Questa discarica è una miniera d’oro per gli archeologi che studiano i luoghi per dare più informazioni possibili su un periodo misterioso e difficile, da decodificare per la mancanza di testi scritti.