All’interno del nuovo tessuto urbano gibellinese sorgono il Giardino Segreto 1 e il Giardino segreto 2. Essi racchiudono al loro interno alcuni frammenti e ruderi provenienti dalla città originaria. Entrambi i giardini fanno riferimentoai giardini arabi, normanni e siciliani. Gli edifici si propongono come delle case scoperchiate, a cielo aperto, che testimoniano l’avvento della tragedia e che si trasformano, come per incanto, in giardini.L’utilizzo di tufo d’Alcamo, presente nell’opera, ha un significato ben studiato: il tufo era un materiale diffuso ai tempi della vecchia Gibellina e la scelta di questo materiale, infatti, è finalizzata al recupero della memoria della vecchia città.