i tesori della sicilia occidentale

R I S E R V A D E L L O Z I N G A R O

La riserva naturale orientata dello Zingaro è un luogo che emana una suggestione magica per gli appassionati del trekking e del mare. Un luogo ricco anche di storia antica e recente. Già nel 1800 nel regno di Francesco II di Borbone era una riserva di caccia con regole rigide di gestione. Nella storia più recente c’è l’istituzione della riserva «naturale orientata» con la legge regionale 98/81. Una norma emanata dopo le proteste popolari che hanno sensibilizzato la politica. Negli anni settanta fu progettata una strada litoranea che doveva percorrere la costa e collegare Castellammare del Golfo a San Vito lo Capo. Uno scempio che avrebbe sventrato e deturpato irrimediabilmente il territorio. Subito nacque il malcontento di parecchie associazioni naturalistiche che riuscirono a coinvolgere l’opinione pubblica creando sempre più clamore fino alla singolare marcia di circa 3 mila persone che pacificamente e simbolicamente presero possesso del territorio. I lavori iniziati nel 1976, grazie alla tenacia e alla determinazione delle proteste, furono sospesi e poi definitivamente fermati. Ne rimane testimonianza la galleria scavata all’ingresso della riserva dal lato di Castellammare del Golfo. La zona fino al 1960 era abitata e le persone riuscivano a trarre profitto dall’attività agricola e artigianale legata alla produzione di oggetti e contenitori creati con l’intreccio di vimini e di piante come la Giummara. A Castellammare erano attive otto fabbriche di crini vegetali. Dopo gli anno ’60 con il boom economico e l’arrivo della plastica, il settore entrò in crisi e la riserva si spopolò.

L A F L O R A E L A F A U N A

La vegetazione più diffusa è la Palma nana, molto densa in alcuni tratti, per lasciare spazio, in altri tratti, ad un paesaggio vegetale dominato da aspetti di prateria effimera, ma anche rosmarino e carrubo, mirto e mandorlo. E poi splendide fioriture: orchidee, fiordalisi di Sicilia e cisto.

Una moltitudine di forme animali popolano il territorio della Riserva. L’Aquila del Bonelli, specie ormai in diminuzione, si riproduce regolarmente deponendo uno o due uova, ed altri rapaci, come il barbagianni e la civetta. I gabbiani, a pelo d’acqua, la cinciallegra tra gli arbusti, il piccolissimo scricciolo.

L E C A L E T T E

Un paradiso naturale 1700 ettari di terreno di calcareo. Un sentiero tra cielo e mare costellato di meravigliosi saliscendi di costa, tra il verde della vegetazione e le trasparenze azzurro bianco delle calette con acque cristalline e meravigliosi fondali. Sette chilometri di natura incontaminata con paesaggi mozzafiato che si possono percorrere iniziando da San Vito Lo Capo o da Castellammare del Golfo per provare l’esperienza unica di vivere il mare e la montagna nello stesso tempo. Le calette che si incontrano da Castellammare del Golfo fino a San Vito Lo Capo sono:

Cala Capreria

Cala del Varo

Cala della Disa

Cala Berretta

Cala Marinella

Cala dell’Uzzo

Cala Tonnarella dell’Uzzo

I M U S E I

Tra i cespugli e sentieri, oltre ad abitati rurali, si trovano cinque piccoli Musei. Luoghi di una memoria antica e custodi del patrimonio locale. in ordine da dall'ingresso di Castellammare sono:

Museo Naturalistico

Museo della Manna

Museo dell'Intreccio

Museo della Civiltà Contadina,

Museo dell'Attività Marinare

L E G R O T T E

Numerose le grotte sommerse e i cunicoli, come la Grotta del Colombaccio che si allarga in un'ampia camera 30 mt, e ancora, la Grotta della Corvina, Grotta della Capreria, Grotta della Mustia e della Ficarella.