i tesori della sicilia occidentale

BAGLIO DI STEFANO

Il Baglio di Stefano e La Fondazione Orestiadi

Il Baglio Di Stefano era in origine una masseria, una struttura architettonica tipica del paesaggio agricolo trapanese, definita da un insieme di edifici dominato dalla casa padronale, collocata tra due corti. Perso l’uso originario, il baglio cadde in abbandono e il suo stato peggiorò in seguito al terremoto del 1968. All’inizio degli anni ‘80 il Comune di Gibellina, allora guidato dal Sindaco Ludovico Corrao, lo acquista per operarne il restauro e trasformarlo in Sede della Fondazione di Alta Cultura Orestiadi, promotrice di numerosi ed importanti eventi culturali e laboratori artistici. Nonostante gran parte del complesso sia stato danneggiato e ristrutturato, permangono tuttavia ancora molti elementi originali: l’arredo in pietra e la fontana, i sedili di pietra, la vasca d’accumulo delle acque, le condutture antiche in terracotta.

Nella parte centrale esterna è collocata la grande scultura di Mimmo Paladino, denominata “La Montagna di Sale”. un cumulo in cemento, vetroresina e pietrisco, su cui sono inseriti trenta cavalli in legno – animali ricorrenti nelle opere di Paladino – e disposti in posizioni diverse: in piedi o coricati. L'opera nasce nel 1990 come scenografia de La sposa di Messina di Friedrich Schiller, diretta da Elio De Capitani e messa in scena a Gibellina in occasione delle Orestiadi del 1990.

Il granaio, un vasto ambiente restaurato, caratterizzato da archi in pietra che sorreggono una copertura lignea, accoglie manufatti artigianali delle donne gibellinesi, come il Prisenti di Alighiero Boetti, opere di artisti contemporanei quali Mario Schifano, Carla Accardi, Pietro Consagra, oltre alle macchine sceniche e i bozzetti degli allestimenti realizzati per le Orestiadi.

Il Museo delle Trame Mediterranee, inaugurato nel 1996, è ospitato nella casa padronale dove sono esposti oggetti d’arte decorativa, costumi, gioielli, tessuti, ceramiche e oggetti d’arte di popoli e culture dell’area mediterranea, oltre a pezzi della collezione personale del Senatore Corrao. In esso convivono gli influssi di tre grandi culture: Ebraismo, Cristianesimo ed Islam. Esso è stato inaugurato il 16 Gennaio del 1996 ed è stato insignito del premio ICOM, per il miglior Progetto di Mediazione Culturale in Italia, nel 2011. Il Museo sorge in un momento significativo della storia di Gibellina, completamente ricostruita e resa città dell’arte grazie al passaggio e all’azione di tanti artisti ed intellettuali. In questo contesto Ludovico Corrao si propone di raccogliere i segni e le testimonianze di questo passaggio, mediante un inedito modello espositivo, che seleziona e mostra opere e manufatti, il cui obiettivo è quello di mostrare la coesistenza e la continuità tra culture e linguaggi artistici culture. Il Museo, infatti, accoglie pitture, sculture, terrecotte, scritture, arazzi, gioielli, tavole e originali capi di abbigliamento che fanno dialogare tra passato e presente, civiltà diverse.