i tesori della sicilia occidentale

FORNACE SANT'ANGELO

Appartenuta alla famiglia Santangelo la struttura, fu utilizzata fin dal XIX secolo, per la produzione di laterizi (tegole, coppi, mattoni, grondaie…) e manufatti in argilla, come pentole, piatti ed i fiaschi cosiddetti per i quali Salemi era rinomata in tutta la Valle del Belice. Fino agli anni '60 del secolo scorso, erano operanti a Salemi ben dieci fornaci, cinque delle quali dislocate in un'area di poche centinaia di metri quadrati, per l'esattezza, nei pressi dell'ultima curva dell'attuale via Antonino Lo Presti, poco prima di arrivare in Piazza Cappuccini. Le fornaci erano alimentate con paglia che bruciava lentamente per due giorni e due notti. Per svuotare i residui della combustione, veniva abbattuta la porta sottostante che serviva per alimentare il fuoco. Gli oggetti venivano prima modellati con argilla miscelata a carbone o altri prodotti per alleggerire, dopo venivano sottoposti ad una prima essiccazione al sole (questo imponeva di programmare la produzione solo nel periodo estivo. Non tutte le fornaci producevano gli stessi prodotti. Le due fornaci che producevano gesso si chiamavano "carcara ri issu" o "issalora", una si trovava lungo la strada che porta a Settesoldi e l'altra invece in una zona denominata con il toponimo "Gessi". Le restanti otto erano i famosi "stazzuna". La struttura è composta da tre complessi edilizi: la fornace vera e propria, un magazzino per la lavorazione dell’argilla e l’abitazione della famiglia Santangelo. La fornace, conserva ancora la sua forma originaria, è costituita da una camera di cottura cilindrica con fumaiolo innestato in una cappa a cupola. E' divisa in tre parti orizzontali. Procedendo dal basso verso l’alto, si trova: il vano interrato di alimentazione “arsu” che da accesso al focolare “vanufocu”, a pianta circolare e tetto a volta, separato dalla camera di cottura “furnu”, da un piano forato “ddammusu”. Infine la cappa “cubbulina” (particolare introdotto dall'architettura araba poichè prima era un cilindro completamente aperto) terminante con la canna fumaria "ciminia”. Oggi i locali della fornace ospitano un'esposizione di vasi in terracotta che anticamente venivano realizzati nelle fornaci e abbracciano un vasto periodo storico.