Metodo che si basa sull’elettromagnetismo, si genera quindi un campo magnetico detto primario attraverso una bobina ed una corrente alternata, questo campo primario genera un campo secondario su un altro materiale dovuto alle correnti indotte. Se il materiale presenta discontinuità superficiali o subsuperficiali si modifica il percorso delle correnti indotte e varia il valore dell’impedenza delle bobina e quindi cambia l’intensità di corrente di quest’ultima.
bobina (contenuta all’interno di una sonda e percorsa da corrente alternata);
voltmetro od amperometro (per le variazioni di tensione ed intensità di corrente);
Il metodo delle correnti indotte si può eseguire con due tecniche:
misurazione della variazione di corrente nel circuito dovute alla variazione dell’impedenza (con un microamperometro);
osservazione delle variazioni di impedenza e dell’angolo di fase dell’impedenza (con un oscilloscopio);
Il controllo attraverso le correnti indotte permette di rilevare:
disomogeneità del materiale;
spessori di riporti non conduttivi;
variazioni associate alla conduttività del materiale;
disomogeneità delle leghe;
surriscaldamenti localizzati;
errori di trattamento termico;
identificazione dei materiali mediante misurazione di conduttività.
Vantaggi:
misurazione precisa della conduttività;
indicazione immediata;
velocità del controllo;
rilevazione di discontinuità anche molto piccole;
non è necessario il contatto tra la sonda ed il materiale in esame (quindi si possono eseguire prove anche con materiali ad alta temperatura).
Limiti:
applicabile solo a materiali conduttori;
scarsa penetrazione (rileva difetti superficiali o subsuperficiali [10-15mm]);
difficile interpretazione delle indicazioni.