I PERCORSI DELL'ACQUA

Il ciclo dell'acqua è uno dei cicli biogeochimici che hanno luogo sul nostro pianeta. Mentre l'acqua scorre sopra e dentro le rocce ed i sedimenti della Terra essa raccoglie e trasporta particelle di suolo e altri sedimenti, così come sali minerali e altri composti chimici organici ed inorganici disciolti in essa.

Gli oceani sono salati a causa del trasporto di sali dalla terraferma nel corso di milioni di anni, sali che rimangono nel mare quando l'acqua evapora.

Il ciclo dell'acqua è uno dei cicli vitali del sistema Terra. L’acqua viaggia in continuazione tra diverse riserve attraverso processi fisici. Una riserva rappresenta l'acqua contenuta in uno dei differenti passaggi del ciclo. La riserva più grande è rappresentata dagli OCEANI, che raccolgono il 97% dell'acqua del pianeta. Ma c’è anche l'acqua in forma solida dei ghiacciai. Quella contenuta negli organismi rappresenta la riserva più piccola. I processi fisici sono i cambiamenti di stato fisico (liquido, gassoso e solido) che accompagnano i continui scambi di acqua tra atmosfera, geosfera (crosta terrestre) e idrosfera. La scienza che studia il ciclo dell'acqua è l'idrologia.

Il volume delle riserve d'acqua dolce, particolarmente quelle disponibili per l'impiego da parte dell'uomo è chiamato RISORSA IDRICA. Ma ogni riserva, mediamente, contiene l’acqua solo per un certo periodo di tempo chiamato TEMPO DI RESIDENZA che possiamo considerare una misura dell'età media dell'acqua contenuta in quella riserva. Le acque sotterranee possono trascorrere oltre 10.000 anni sotto la superficie del suolo e, se i tempi di residenza sono particolarmente lunghi, diventare ACQUA FOSSILE. L'acqua conservata nel suolo vi rimane brevemente, perché è distribuita in uno strato sottile per tutta la superficie dei continenti e viene rapidamente perduta per evaporazione, traspirazione, scorrimento superficiale o per infiltrazione nelle falde sotterranee. Quando l’acqua evapora dalla superficie di mari e oceani o dalla terraferma rimane nell'atmosfera mediamente per 12 giorni prima di precipitare di nuovo al suolo o sul mare.

L'acqua è fondamentale per la sopravvivenza, perciò la storia umana è indissolubilmente legata a questa risorsa. La disponibilità di acqua potabile ha sempre rappresentato un parametro importantissimo per la scelta di costruire una città o un qualsiasi insediamento umano. Le città hanno legato la loro nascita o il loro sviluppo alla presenza di fiumi e di sorgenti d'acqua potabile.

L'evoluzione scientifica e tecnologica ha portato l'uomo negli ultimi due secoli ad uno sviluppo industriale e demografico senza precedenti che hanno determinato via via un sempre maggiore fabbisogno d'acqua dolce. L'acqua viene utilizzata, oltre a scopi nutrizionali, in agricoltura e nell'industria. L'acqua, dolce o salata, è spesso il ricettore delle acque reflue trattate e non. Tale sostanza, oltre a non essere uniformemente distribuita sul territorio, non è sicuramente illimitata e richiede sovente adeguate opere per essere resa disponibile a molteplici usi e in molteplici luoghi. Quindi nonostante l’acqua sia riciclabile all’infinito e quindi inesauribile, quello che cambia in realtà sono la sua qualità (potabilità) e la sua quantità (disponibilità). Ogni passaggio di stato fisico o chimico necessita di tempo, che siano pochi secondi o migliaia di anni, se si tiene conto dei soli processi naturali. Ma le necessità di avere disponibilità di acqua in sempre maggiori quantità e di buona qualità costringono l’uomo ad utilizzare processi di sfruttamento o potabilizzazione sempre più costosi determinando così il suo valore sul mercato. La sostanza indispensabile all'uomo e all'ecosistema in cui vive, è al tempo stesso abbondante e disponibile oppure scarsa e indisponibile. Le risorse idriche sulla Terra sono infatti distribuite in maniera assai irregolare. Fra tutti i paesi del mondo, soltanto 11 dispongono di 50.000 o più metri cubi d'acqua dolce all'anno per abitante, mentre la maggioranza dispone di meno di 5.000 metri cubi.

Per cui se teniamo conto che produrre 1 kg di carne bovina necessita di circa 16 000 litri di acqua, 140 litri servono invece per una tazza di caffè e 900 litri per 1 kg di granoturco, si può intuire come il mercato dell’acqua sia il più importante del mondo.

Ogni anno, circa 247.000 milioni di m3 di acqua sono estratti dalle riserve idriche superficiali e sotterranee dell’UE (torrenti, laghi e fiumi).

Una quota cospicua dell’acqua estratta (il 44%) è destinata ai processi di raffreddamento nel settore della produzione di energia, e rifluisce per la maggior parte nei fiumi. Anche i processi connessi all’agricoltura e alla produzione alimentare esigono la loro parte, utilizzando il 24 % dell’acqua estratta, percentuale che in alcune regioni meridionali può salire fino all’80 %. Molte imprese agricole ad alta redditività operano servendosi di una porzione ridotta di terra irrigata. In Spagna, ad esempio, oltre il 60 % del valore totale della produzione agricola nazionale ha origine dal 14 % dei terreni agricoli soggetti a irrigazione.

Il 17 % dell’acqua estratta è destinato all’approvvigionamento pubblico (utenze domestiche, settore pubblico e piccole imprese) e il 15 % è utilizzato a fini industriali. Metà dell’acqua impiegata per usi produttivi è utilizzata nel settore chimico e nelle raffinerie di petrolio, mentre la maggior parte di quanto rimane va alle industrie metallurgiche, alimentari e della carta.

La direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque) che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque ha introdotto un approccio innovativo nella legislazione europea in materia di acque, tanto dal punto di vista ambientale, quanto amministrativo-gestionale. La direttiva persegue obiettivi ambiziosi: prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo, migliorare lo stato delle acque e assicurare un utilizzo sostenibile, basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili. La Direttiva 2000/60/CE si propone di raggiungere i seguenti obiettivi generali:

  • ampliare la protezione delle acque, sia superficiali che sotterranee;

  • raggiungere lo stato di “buono” per tutte le acque entro il 31 dicembre 2015;

  • gestire le risorse idriche sulla base di bacini idrografici indipendentemente dalle strutture amministrative;

  • procedere attraverso un’azione che unisca limiti delle emissioni e standard di qualità;

  • riconoscere a tutti i servizi idrici il giusto prezzo che tenga conto del loro costo economico reale;

  • rendere partecipi i cittadini delle scelte adottate in materia.