Modello integrato RiDiTeFo

Perché questo sito internet? Parte della risposta nel modello integrato RiDiTeFo (Ricerca-Didattica-Tesi-Formazione).

Nella missione di questo sito viene evidenziato, tra l'altro, che i contenuti sono volti a:

"favorire lo sviluppo di un modello integrato che metta a sistema le attività

di ricerca, didattica universitaria e formazione"

Il modello RiDiTeFo evidenzia le mutue relazioni tra le attività di: (1) Ricerca; (2) Didattica Universitaria; (3) Tesi di Laurea; (4) Formazione in aziende e amministrazioni pubbliche. La ricerca di un legame sistemico tra le varie attività consente un continuo miglioramento qualitativo dei contenuti e un risparmio di tempo ed energie, a tutto vantaggio di coloro a cui tali attività sono rivolte (es. studenti e corsisti). La creazione di valore di un ricercatore/docente di dovrebbe fondare, tra l'altro, su queste attività.

Le attività del modello RiDiTeFo costituiscono i punti principali del menù di questo sito.

Grazie all'utilizzo del sito (in particolare dei link tra le varie attività e a fonti esterne), è possibile non solo ampliare e agevolare il legame sistemico di cui sopra, ma anche: 1) consentire a chi è direttamente interessato a tali attività (es. miei studenti e tesisti - stakeholder primari) di trovare le informazioni di cui necessita; 2) dare la possibilità a soggetti non direttamente interessati alle attività (es. visitatori occasionali del sito web - stakeholder secondari) di trovare informazioni utili sulle tematiche trattate (es. sezione sul conflitto di interessi); 3) diffondere il valore creato con la ricerca, la didattica e la formazione attraverso la pubblicazione dei risultati raggiunti con tali attività (es. il contributo che i corsi universitari e le tesi di laurea hanno dato allo sbocco professionale degli studenti, project work). In tal modo, il modello RiDiTeFo intende ridurre la distanza tra università e mondo del lavoro.

Di seguito si procede con la descrizione delle relazioni, evidenziate dalle frecce, tra le attività del modello RiDiTeFo

(1) Attività di Ricerca e sue relazioni con le attività di Didattica universitaria, Tesi di laurea e Formazione

La ricerca riveste un ruolo centrale nell'ambito delle attività istituzionali dell'università, avendo un fattore di impatto (impact factor *, vedi sotto) rilevante, tra l'altro, su didattica e formazione aziendale. Tuttavia, valutare e incentivare un ricercatore sulla sola attività di ricerca rischia non solo di limitare pesantemente l'impatto che essa può avere sulle altre attività (perché "perdere tempo" con la didattica e le tesi se poi sono valutato sulla quantità e sulla qualità della ricerca?), ma anche di essere distante da ciò che realmente è utile per lo sviluppo del benessere collettivo.

Valutare l'impatto delle altre attività, seppur più complesso rispetto all'attività di ricerca, è indispensabile e possibile.

Ad oggi, la qualità della ricerca viene valutata principalmente attraverso la sua capacità di trovare sbocco in journal e riviste nazionali e internazionali, nonché attraverso l'accettazione dei lavori scientifici a convegni, nazionali e internazionali. In particolare, questi ultimi costituiscono un momento di confronto importante nello sviluppo di relazioni con altri ricercatori.

Tra l'altro, la ricerca favorisce la costruzione di un modello teorico che consente di comprendere realtà aziendali anche molto complesse, come i gruppi multinazionali. I temi potenziali di ricerca sono testati nei corsi di formazione ad aziende e PA. In questo modo la ricerca si concentra sui temi che impattano maggiormente dal punto di vista operativo. Ad esempio, la scelta della tematica del conflitto di interessi e della corruzione deriva dal rilievo che tali tematiche hanno assunto a livello internazionale e, soprattutto, nazionale.

I miei temi principali di ricerca sono: gruppi aziendali, corporate governance, parti correlate, conflitto di interessi, corruzione. I risultati della ricerca sono sintetizzati in monografie e articoli di rilievo nazionale e internazionale.

(1.1) Didattica Universitaria. Nel corso degli anni sono stati analizzati e discussi in sede di esame centinaia di casi aziendali. Le evidenze empiriche sono state una fonte importante di domande di ricerca per la produzione scientifica e per gli argomenti da assegnare per le tesi di laurea;

(1.2) Tesi di Laurea. Le tesi di laurea rappresentano una delle leve della ricerca. Gli argomenti assegnati sono spesso un primo step verso lo sviluppo e/o la verifica della fattibilità di domande di ricerca. Le domande di ricerca traggono spunto anche dagli special issue di Journal e dai convegni nazionali e internazionali;

(1.3) Formazione. La ricerca trova spunto da problematiche che emergono nei corsi di formazione presso aziende e amministrazioni pubbliche.

* Ad oggi l'impact factor, la qualità, della ricerca si misura con il numero di citazioni. In particolare: "Il fattore di impatto (impact factor o IF in inglese e generalmente anche nella normativa e nelle procedure italiane) è un indice sintetico, di proprietà di Thomson Reuters, che misura il numero medio di citazioni ricevute in un particolare anno da articoli pubblicati in una rivista scientifica (Journal) nei due anni precedenti. Recentemente, è stato introdotto anche il 5-year Journal Impact Factor, basato sulle citazioni degli articoli pubblicati nei cinque anni precedenti. Questa misura viene utilizzata per categorizzare, valutare, comparare e ordinare le riviste scientifiche catalogate dalla Thomson Reuters stessa". Fonte: Wikipedia.

(2) Attività Didattica e sue relazioni con le attività di Ricerca, Formazione e Tesi di laurea

La didattica universitaria è finalizzata al trasferimento agli studenti dei corsi di laurea, dei master e dei dottorati di ricerca, delle conoscenze acquisite attraverso la ricerca, le evidenze empiriche delle tesi e la formazione.

Per quanto riguarda il trasferimento delle conoscenze agli studenti, il valore creato da tale attività si dovrebbe misurare, in prevalenza, attraverso l'utilità che i contenuti trasferiti hanno avuto nella capacità dello studente stesso di trovare uno sbocco lavorativo in tempi brevi dopo la laurea che sia in linea con quanto studiato, nonché attraverso il contributo che il laureato riesce a fornire nella realtà aziendale in cui trova impiego.

La valutazione di questo impatto, come facile immaginare, è estremamente complessa. Ma a ben vedere anche la valutazione della ricerca, soprattutto quella economico-aziendale, non si basa sul reale impatto che la stessa riesce ad avere sugli utilizzatori finali (es. operatori economici, regolatori). Invero, la pubblicazione su una rivista scientifica con impact factor non è in grado di dire quanto realmente i risultati della ricerca avranno impatto concreto nella realtà. Un articolo merita di essere pubblicato quando: (1) la domanda di ricerca è interessante/utile; (2) il metodo di ricerca applicato per rispondere alla stessa è rigoroso; (3) i risultati portano ad un potenziale contributo per la teoria, gli operatori aziendali e/o i regolatori. Il reviewer valuta fondamentalmente questi punti e non quanto il contributo potenziale si è trasformato in contributo reale.

Anche questo metodo di valutazione potrebbe, ad avviso di chi scrive, essere utilizzato nella didattica. La domanda che ci si pone in questo caso è: cosa deve avere un corso per avere un impact factor, cioè per essere apprezzato dagli studenti e dare un potenziale contributo alla collettività? Non è evidentemente un discorso legato solo ai contenuti portati in aula. Potrei essere un professore bravissimo, che dopo la lezione però non risponde agli studenti, non rispetta l'orario di ricevimento, non fornisce adeguati strumenti per consentire agli studenti, frequentanti e non frequentanti, di studiare e superare agevolmente l'esame e così via. La qualità di un corso viene a dipendere da questi e altri fattori (es. capacità di trasferire la teoria nella pratica, tipologia di esame, letture di approfondimento) che possono essere più oggettivamente valutati rispetto all'output della didattica.

Questo è il motivo per cui nella sezione didattica universitaria sto cercando di trovare il modo migliore di condurre i miei corsi, chiedendo direttamente consigli ai miei studenti, destinatari finali di tale attività.

La didattica universitaria, che svolgo nei corsi di “Economia dei gruppi aziendali”, “Finanza e governance dei gruppi aziendali” e “Corporate Governance”, segue un approccio teorico (Spiegare)/pratico (Fare e Far Fare). L’approccio pratico deriva sia dalle analisi empiriche condotte nell'ambito della ricerca, finalizzata alla stesura di articoli e monografie, e nelle tesi di laurea, sia dall’esperienza maturata nei corsi di formazione. Inoltre, la verifica delle conoscenze acquisite nei corsi (Far Fare) è lasciata alla elaborazione e alla discussione in sede di esame di Project Work (es. PW di Economia dei gruppi).

Inoltre, un paramento di qualità della didattica è dato dal numero di tesi richieste dagli studenti. Tuttavia, visto che tale numero può dipendere anche da altri fattori (es. tempi ridotti consentiti dal docente per elaborare la tesi, docente non particolarmente esigente sui contenuti dell'elaborato), nella sezione "Tesi e tesisti" sono evidenziati i passaggi richiesti al tesista per la richiesta e l'elaborazione della tesi.

(2.1) Ricerca. Vista la stretta attinenza dei temi di ricerca con i contenuti della didattica universitaria, i testi adottati nei corsi sono in prevalenza quelli in cui sono sintetizzati i risultati delle mie ricerche;

(2.2) Formazione. L’esperienza maturata nei corsi di formazione, soprattutto quella indirizzata a imprese e amministrazioni pubbliche, consente alla didattica universitaria di essere vicina alle problematiche aziendali e di ridurre al minimo il gap tra università e mondo del lavoro;

(2.3) Tesi di laurea. Vista la stretta attinenza degli argomenti delle tesi di laurea con i contenuti della didattica universitaria, le principali evidenze empiriche delle tesi sono oggetto di discussione nei corsi universitari.

(3) Tesi di laurea e relazioni con Didattica, Ricerca e Formazione

Normalmente gli argomenti delle tesi prendono spunto dall’attività di ricerca e dalla formazione. I risultati delle tesi favoriscono l’attività di ricerca e incrementano la qualità della didattica universitaria e della formazione.

L'efficacia di questa attività viene misurata attraverso i contributi delle tesi di laurea discusse.

(3.1) Didattica universitaria. La didattica alimenta la richiesta delle tesi di laurea e, quindi, della ricerca sui temi trattati nell'ambito dei corsi, consentendo, attraverso la presentazione di Project Work da parte degli studenti, di restare aggiornati sull’evoluzione delle società quotate sul mercato di borsa italiano, sia per quanto riguarda le performance economico-finanziarie, sia relativamente alla loro gestione e organizzazione;

(3.2) Ricerca. La ricerca fa nascere una serie di domande che trovano nelle tesi di laurea una prima analisi. La ricerca consente inoltre di alimentare una letteratura di riferimento per le tesi;

(3.3) Formazione. Le domande di ricerca assegnate per le tesi trovano spunto anche dalle problematiche emerse durante i corsi di formazione.

(4) Attività di Formazione in aziende e amministrazioni pubbliche e sue relazioni con Ricerca, Didattica e Tesi di laurea

La formazione post-universitaria presso aziende e amministrazioni pubbliche è finalizzata al trasferimento delle conoscenze, acquisite attraverso la ricerca, le evidenze empiriche delle tesi e la formazione, agli studenti.

La formazione aziendale è destinata a imprese e amministrazioni pubbliche. Nel corso degli anni ho avuto modo di formare centinaia di dipendenti di imprese e amministrazioni pubbliche. La qualità della formazione risente positivamente dell’approccio teorico/pratico della didattica universitaria (Spiegare - Fare - Far Fare), dei risultati della ricerca e delle tesi di laurea. In particolare, l'approccio dato alla formazione, nonostante presenti alcuni punti di differenza rispetto alla didattica universitaria, cerca di bilanciare teoria e pratica. La complessità delle fattispecie aziendali che emergono durante i corsi trovano adeguata sistematizzazione nel modello teorico di riferimento.

La formazione è un'attività fondamentale nell'ambito del modello RiDiTeFo. Il contatto continuo con il mondo delle aziende consente alle altre attività (es. la ricerca) di selezionare quanto realmente utile.

Inoltre, la formazione consente di comprendere come trasferire, in modo efficace e in tempi contenuti, il modello teorico elaborato attraverso l'attività di ricerca.

Le Business School, talvolta, puntano molto sui modelli per individuare i fabbisogni formativi e poco sugli attori che soddisfano tali bisogni, ossia i docenti (un ottimo ricercatore non è necessariamente un bravo docente e viceversa!).

(4.1) Ricerca. Il modello teorico costruito attraverso l'attività di ricerca consente alla formazione di: 1) far comprendere le numerose variabili che entrano in gioco nella comprensione dei fenomeni aziendali; 2) fornire la chiave di lettura per mettere a sistema tali variabili, agevolando l'interpretazione di fenomeni aziendali anche molto complessi;

Inoltre, la formazione rappresenta un'opportunità per somministrare questionari sulle tematiche oggetto di studio (es. questionari sul conflitto di interessi). Le risposte sono utilizzate per la produzione scientifica (es. articolo "How much is really known about the meaning of the term conflict of interest?";

(4.2) Didattica universitaria. Le problematiche aziendali discusse nelle aule di formazione sono analizzate anche nell’ambito dei corsi universitari. Ciò consente di avvicinare il mondo dell’Università a quello delle aziende e viceversa;

(4.3) Tesi di laurea. Le evidenze empiriche, trovando come spunto anche le domande di ricerca emerse nei corsi di formazione, restituiscono alla formazione i contributi prodotti dalle tesi.