Bene comune

Spesso parliamo di bene comune senza conoscere il significato del termine, soprattutto quando ci riferiamo all'ambito aziendale. Obiettivo di questa pagina è di rispondere alle seguenti domande: Cos'è il bene comune? Cosa si intende con bene comune dell'azienda? Come diffondere la cultura del bene comune in azienda?

I contenuti di questa pagina sono tratti, tra l'altro, dai miei due libri: "Interesse primario dell'azienda come principio-guida e bene comune" e "Il conflitto di interessi nelle aziende"

1) Cos'è il bene comune

2) Il bene comune e l'uomo non come strumento ma come fine in sé. Il caso Airbnb

3) Perché nel corso degli anni l'uomo è diventato sempre più uno strumento dell'azienda?

4) La felicità come fine dell'uomo. La fioritura personale

5) Applicazione della logica del bene comune all'azienda. Purpose, bene comune e interesse primario dell'azienda

6) La carta costituzionale per diffondere la cultura del bene comune

7) Etica delle virtù e bene comune

Il bene comune è una bussola per la vita delle persone, delle aziende e della collettività

1) Cos'è il bene comune

«Le persone appartenenti a una comunità sono unite da obiettivi comuni e beni condivisi per il fatto di appartenere alla comunità. Ecco alcuni esempi per chiarire ciò che è il bene comune. Se consideriamo una piccola società, come la famiglia, possiamo riconoscere i beni condivisi, come quello di avere un clima di armonia, il rispetto reciproco, la comprensione, e la preoccupazione per l’altro. All’interno di una società, beni comuni sono, ad esempio, il rispetto dei diritti umani, l’aria pulita, il vivere in pace, la coesione sociale, e buoni sistemi di istruzione e assistenza sanitaria. Questi sono beni da cui tutti possono trarre beneficio e sono aspetti del bene umano, che è un concetto che abbraccia tutto ciò che da un bene condiviso si può discernere.

Ovviamente, ciò che è comune non è necessariamente un “bene”. La violenza sociale e la mancanza di sicurezza, una recessione economica, e la mancanza di libertà, ovviamente, non sono “beni comuni” ma “mali comuni”» [Melé, 2009, p. 235].

Il bene comune è un bene di tutti i membri di una comunità e, in quanto tale, può essere condiviso da tutti

Video selezionati sul bene comune

2) Il bene comune e l'uomo non come strumento ma come fine in sé

Il concetto di bene comune appare quando si considera la dimensione sociale dell’essere umano [Melé, 2009, p. 235], ossia l’uomo non come strumento, ma come fine in sé (principio della dignità umana). Ne consegue che la sua felicità e la sua perfezione costituiscono l’obiettivo dell’attività che egli svolge.

La macchina è sempre uno strumento dell'uomo e può favorirne la sua fioritura

Proviamo a sostituire il termine "fotocopiatrice" con il nome di un nostro collega o di un nostro collaboratore

La logica del CAPITALISMO PER IL BENE COMUNE considera le persone non come strumenti ma come fini in sé. In un momento di profonda crisi come quella generata dal Covid-19, l'interesse primario di un'azienda orientata al bene comune può richiedere scelte difficili, ma giuste, soprattutto quando non ci sono alternative. Mantenere lo stesso equilibrio di interessi * del passato (tra azienda e dipendenti) potrebbe determinare un disequilibrio economico fatale per la continuità aziendale e per tutti i suoi dipendenti.

La lettera del CEO di Airbnb ai suoi dipendenti è un esempio concreto che consente di comprendere cosa significa licenziare con lo "stile" del bene comune.

La logica del CAPITALISMO ORIENTATO ALLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO vede tale comportamento come non necessario e diseconomico. Quando l'uomo non serve più, basta dismetterlo, proprio come una fotocopiatrice obsoleta.


  • L'equilibrio di interessi è uno dei quatto equilibri da rispettare per la sopravvivenza e lo sviluppo dell'azienda. Per la spiegazione di tali equilibri clicca qui.

3) Perché nel corso degli anni l'uomo è diventato sempre più uno strumento dell'azienda?

Perché le aziende hanno incrementato, anche inconsapevolmente, la componente egoistica dell'uomo, alimentandone la tendenza a tenere comportamenti devianti? Una possibile risposta in questo video

4) La felicità come fine dell'uomo. La fioritura personale

Come essere sociale l'uomo è alla ricerca di un vita sociale, in quanto per vivere bene ha bisogno di cose che non può procurarsi senza l’aiuto di altri. L’interazione con la società consente all’u­o­mo di esercitare e sviluppare le sue competenze [Argandoña, 1998, p. 1094] e di essere più felice. In sintesi, l’uomo è portatore di bisogni materiali, spirituali, morali e sociali e la sua fioritura consente allo stesso di produrre frutti, tra i quali c’è anche il fatto di partecipare alla felicità degli altri, al loro benessere.

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"La tua condizione attuale è ciò che avevi in mente"

5) Applicazione della logica del bene comune all'azienda

Il risultato dell’applicazione del bene comune all’azienda è di considerare gli individui quali membri di una stessa comunità aziendale e, di conseguenza, il perseguimento dei loro interessi particolari deve essere affiancato al riconoscimento e alla promozione dell'interesse primario della comunità di cui fanno parte. Gli stakeholder devono cioè avere la consapevolezza che, pur avendo interessi particolari diversi che li motivano a contribuire all’attività economica, il loro contributo serve l’interes­se comune, quindi anche loro stessi. In tal senso, essi non sono portatori di soli diritti, avendo il dovere morale di contribuire al bene comune dell'azienda.

In una famiglia gli interessi dei singoli membri non vengono annullati, bensì resi compatibili con l'interesse superiore della comunità familiare.

Il bene comune dell’azienda vuole qui essere riferito al perseguimento del suo interesse primario.

Perché esistono le aziende?

Qual è il loro purpose?

La risposta è:

Per servire il bene comune

PURPOSE (multidimensionale) = BENE COMUNE = INTERESSE PRIMARIO DELL'AZIENDA

Ciò crea armonia tra interessi delle persone, quelli dell'azienda e quelli della più ampia collettività in cui le persone e l'azienda vivono e operano.

Le imprese e il bene comune

Bene comune ed economia civile. Nel video un intervento del prof. Zamagni (2 maggio 2020) che spiega il superamento del paradigma dell'homo economicus, autointeressato, egoista e opportunista

6) La carta costituzionale per diffondere la cultura del bene comune

I principi della carta costituzionale.pdf

La teoria del bene comune è una delle tre teorie da cui deriva la teoria dell'interesse primario dell'azienda

7) Etica delle virtù e bene comune

Spesso si sente dire che le aziende devono essere gestite in modo etico, ma a quale approccio etico ci riferiamo (es. deontologico, utilitaristico, rawlsiano)?

«Il bene comune fornisce una direzione per guidare il comportamento di tutti i vari soggetti interessati e il contesto per comprendere la virtuosità, mentre è attraverso la virtuosità che il bene comune viene effettivamente realizzato. La virtuosità e il bene comune sono quindi in effetti due facce della stessa medaglia» [Arjoon et al., 2018, p. 143]. Dunque, l’interesse primario dell’azienda è senza dubbio un principio-guida per tutti i soggetti aziendali (proprietà, organi di governo, management, dipendenti, organi di controllo), ma è la virtuosità di tali soggetti che in concreto consente di realizzare tale interesse.

Agire per il bene dell’azienda, ossia tendere verso il suo interesse primario, è molto più che non fare male all’azienda [Zamagni, 2019]. La logica del bene comune implica una serie di diritti e di doveri verso l’azienda. Tra i doveri non c’è solo quello di non tenere comportamenti opportunistici contro l’interesse primario, ma anche di tendere costantemente a favorire tale interesse.

Un orientamento al bene comune, ad esempio, porta il dipendente ad avere il coraggio di denunciare atti fraudolenti contro l’interesse aziendale.

Anche se l’oggetto dell’azienda è di tipo economico «non significa che l’azienda in concreto abbia fini unicamente o prevalentemente economici e che la sua vita ponga soltanto problemi economici. Come istituto sociale l’azienda serve ad elevare il benessere dell’uomo, a favorire lo sviluppo della sua personalità ed a far meglio realizzare i fini della vita umana associata che sono essenzialmente di natura etica» [Onida, 1971, p. 44].

«l’economicità deve essere giudicata, non già angustamente in funzione solo della misura del profitto, magari temporaneo, dei portatori di una parte dei capitali impiegati nell’impresa, bensì in relazione alla durevole esistenza ed al conveniente sviluppo della medesima, come fonte di lavoro e di ricchezza per la società, e rappresentando in questa luce gli interconnessi problemi di produzione e di distribuzione» [Onida, 1971, p. 105].

8) Interesse primario dell'azienda come bene comune, quali implicazioni?

a) Obiettivo finale dell’azienda è il suo interesse primario, nella misura in cui l’azienda fornisce agli stakeholder (con la loro collaborazione) l’aiuto di cui hanno bisogno per raggiungere i loro obiettivi personali (materiali, spirituali, morali e sociali).

b) L’interesse primario è il bene dell’azienda e anche il bene dei suoi stakeholder, giacché essi sono parte dell’azienda. L’obiettivo dell’a­zien­da non è indipendente degli obiettivi dei suoi stakeholder.

c) L’interesse primario dell’azienda non è un bene parziale, ma appartiene ugualmente a tutti gli stakeholder e alla collettività.

d) Poiché è comune, l’interesse primario non può essere il bene di pochi, neppure di una maggioranza, ma solo di tutti gli stakeholder del­l’a­zienda e di ciascuno individualmente (allo stesso momento e per lo stesso motivo). In tal senso, la sopravvivenza e lo sviluppo dell’a­zien­da è un bene per tutti, anche per i non-stakeholder. In tal senso, le condizioni di equilibrio aziendale sono un bene comune.

e) Da un certo punto di vista, l’interesse primario può essere inteso come l’insieme di assunzioni sociali o condizioni che rendono possibile per i membri dell’azienda realizzare i loro obiettivi personali (economici, morali, sociali e spirituali). Ciò significa che, nella prospettiva più ampia, l’in­te­res­se primario comprende le regole societarie e gli organi che sostengono tali regole, gli organi che difendono l’azienda, come ad esem­pio il consiglio di amministrazione, gli addetti al sistema di controllo, e quelli che soddisfano l’esigenza generale per la diffusione di conoscenza, la sicurezza sul posto di lavoro, la meritocrazia, ecc.

f) Come corollario del punto precedente, queste condizioni chiaramente non si creano spontaneamente, ma sono create dai membri del­l’a­zienda stessa.

g) L’interesse primario può anche essere visto come l’insieme dei mezzi (o aiuti) che l’a­zien­da mette a disposizione dei suoi stakeholders per permettergli di raggiungere i loro obiettivi: per esempio, le procedure, i contratti (impliciti ed espliciti) e i codici (es. etici e di condotta, stili di leadership), che sono stati progettati per salvaguardare i diritti di tutti.

h) L’interesse primario è anche la condivisione da parte degli stakeholder dell’azienda del valore derivante dalla loro cooperazione. Tutti contribuiscono e tutti ricevono (probabilmente non nella stessa misura in cui essi contribuiscono). Questo non è un bene che gli individui fanno alla collettività, o ad altri individui; essi stessi hanno una quota di tale bene: si tratta di un bene dato e ricevuto da ogni persona.

i) L’interesse primario è il bene dell’insieme sociale, realizzato nei suoi membri.

l) L’interesse primario non è semplicemente la somma di interessi particolari. Né è equivalente al benessere sociale, anche se comunque diffusamente distribuito; né è un ordine sociale da preservare, o un equilibrio di potere tra i gruppi. Esso non può essere definito in termini statistici, o in termini di ricchezza di un paese, o di volume di beni e servizi a disposizione dei suoi cittadini, o di livello dei consumi pubblici e privati.