Questa pagina è dedicata al libro L'interesse primario dell'azienda come principio-guida e bene comune, pubblicato nel 2017, con l'obiettivo di diffondere questa teoria attraverso slide, video, audio e testi. L'intento è di promuovere l'orientamento di tutte le tipologie di organizzazioni – imprese, amministrazioni pubbliche e enti non-profit – verso un approccio fondato su questa visione.
Estratto dell'introduzione
"A distanza di circa dieci anni dall’inizio della crisi finanziaria, iniziata negli USA nell’agosto 2007 per poi contagiare il resto del mondo e divenire globale, il presente lavoro intende inserirsi nel dibattito sul finalismo aziendale, per due ordini di motivi.
Il primo è quello di leggere gli eventi che hanno caratterizzato questi ultimi anni, in particolare l’appena citata crisi, nonché gli scandali e i dissesti nelle imprese e nelle amministrazioni pubbliche, proprio alla luce del fine assegnato a tali organizzazioni produttive. Il secondo è quello di proporre un principio-guida, denominato “interesse primario dell’azienda”, che sia applicabile a tutte le classi di aziende, siano esse imprese, amministrazioni pubbliche o aziende non-profit, e che sia in grado di orientare tali organizzazioni verso il bene comune degli stakeholder e della collettività, senza dimenticare la necessità delle organizzazioni stesse di sopravvivere e svilupparsi nel tempo.
L’analisi, che porterà alla proposta e alla specificazione dei contenuti dell’interesse primario dell’azienda, intende dare, tra l’altro, una possibile risposta ad una serie di domande, tra le quali si richiamano le seguenti: perché esistono le aziende, sia quelle di produzione per il mercato, ossia le imprese, sia quelle di produzione per l’erogazione (amministrazioni pubbliche e aziende non-profit)? Qual è e quale dovrebbe essere il loro fine? Come gli assetti di proprietà e governo influiscono sullo stesso? Qual è l’effetto che gli interessi particolari degli operatori aziendali, siano essi deleganti o delegati, possono avere sulla sopravvivenza e lo sviluppo delle aziende? Perché tali interessi tendono talvolta a ostacolare la capacità delle aziende di sopravvivere e svilupparsi? Quale principio-guida per orientate le diverse classi di aziende verso un modello di sviluppo sostenibile orientato al bene comune dei soggetti che partecipano alla creazione del valore aziendale e, più in generale, della collettività?"
1) Cos'è l'azienda
2) Cos'è l'interesse primario dell'azienda
3) Il fondamento teorico dell'interesse primario dell'azienda;
4) Interesse primario nelle diverse classi di aziende (imprese, amministrazioni pubbliche e aziende non-profit)
5) Come rendere concretamente applicabile il principio-guida dell'interesse primario dell'azienda. I principi della carta costituzionale aziendale
6) Strumenti e persone per diffondere la cultura dell'interesse primario dell'azienda
7) Elaborare una mission aziendale coerente con la teoria dell'interesse primario dell'azienda
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Si auspica la massima diffusione dei contenuti.
1) Cos'è l'azienda
Nel libro, il concetto di azienda adottato non corrisponde a quello giuridico (art. 2555 del Codice Civile, "azienda intesa come complesso di beni"), ma ha una natura economico-aziendale, poiché include imprese, amministrazioni pubbliche e organizzazioni non-profit. L'azienda non è una finzione giuridica, cioè uno strumento per soddisfare i bisogni dei suoi portatori di interessi, in particolare di chi la controlla (ad esempio, azionisti, management, politici); è invece una persona reale, o meglio una comunità di persone che possiede un interesse primario e superiore rispetto agli interessi dei suoi stakeholder (azionisti, politici, management, dipendenti, fornitori, clienti, finanziatori, amministrazioni pubbliche).
Le tre classi di aziende considerate sono: imprese, amministrazioni pubbliche e aziende non-profit. Il Capitolo I del libro è interamente dedicato al concetto di azienda e ai suoi attributi essenziali di aziendalità, che includono visione sistemica (o sistematicità), autonomia decisionale ed economicità.
L'AZIENDA È L'UOMO
ovvero una persona reale con un suo interesse, suoi diritti e doveri. L'azienda, quindi, ha responsabilità giuridiche e morali, proprio come una persona fisica.
Anche l’azienda ha bisogno di relazioni con altre aziende. La formazione di ecosistemi aziendali, ossia la collaborazione tra sistemi, è una componente essenziale della sua natura e del suo operare.
PER CAPIRE L'AZIENDA BISOGNA CAPIRE L'UOMO E LA COMUNITÀ, OSSIA LE RELAZIONI TRA PERSONE E TRA PERSONE E STRUMENTI (es. rapporto tra uomo e macchina)
FIG. 1
Video con la spiegazione della FIG 1 registrato durante il corso di Responsabilità sociale e reputazione aziendale (a.a. 2020/2021)
Capitalismo per il bene comune
Il Covid-19 ci ha insegnato che gli ecosistemi, quindi le collaborazioni tra persone, aziende e comunità, si attivano quando c'è un fine comune e condiviso. La lotta contro il Covid è stata un bene comune e condiviso. Il post-Covid deve essere caratterizzato dal perseguimento di altri beni comuni.
Il bravo imprenditore avverte il DESIDERIO di fare impresa: prima concepisce l'idea di business, poi la METTE ALLA LUCE richiedendone il riconoscimento giuridico, se ne PRENDE CURA con RESPONSABILITÀ cercando di farla crescere e sviluppare per consentirle di diventare autonoma e, oltre a servire se stessa, di contribuire alla collettività, infine la LASCIA ANDARE. L'azienda può essere immortale, deve cioè sopravvivere all'imprenditore che l'ha fondata.
Un amministratore pubblico deve avere il desiderio di governare l'istituto aziendale pubblico, di prendersene cura e di lasciarlo andare dopo averne incrementato il valore economico e sociale.
Un bravo genitore non farebbe mai del male alla sua creatura, come pure un bravo amministratore non farebbe mai del male alla sua azienda, perché è sua volontà gestirla con "AMORE, PASSIONE E INTELLIGENZA". L'amore e la passione alimentano l'intelligenza dell'uomo, la volontà di prodigarsi per il bene della sua creatura.
Domande per un esame di coscienza e per valutare la capacità dei soggetti aziendali di perseguire il bene dell'azienda
In anni di formazione presso organizzazioni pubbliche e private è emersa la tendenza da parte delle persone di far coincidere l'interesse dell'azienda con quello di chi la controlla, o di un gruppo ristretto di portatori di interessi (es. azionisti, dipendenti, politici, collettività). Tuttavia, qualsiasi azienda gestita nell'interesse di un unico soggetto o di un gruppo ristretto è destinata a dissolversi o a creare danni per gli altri portatori di interessi e/o per la collettività.
Visto che la collettività legittima l’esistenza delle aziende quando esse servono il bene comune, e che non sempre i soggetti che danno vita alle stesse e/o gli altri portatori di interessi (i c.d. stakeholder, collettività compresa) convergono con tale orientamento, si apre la necessità di rendere indipendente l’istituto aziendale rispetto ai suoi stakeholder e di assegnare allo stesso un interesse specifico che si posiziona, rispetto ad essi, ad un livello sovraordinato.
2) Cos'è l'interesse primario dell'azienda
L’interesse primario dell’azienda è un principio-guida multidimensionale - in quanto incorpora la dimensione economica, sociale e ambientale - volto ad orientare qualsiasi classe di azienda verso il bene comune degli stakeholder e della collettività, senza trascurare la necessità dell'azienda stessa di sopravvivere e svilupparsi nel tempo. L'interesse primario risponde alla domanda sul perché esiste l’azienda, ossia qual è la sua ragion d’essere, il suo ruolo nell’economia, e comprende due elementi interdipendenti (Fig. 1): 1) il fine del “soddisfacimento dei bisogni attraverso la produzione di beni e servizi utili”, ossia il perché l’azienda realizza certi beni e servizi; 2) una condizione di sopravvivenza e sviluppo, riassunta con il termine “creazione di valore sostenibile”, che considera l’azienda come un sistema dinamico atto a perdurare, tendente a servire il bene comune.
Il contenuto dell'interesse primario risposte alla domanda:
Perché esistono le aziende?
Qual è il loro purpose?
La risposta è:
Per servire il bene comune
Governare nell'interesse primario dell'azienda previene la corruzione (a favore o contro l'azienda) e altri comportamenti devianti contro l'azienda (es. da parte degli azionisti, dei politici, dei dirigenti, dei sindacati, dei dipendenti).
Inoltre, favorisce la formazione di ECOSISTEMI aziendali, ossia rapporti di cooperazione tra imprese, amministrazioni pubbliche e non-profit
PURPOSE -> BENE COMUNE -> BENE DELL'AZIENDA -> INTERESSE PRIMARIO DELL'AZIENDA
IL PURPOSE DI TUTTE LE AZIENDE E' SERVIRE IL BENE COMUNE. PER SERVIRE IL BENE COMUNE LA GOVERNANCE E LA GESTIONE DEVONO ESSERE ORIENTATE AL BENE DELL'AZIENDA, CHE E' IL CONCETTO DI BENE COMUNE APPLICATO ALL'AZIENDA. IL BENE DELL'AZIENDA SI PERSEGUE TENDENDO A REALIZZARE IL SUO INTERESSE PRIMARIO
E. Di Carlo (2017), «Interesse primario dell'azienda come principio di governo. Per un contributo dell'economia aziendale allo sviluppo sostenibile», Rivista Italiana di Ragioneria e di Economia Aziendale, 1-4, pp. 21-38.
L'IDEA DELL'INTERESSE PRIMARIO DELL'AZIENDA DERIVA DA UN'INTERSEZIONE TRA CULTURA SCIENTIFICA E UMANISTICA
Edgar Morin osserva che «per risolvere i problemi fondamentali dell’uomo, è necessaria un’alleanza educativa tra cultura umanistica e cultura scientifica. Una mancanza di congiunzione tra le due, infatti, non può servire a un’adeguata maturazione morale e spirituale […] Una conoscenza priva di contestualizzazione è una conoscenza povera. Come fare a riunire i saperi delle varie discipline? Serve un pensiero complesso che permetta di unire ciò che è separato. Oggi serve un nuovo umanesimo»
Importanza del purpose, del senso dell'azienda
Il purpose nel perché dell'azienda
Rispetto al noto modello di Simon Sinek, il perché è uno degli elementi dell'interesse primario dell'azienda
L’interesse primario vuole essere derivato dalla natura e dalla funzione dell’azienda nella società. Tale interesse è quindi generale, o comune, in quanto pone l’uomo e i suoi fini al centro dell’attività produttiva; l’attività aziendale concorre a realizzare l’interesse (a soddisfare i bisogni, economici ed extra-economici) di numerosi soggetti ovvero, partecipa al bene comune dei suoi stakeholder e della collettività. Si può anche dire che l’interesse primario prospettato è legittimo, in quanto è quello più condivisibile dal punto di vista sociale, e indisponibile giacché soddisfa non solo i bisogni del titolare, ma anche interessi pubblicistici che per loro natura non sono negoziabili.
Gli stakeholder (comunità compresa) devono essere interessati a che l’azienda sia posta nella condizione di realizzare il suo interesse primario, in quanto ne traggono un comune vantaggio.
Il framework (Fig. 2) evidenzia gli elementi che compongono l'interesse primario (descritti nel Cap. IV del libro), nonché cosa l'azienda produce e come produce (ossia il modello di attività - modello di business nel caso delle imprese). Il framework rappresenta un pensiero integrato, che mette insieme tre modelli: Il modello mentale (ossia il fine aziendale del soddisfacimento dei bisogni attraverso la produzione di beni e servizi utili); il modello di business; e il modello di misurazione delle performance, composto dai quattro equilibri interdipendenti che insieme formano l'equilibrio complessivo.
L’azienda raggiunge l’equilibrio complessivo quando, date certe forze interne ed esterne, non è possibile migliorare una delle singole condizioni di equilibrio (economico, finanziario, monetario e di interessi) senza peggiorare, nel lungo termine, la condizione di sopravvivenza e sviluppo (quantitativo e/o qualitativo) dell’azienda. Si può anche affermare che l’equilibrio complessivo è un sistema di equilibri particolari (di equazioni), ossia un insieme di quattro equilibri, tra loro interrelati, che la soluzione del sistema (sopravvivenza e sviluppo sostenibile dell’azienda nel lungo termine) deve soddisfare simultaneamente.
Audio con la spiegazione della mission (cosa, come e perché produrre, e per chi, come e in che tempi creare valore) (Fig. 2, parte alta)
FIG. 2
L’azienda è strumentale al soddisfacimento degli interessi dei suoi stakeholder, come pure questi ultimi sono strumentali all’interesse della prima. L’azienda, al pari di un qualsiasi individuo, non ha solo doveri ma anche diritti. Un qualsiasi stakeholder che consideri l’azienda come strumentale ai suoi interessi deve tener conto che la sua irresponsabilità può generare danni all’azienda stessa e ad altri stakeholder (e talvolta anche a se stesso).
Audio con la spiegazione del collegamento tra mission e condizioni di equilibrio (Fig. 2, Equilibrio economico, patrimoniale, monetario e di interessi)
Fig. 3
L’etica si valuta, tra l’altro, con l’impegno che l’azienda e le persone mettono in campo per ridurre l’eventuale gap (FIG. 3) tra l’interesse che essa attualmente esprime e l’interesse primario che la legittima nei confronti della collettività (l’azienda e le persone tendono a…).
Fig. 4
Lezione all'Executive MBA di "Tor Vergata" sull'interesse primario dell'azienda (22-24 novembre 2017)
3) Il fondamento teorico dell'interesse primario dell'azienda
Il fondamento teorico dell’interesse primario deriva dall’intersezione di tre teorie: la teoria amaduzziana dell’equilibrio aziendale (Amaduzzi, 1948), nella versione rivisitata da Cavalieri [2010] (d’ora in poi anche teoria dell’equilibrio) che ne ha esteso l’applicabilità dalle imprese a tutte le classi di aziende (amministrazioni pubbliche ed organizzazioni non-profit), la teoria degli stakeholder e la teoria del bene comune, anch’esse applicabili a tutte le aziende.
FIG. 5
Analizzate singolarmente le tre teorie presentano vantaggi e limiti riguardo il finalismo aziendale e le condizioni da rispettare per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’azienda. Tuttavia, i limiti di una o più teorie trovano compensazione nei vantaggi espressi dalle altre. La forza dell’interesse primario risiede proprio nella modalità con cui tali teorie sono combinate tra loro. Il capitolo III del libro spiega il fondamento teorico dell'interesse primario e le varie intersezioni della figura di cui sopra.
4) Interesse primario nelle classi di aziende
Nonostante il principio-guida dell’interesse primario sia valido per tutte le classi di aziende è necessario specificare i suoi contenuti nelle diverse classi, soprattutto con riferimento al concetto di creazione di valore sostenibile. Proporre una definizione avente valore universale rischia di condurre ad una serie di semplificazioni che fanno scivolare dal generale al generico, rendendo inutile la definizione stessa. In effetti, il “per chi” e “come” creare valore di un’impresa non può che assumere contenuti diversi rispetto a quanto ravvisabile in un’amministrazione pubblica o in una organizzazione non-profit. Il capitolo V del libro tratta questo aspetto, avendo come framework la Fig. 6.
Nelle Imprese il concetto di "creazione di valore sostenibile" può essere sostituito con quello di "creazione di profitto sostenibile", mentre nelle amministrazioni pubbliche e nelle organizzazioni non profit con "creazione di valore d'uso sostenibile"
Fig. 6
Audio della slide