Cos'è e cosa non è

il conflitto di interessi

Le definizioni proposte sono tratte dal libro E. Di Carlo (2020) "Conflitto di interessi nelle aziende. Linee guida per imprese, amministrazioni pubbliche e non-profit", Giappichelli, Torino, e sono oggi utilizzate in numerosissimi siti web, codici di condotta, modelli organizzativi 231 e piani triennali anticorruzione. Inoltre, tali definizioni sono utilizzate nei miei corsi di formazione sul conflitto di interessi, in particolare nel master anticorruzione, di cui sono direttore. Inserendo su google "definizione di conflitto di interessi", questa pagina è tra le prime cinque prodotte dal motore di ricerca.

MAC VI - Presentazione.pdf

Per scaricare gratuitamente le slide e le linee guida sul conflitto di interessi, applicabili, dopo opportuno adattamento, a qualsiasi tipologia di organizzazione pubblica o privata, clicca qui.

1) Definizioni di conflitto di interessi

2) Il conflitto di interessi attuale (o reale)

3) La diffusione della cultura dell'interesse primario dell'azienda

4) Il conflitto di interessi istituzionale

5) Il conflitto di interessi potenziale

6) Il conflitto di interessi apparente

7) Il conflitto di impegni

8) Gli interessi in competizione

9) La formula per la valutazione dell'entità del rischio di conflitto di interessi

1) Definizioni di conflitto di interessi

La definizione del termine CdI non è fine a se stessa, essendo quanto mai necessaria a individuare e circoscrivere il fenomeno e, successivamente, dopo averne valutato l’entità del rischio, a mettere in atto le misure più opportune per affrontarlo.

Il conflitto di interessi (CdI) è variamente definito dagli individui, dalla normativa, dai codici etici, dalle linee guida emanate da alcune organizzazioni e dalla letteratura.

La mancanza di consenso per quanto riguarda la definizione di CdI si riflette sul dibattito su come affrontarlo. Ad esempio, se il CdI viene definito come una forma di corruzione, ossia come un comportamento improprio, appare chiaro che la proibizione arriva ad essere l’unico rimedio possibile. Se, invece, il CdI è visto come una situazione di pericolo, un antecedente della corruzione, rimedi quali la comunicazione o l’astensione sono comunque praticabili.

Definire il CdI è una condizione necessaria ma non sempre sufficiente a individuarlo (Cap. I, § 2.2). Ad essa, infatti, devono essere affiancati una serie di esempi esplicativi, elaborati, però, sulla base di una definizione che possa guidare verso la scelta delle fattispecie rilevanti. Se per l’azienda rileva anche il CdI apparente, è opportuno che essa elabori esempi che tengano conto di questa forma di conflitto

2) Il conflitto di Interessi attuale (o reale)

Il conflitto di interessi reale (o attuale) è la situazione in cui un interesse secondario (finanziario o non finanziario) di una persona tende a interferire con l’interesse primario dell’azienda (ossia il bene comune), verso cui la prima ha precisi doveri e responsabilità

Il conflitto di interessi reale (o attuale) è quindi quello che si presenta nel momento in cui si deve esprimere un giudizio o manifestare la sua volontà. Ad esempio: Il medico che prescrive la medicina; il docente che esamina lo studente; il consigliere di amministrazione che delibera su una fusione aziendale o l’approvazione di un’operazione con una parte correlata; il responsabile acquisti che valuta la qualità dei fornitori

La definizione proposta ha volutamente carattere generale; ciò consente di adattarla alle fattispecie di conflitto che possono riguardare gli individui e le organizzazioni nei diversi ambiti, restando fermi i suoi elementi essenziali. Ad esempio, qualora un dipartimento universitario volesse definire il CdI nell’ambito del suo codice di condotta, sarebbe opportuno che la definizione generica fosse adattata in questo modo: “Il conflitto di interessi è la situazione in cui l’interesse secondario di un professore, di un ricercatore, di un collaboratore o di un impiegato tende a interferire con l’interesse primario del Dipartimento”. A questo punto è opportuno definire il contenuto degli interessi secondari (finanziari e non finanziari) e di quello primario (es. interesse dello studente; obiettività della ricerca scientifica).Per alcuni esempi di conflitto di interessi, classificati in base alla natura degli interessi secondari, clicca qui.

3) La diffusione della cultura dell'interesse primario dell'azienda è alla base della gestione dei conflitti di interessi e dei dilemmi etici, rappresentando un rimedio volto a prevenire la corruzione in qualsiasi classe di azienda (imprese, amministrazioni pubbliche e aziende non-profit).

La diffusione della cultura dell'interesse primario trova fondamento nei principi che ho inserito nella carta costituzionale della comunità aziendale

I principi della carta costituzionale.pdf

Per approfondimenti sul tema dell'interesse primario dell'azienda e su quello del conflitto di interessi, rinvio al Modulo I e II del master anticorruzione, di cui sono direttore.

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4) Il conflitto istituzionale trova origine dal fatto che l’azienda viene considerata, al pari di un individuo, come una persona reale. Ne consegue che essa può essere accusata di alcuni crimini ed ha responsabilità anche morali

Il conflitto istituzionale viene a dipendere in modo rilevante dalla volontà della governance, che ha il compito, tra l’altro, di determinare l’interesse aziendale da esprimere nella mission, ossia perché esiste l’azienda, qual è la direzione che essa deve prendere.

5) Il conflitto di Interessi potenziale

Il CdI potenziale è la situazione in cui l’interesse privato (finanziario o non finanziario) di una persona potrebbe, in un futuro più o meno prossimo, tendere a interferire, divenendo secondario, con l’interesse primario dell’azienda, verso cui la prima ha precisi doveri e responsabilità

In questa definizione viene dunque utilizzato il termine “potrebbe” in quanto ci sono interessi rilevanti, ma i compiti attuali del soggetto non ne risentono.

Tra i rimedi per gestire tale conflitto vi è quello di rendere noti tutti gli interessi finanziari e non finanziari che potrebbero interferire con i doveri e le responsabilità

6) Il conflitto di interessi apparente

Il CdI apparente (o percepito) è la situazione in cui l’interesse secondario di una persona può apparentemente interferire, agli occhi di osservatori esterni ragionevoli e informati, con l’interesse primario dell’azienda, verso cui la prima ha precisi doveri e responsabilità.

Inoltre, è CdI apparente anche la situazione in cui appare un interesse secondario, sempre agli occhi di osservatori esterni ragionevoli e informati, anche se non è detto che esso sia realmente presente.

Dunque, l’apparenza può riguardare l’interferenza e/o l’interesse secondario.

Nel conflitto apparente, quindi, la situazione è tale da poter danneggiare seriamente la reputazione del soggetto coinvolto e quella dell’organizza­zione in cui opera, anche quando l’interesse privato – che deve essere comunque presente per poter parlare di CdI – non ha alcuna interferenza sull'interesse primario, potendo addirittura essere ad esso allineato. Il rischio reputazionale è importante in quanto se anche solo uno degli agenti si trova in una situazione di CdI non gestita, i soggetti esterni potrebbero ritenere che l’intera organizzazione è indulgente rispetto a tali pratiche.

7) Conflitto di impegni

Il conflitto di impegni (conflict of commitment) si manifesta attraverso una sensibile riduzione dei tempi che una persona può (e deve) dedicare all’interesse primario del­l’a­zienda, quindi ai suoi doveri e responsabilità, alla concentrazione e all’energia profusa sulle attività da svolgere.

Il conflitto di impegni interno ed esterno

In proposito, Dickens e Cook [2006] propongono l’esempio del medico che, nell’ambito della stessa struttura, svolge sia attività ospedaliera di cura dei pazienti sia attività didattiche facendo lezione all’università. In tal caso, il medico potrebbe non avere il tempo per svolgere adeguatamente le due funzioni. La caratteristica di questo esempio è che il medico è in conflitto di impegni per attività svolte nella stessa struttura, ossia entrambe le attività sono funzionali al raggiungimento dell’interesse primario dell’organizzazione, in quanto ricerca e didattica rientrano entrambe nell’interesse istituzionale, volto a soddisfare i bisogni della collettività. Parimenti è in conflitto di impegni il docente che lo stesso giorno e nella stessa università si trova a dover insegnare a un master e ad essere commissario di tesi di laurea.

Ben più rilevanti sono i conflitti di impegni generati da attività esterne, di tipo lavorativo o familiare. Ad esempio, se un docente universitario dedica poco tempo agli esami (o ad altre attività istituzionali) perché è impegnato con attività extra universitarie (es. attività professionale o attività ludiche con la famiglia), vi è il rischio che il voto da assegnare agli studenti, frettolosamente esaminati, ne possa risentire, in positivo o in negativo, determinando talvolta gli stessi effetti di un CdI

8) Interessi in competizione

Gli interessi in competizione (competing interest) si manifestano nel momento in cui ci si trova di fronte a diverse scelte alternative per il raggiungimento vdell’interesse primario.

Di norma gli interessi in competizione nascono dal fatto che un soggetto viene a svolgere un ruolo/funzione che richiede di servire più principali, per tale motivo si parla anche di conflitto di ruolo. Rientra in questo caso il consiglio di amministrazione che deve soddisfare l’interesse dei vari stakeholder. Tutte le funzioni aziendali possono veder nascere tale tipologia di conflitto (es. per gli acquisti, scegliere a quale fornitore dare priorità nei pagamenti).

9) La formula per la valutazione dell'entità del rischio di conflitto di interessi (Cap. IV del Libro)