La relazione vitale
1. Assorbire - L'azione dell'assimilare, del fare proprio, del prosciugare .
Il soggetto lettore applica i suoi criteri orientativi che danno alla cosa-res esplorata una particolare angolazione di significato, da parte sua l'oggetto esperito influenza l'orientamento dell'occhio, captandone l'attenzione da cui partirà l'elaborare del senso storico dell'avvistato.
La lettura del campo-habitat da parte dell'osservatore assorbe il suo tempo-spazio mentale che resterà influenzato dai significati che di volta, in volta verranno elaborati. Ogni elaborazione è una mappa-carta di lettura che ha in sé sia il punto di vista dell'osservatore e sia la res di cui è il modello.
Ogni processo di conoscenza è una ricostruzione storiograficai di un percepito, quid-eco storico, che trova alloggiamento-casa nelle mente dello stesso osservatore, il quale diviene di quell'eco di vita il custode-trasmettitore per i piani storici che verranno. In tale essere ricevitore e trasmettitore di particolarità vitali, ogni singola realtà individuale (ogni uomo) svolge un doppio ruolo, a matrice e figlio, nelle osservazioni storiche, introducendo la sua impronta informativa, con un suo bagaglio di esperienza, con una sua traiettoria di evoluzione, nella variegata molteplicità della Coscienza collettiva, la Memoria Storica, arricchita dalla lettura di tale singolarità.
Nascono, così, le sensibilità individuali, familiari, sociali, etniche e universali che delimitano le appartenenze epocali, come i tanti abiti mentali in cui si innestano i gradi di qualità delle scelte fattuali, non solo private ma sociali ed epocali:
Ogni epoca elabora la sua coscienza storica che si pone a matrice di quelle scelte individuali e di quelle giustificazioni storiche che attribuiscono il valore o meno di un accadimento, assolvendo o condannando le coscienze medesime:
Ogni costruzione cognitiva si apre a più livelli semantico-disciplinari, ciascun livello è una particolare angolatura di visualizzazione che interpreta un certo verso di realtà. Nessun verso-direzione è esaustivo ai fini della conoscenza, per cui è necessario sviluppare un occhio-sguardo allargatoii (eco-biostorico a punto-luogo infinito) in grado di poter attuare delle letture correlate più sfumate e aderenti alle dinamiche fattuali che si evolvono su molteplici strati-nicchie di reali.
L'errore storico della "Modernità" è stato aver creato una conoscenza a discipline indipendenti che ha finito con il dare una visione frantumata di realtà, poiché tagliando i collegamenti tra i campi d'indagine, si è finito con il leggere i differenti fenomeni come dei sistemi isolati per sé stanti, privi di legami con l'intero sistema vitale che con un occhio posizionato a campo-luogo infinito si presenta come un uno/tutto interconnesso e interagente a multi-verso e a multi-faccia.
La ricaduta sul piano mentale dello stesso osservatore è stata una forma mentis a sua volta scissa, quale organizzazione schizoide che ha generato un vizio di lettura, per incapacità a saper immaginare e proiettare gli effetti di ritorno d'azione a multi-disciplina. Da una sì fatta miopia cognitiva si è implementata una disfunzione organizzativa (a più velocità) con gravi squilibri tra i diversi sistemi culturali, sociali e naturali per l'insorgenza di sacche sempre più ampie di incomprensioni che hanno creato spazi di povertà, di ignoranza, di ingiustizia e di depauperamento dello stesso ambiente, contorno, dell'azione esplorativa.
L'incapacità mentale a saper visualizzare le traiettorie di effetto di ritorno negli spazi a più tempi-luoghi, ha fatto, nella mente dell'osservatore-agente, come implodere su se stesso il campo vitale, quasi si fosse accorpato e condensato fino ad assumere delle dimensioni di semplici lampi-flash; tipico modo di un bimbo che non abbia ancora sviluppato la rete spazio-temporale della sua coscienza fattuale.
L'aver tolto profondità retroattiva allo sguardo ha innescato una forma di sordità sensoriale sulle ricadute degli echi d'evento nei differenti campi (casa, nazione, ambiente, economia, politica...) rendendo gli stessi individui, a loro volta, degli isolati, estraniati dalla realtà naturale che intorno e dentro si evolve e si organizza, rispondendo alle leggi profonde della dinamica vitale.
"Se l'aria mi raccontasse di te vorrei perdermi per sempre nel vento, lì ascolterei le tue parole e i tuoi sospiri,
lì sarei vicino alla tua anima e al calore del tuo cuore."
(Eugenio Montale)
La vita è un processo d'ibridazione che si costruisce nella relazione individuo-campo.
Nell'azione di lettura l'occhio osservatore può indirizzarsi o verso l'individuo (girasole) o verso il campo (habitat), ma la lettura ad isolati è una riduzione di complessità, poiché ogni individuo storico è un tutt'uno con il suo contorno che lo plasma e lo de-forma, come fa il vento con la nuvola.
La costruzione della coscienza intorno al sé e al mondo è un processo di spaziatura geometrica che dà una forma topologica e insieme semanticaiii al campo spazio-temporale che dilatandosi si struttura in un dritto/rovescio di significati a dentro/fuori (l'io-sé, il soggetto osservatore e il fuori io-sé, il mondo-habitat).
La linea-frontiera di percorrenza che snoda la coscienza nelle due realtà storiche è il tempo 0, area del presente, che, di attimo in attimo, si costruisce a nodo-membrana di separazione di quell'unicum a due facce, facendo aprire così lo sguardo ai più ampi orizzonti delle proiezioni ideative-osservative-fattuali, a più fuochi di lettura, e più si fa profonda e frastagliata l'organizzazione-percezione della realtà e più si mostra complessa la verità esperita, registrata, definita in una molteplicità di linguaggi che hanno come funzione:
In tale ampiezza di veduta i significati, i fatti, gli spazi e i tempi trovano luogo-casa nelle conoscenze singolari che si fanno mappe-carte di significati generali intorno agli esperiti che possono così assume nome-forma-identità di abiti di realtà:
La capacità ad astrarre dai fatti-spazi-luoghi locali, le leggi generali è il processo di oggettivazione che trasforma i compresi in apprendimenti trasferibili in altri piani di futuro, come "leggi" e "casi" storici (a 360°).
In tal senso, il limite della mente umana si coglie nella elaborazione delle dualità di singolare e plurale, particolare e generale... essendo essa mente, una unità singolare che esperisce fatti singolari in spazi-tempi singolari, ma con la mania di proiettarli come su uno schermo (scienza dello sguardo) per fare, di quegli avvistati, dei "valori" condivisibili.
Essendo questa pretesa di oggettività un fatto prettamente umano, la capacità ad astrarre da semplice funzione mnemotecnica di memorizzazione, si fa errore storico ogni qual volta, costruita la classe di definizione la si applica genericamente (campo del pregiudizio), svincolandola dalle osservazioni locali, campi ristretti, che possono far emergere le inadeguatezze estensive delle letture, con i possibili altri approfondimenti. Data la dinamicità dei campi vitali per effetto dell'erosione dei quanti storici, le mutevolezze degli "stati" richiedono una continua rilettura delle carte con una complessa trascrizione delle stesse:
Con una topologia a corpo unico di dentro/fuori dalla narrazione di uno spazio esterno si può tracciare la mappatura dello stato interno del pensiero e viceversa, per cui si possono ricostruire, ad esempio, da una lirica elaborata, gli stati mentali dello stesso poeta.
Il punto dell'orizzonte nella lettura è funzionale all'inclinazione che si dà allo sguardo-osservazione, per cui essendo i campi-orizzonti molteplici si intensificano le sfaccettature della forma-lettura di realtà, rendendo fortemente vincolata ogni analisi che non può definirsi oggettiva per se stante, come un verità ferma una volta per sempre, ma solo relativa alla linea-occhio-inclinazione di significato-fatto di vissuto.
Nascono, in tal modo, le molteplicità di geometrie, di fisiche, di opere artistiche, di poesie, di manufatti, di tecnologie... tutte letture singolari che hanno, ognuna in sé, un frammento-guizzo di verità, vincolata all'occhio osservatore che l'ha colta e appellata in un dato periodo storico, legato alle sue particolari organizzazioni cognitive.
Quelli che erano gli scenari immaginativi del 700, non possono essere confusi con quelli del 1200 o del 2012, si spiegano così le evoluzioni della carte che fanno le differenze tra una astrologia e una astronomia, tra una alchimia e una chimica. Anche le conoscenze della scienza odierna sono destinate ad essere superate non appena cambieranno gli orizzonti di lettura e si intensificheranno le complicanze disciplinari e in un 3012 anche gli attuali criteri saranno definite novelle alchimie.
Ogni verità esperita non può avere la pretesa di essere esaustiva di tutta la complessità (processo moltiplicativo) di una realtà a multi-strato, a multi-forma e a multi-verso:
Interessante a chiarire la mutevolezza proiettiva dei significati, è la riflessione, ad esempio, di E. J. F. Hobsbawmiv sulla relazione uomo-tempo nel sistema industriale. Con il passaggio al sistema di fabbrica, secondo lo storico inglese, si è generata una contrazione del significato "tempo", sino a fare perdere, nella coscienza, il senso di tempo esteso:
La sensazione, in una Società sì fatta, è quella di essere in uno stato dimensionale a punto-punto, che rende gli sguardi-mente incapaci a tracciare le traiettorie dei pensati per aprire i campo-finestre del futuro.:
Perdendo abitazione, il soggetto lettore smette di vedere e si fa un isolato, avulso da una realtà-contorno, che perde stanza-nicchia nella sua coscienza. Perdendo il legame con il campo, l'azione può diventare pericolosa essendosi denaturata da qualsiasi criterio di valutazione sugli effetti di ritorno. E dalla presa di consapevolezza di tale vizio di forma che nasce l'organizzazione eco-biostorica, come risposta alla difficoltà di lettura storica.
Con la lettura a occhio-mente eco-biostorico si comprende bene come, chiudendosi la finestra futuro, automaticamente resterà chiusa quella passato e tutto si frantuma nell'ora-adesso.
Se si tagliano i fili dei legami tra il passato-presente-futuro, la dimensione storica assume una struttura a punti scollegati, come tanti flash spazio-temporali non estesi e non evolventesi in diramazioni di accadimenti. Denaturati quindi da una trama e da un fine-scopo i soggetti da costruttori di azioni consapevoli si trasformato in consumatori di eventi subiti ineluttabilmente e quindi da liberi a schiavi.
La sensazione che se ne ricava sul piano mentale è di un'assenza di logicità che rende la stessa vita un non senso. Con la perdita del significato s'innesca, automaticamente, una forma di schizofrenia collettiva che annichilisce la capacità del singolo ad assumere una meta-posizione di fronte allo scorrere degli eventi, come quella facoltà mentale e cognitiva a sviluppare un occhio critico in grado si saper stoppare una dinamica negativa e innestare una contro-tendenza, come sa fare un contadino su un arbusto selvatico che diventa un melo.
Si possono spiegare, in tale incapacità a posizionarsi nella vita, una molteplicità di fenomeni collettivi che implicano uno svuotamento di coscienza, come una forma di ebbrezza emotiva che fa dare risposte storiche apparentemente irrazionali:
Se queste sin qui analizzate sono le interdipendenze relative alla dimensione tempo, anche per lo spazio si possono leggere le variazioni di orizzonti.
Se la relazione uomo-tempo è come implosa, per contro la relazione uomo-spazio si è amplificata, sino a far percepire tutto il pianeta Terra come un unico villaggio, grazie alla rete virtuale, con esigenze e bisogni comuni che implementano certe produzioni e limitano le diversità locali e territoriali con il radicarsi delle mode uni-formi; ma tuttavia l'ampliamento dello spazio geografico, non supportato da un'adeguata dilatazione del tempo, sta creando un sistema relazionale di semplice superficie o come direbbe Pirandello di sola facciata, come un accorpamento di umori-bolle d'interessi labili, che con altrettanta facilità si dissolvono, senza lasciare eco-memoria del loro passaggio.
L'inadeguatezza sensoriale-percettiva come ricaduta sul piano mentale, amplifica la visione a punto, creando stati emozionali privi di una radice-appiglio storico che faccia sentire radicati nella vita, come lo è una quercia, salda nel terreno, che apre le sue fronde verso il cielo e sa accogliere come braccia salde, le nidiate di uccelli.
Il pericolo di una sì fatta organizzazione cognitiva è nel rischio che, perdendosi il significato storico, automaticamente si dismetta il senso-direzionale dell'abitare nella realtà, divenendo falene impazzite che, avvicinandosi troppo alla luce, finiscono con il morire.
L'indagine-organizzazione biostorica si pone come obiettivo prioritario il superamento di tale vizio cognitivo, recuperando le facoltà proiettive della mente, attraverso il potenziamento dell'occhio con la moltiplicazione dei verso-direzioni degli spazio-tempi di lettura, a multi-faccia e a multi-verso:
Porre l'osservatore, l'oggetto osservato e l'osservazione come un unico sistema, apre alla topologia a dentro/fuori della stessa realtà che assume lo stato di naturalezza in relazione ai criteri di lettura e di immaginazione dello stesso osservatore che interpreta le dinamiche evolutive, applicando le personali mappe cognitive che si fanno occhiali e bussole di osservazioni, in tal modo:
Ogni forma di rappresentazione risponde ad una domanda che l'osservatore si è posta. La risposta trovata e codificata in un modello di spiegazione si rivela come la carta cognitiva di quel particolare compreso storico a sistema unico osservato-osservatore-osservazione.
Con una topologia della realtà a dentro/fuori non si può parlare più di realtà in sé e di osservatore in sé, ma entrambi si definiscono e si vincolano nelle relazioni eco-biostoriche come in utero-sacca a madre-feto.
2. Il tempo 0
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iA. Colamonico. Fatto Tempo Spazio. Premesse per una didattica sistemica della storia. OPPI, 1993.iiA. Colamonico. Ordini complessi. Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo, 2002.iiiA. Colamonico, M Mastroleo. Le Geometrie della Vita nel salto Eco-biostorico. Verso una topologia a occhio infinito della relazione mente/mondo. © Il Filo s.r.l. 2010. Per un approfondimento: A. Colamonico Lo sguardo biostorico tra echi di realtà e tempi 0. Il ruolo storico dell'Osservatore nella costruzione della realtà multi-proiettiva. © 2011ivE. J. F. Hobsbawm. Le rivoluzioni borghesi 1789-1848. Il Saggiatore 1963.© 2012 - Antonia Colamonico
La struttura profonda dell'organizzazione vitale è informazione (azione che prende forma), come un movimento di input-segnali (quanti-echi informativi) che emergendo dal vuoto, creano gli accorpamenti a multi-strato di forme e vite storiche.
Volendo provare a dare una definizione elementare del processo vitale, si possono isolare 4 comportamenti funzionali al mantenimento del processo stesso:
Tale formazione primordiale, si può chiamare la particella di Dio, come lo stato-cella che dà il via alla storia.
Il termine Dio assume in tale contesto il significato di funzione organizzativa che si fa "utero-nicchia profonda, a campo allargato, della vita", quale membrana-tessuto-pelle della vita a 360° (Dio-mamma come forza connettiva, similare al vuoto quantistico che è il contenitore a campo tutto del divenire della storia, in cui si distinguono, assumendo identità, le molteplicità delle singolarità storiche):
La compattezza dello stato dei quanti storici, in tale stadio pre-evolutivo inizia a collassare, generando una struttura porosa, come un insieme a vuoto/pieno, di assenza/presenza di forme, proprio in tale fase d'organizzazione inizia a prende spessore la spugna storica con a gradi sempre più complessi, di strati evolutivi.
La fitta rete di modellamenti rende viva la costruzione l'intero sistema storico che si presta ad essere osservato e analizzato con differenti lenti e scale di lettura. Ogni lettura è solo una riduzione di complessità e ciò ne costituisce il limite, funzionale ad un possibile arricchimento successivo. L'essere un campo aperto rende a sua volta modellabile la lettura che si apre alle novità informative che rendono intrigata la conoscenza come una chioma di quercia.
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i Interessante a tale proposito sono gli studi di Edward Fredkin, pioniere della fisica digitale, egli sostiene che sotto la superficie fenomenica, l'universo funzioni come un sistema di bit binari ed è convinto che l'intero universo sia governato da una regola unica di programmazione. (E. Fredkin, "Finite Nature" Proceedings of the XXVIIth Rencontre de Moriond,1992.) I. Bogdanov, parlando di lui sottolinea “ai suoi occhi sotto la superficie dei fenomeni, l'universo funziona come se fosse composto da un traliccio tridimensionale di interruttori, un po' come le unità logiche di un gigantesco calcolatore. È questa la ragione per cui, in tale universo, le particelle subatomiche e gli oggetti che esse governano con le loro combinazioni sono solo degli “schemi di informazione”, in perenne movimento.” J. Guitton “Se Fredkin ha ragione, e se un giorno sarà possibile scoprire le leggi che permettono al flusso universale di informazione di dare ordine al reale, si può allora capire perché le leggi della fisica funzionino: la tappa seguente sarà quella della fisica semantica, quella dei significati. Mi sembra che questa rivoluzione scientifica inauguri la terza fase della fisica. La prima è quella di Galileo, Keplero, Newton, nel corso della quale i vari movimenti sono stati catalogati, senza che si sia potuto spiegare che cosa fosse il movimento; la seconda è la fisica quantistica che stabilisce un catalogo delle leggi del cambiamento senza spiegare che cosa sia una legge. La terza, che ancora deve cominciare, consiste nel decifrare la stessa legge fisica.” da J Guitton , G. Bogdanov, I Bogdanov. Dio e la scienza. Verso il metarealismo. Bompiani 1992. (pp. 82-83).Carmen: - Ma insomma, Agnese, se non ti chiamo ti scordi della mia esistenza, che amica sei?
Agnese: - Ciao Carmen, eri da ieri nei miei pensieri, ma ero troppo accartocciata e avevo bisogno di silenzio. Tutto il silenzio del mondo. Ho dovuto fare un'operazione di dispiegamento.
L'accartocciarsi non è solo della foglia. Anche la coscienza subisce la medesima sorte, quando s'imbatte nelle arsure delle incomprensioni.
Quando si veste a festa l'altro e quell'altro, sentendosi troppo appesantito dalla responsabilità del ruolo, si sottrae, svincolandosi, allora la coscienza perde linfa e si fa tutta grinzosa.
Ogni piega è uno stato di dolore e ogni dolore è una deformazione della bellezza del sentire.
Sono questi i momenti in cui necessita fare ordine.
Ricollocare tutto e tutti nelle giuste angolazioni per dare una parvenza di credibilità alla vita.
Nell'azione del riordino, tutto viene messo sottosopra, essendo un cambio di stagione.
Ogni stagione richiede un abbigliamento adatto e, in tale svecchiamento, il silenzio è d'obbligo. Silenzio dapprima da sé e poi dagli altri.
Nel silenzio prendono spazio l'idea nuova, la soluzione nuova, la dignità nuova che dispiegano le rughe delle incompatibilità.
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Da: Antonia Colamonico. Il grido - Orditi di trame 1° Ordito