Il vincolo

Data pubblicazione: 4-feb-2013 17.47.42

da: La vita come processo partecipativo dialogico a più logiche.

"Il vincolo storico è la chiave di lettura della relazione individuo/campo. Con un approccio esplorativo biostorico, a cinque dimensioni di lettura, è in tale limite che si crea il bordo-confine che permette di attuare il rovesciamento del occhio-significato stesso, ad esempio di creazione che da campo chiuso (essere) si fa un campo aperto (divenire) in cui ogni realtà dalla più piccola alla più complessa è chiamata a co-donare la sua quota di informazione al realizzarsi della vita. Personalmente credo che il paradiso e l'inferno siano in questa terra e in parte li costruiamo noi e, in moltissima parte, ce li fanno vivere. La morte è il tra-passo in un'altra dimensione e noi tra-passiamo o sotto forma di luce o di buio, in relazione al bene informativo che avremo saputo e voluto immagazzinare e trasmettere (nella spugna della vita). La morte è, dunque, una "porta-finestra" che apre o alla luce (dio-mamma-utero) o al buio, campo del nulla eterno. Una cosa è certa che ognuno troverà quello in cui avrà creduto e per cui avrà vissuto. Poi tutta quella rappresentazione di diavoli e di draghi, altamente medievale, è solo una iconografia che era stata funzionale all'arte dello spaventare e tenere buone le "anime" in un periodo di grande barbarie storica. Con questo non voglio dire che il male non esista, anzi c'è e come, e noi lo implementiamo ogni qual volta diamo spazio alle "malignità (- dignità) storiche", essendo sempre posti di fronte alla scelta. Ogni scelta è una gemma-seme che si apre alla cresta di effetti futuri che imprimono sempre nuove scelte e ogni singola scelta è un'opportunità nuova al bene. In tale dinamismo dei fatti, ogni uomo è responsabile delle quantità di bellezza e di bruttezza che saprà imprimere nella Storia, aprendo o al vuoto o al pieno di spugna. Ogni vuoto è un bene che avrebbe potuto prendere realtà; ogni, vuoto è una negazione di cittadinanza. Tutti sono posti di fronte alla privata coscienza che sa assolvere e condannare, - 2° livello della coscienza, direbbe Socrate, che fa essere, osservatore dell'osservatore - permettendo di virare e rimediare all'errore. Quello che conta è solo, e solamente, la logica del "cuore", e come sostenne il grande P. Pascal, colui che ha aperto all'infinito matematico, tra il credere e il non credere è più conveniente credere e, dunque, io credo!". L'autrice.