SOGNANDO LA SICILIA Il viaggio d'istruzione tanto atteso ....
Docente: Prof.ssa Virginia Olivito
27 maggio 2020
Da qualche mese a questa parte, la nostra vita è stata completamente stravolta dall’avvento del Coronavirus anche in Italia. Per prevenire l’aumento dei contagi e, di conseguenza, anche dei decessi, gli italiani sono stati obbligati ad affrontare una quarantena che dura ancora oggi, anche se con piccole aperture solo per chi lavora o necessita di serio bisogno.
Nonostante i lati negativi di questa quarantena, siamo riusciti a trovare anche qualche lato positivo in tutto ciò: questi mesi trascorsi nella nostra casa ci hanno permesso di riflettere su ciò che prima sembrava banale e ci hanno permesso di riscoprire i vecchi valori e le antiche tradizioni del passato. A causa dell’emergenza Covid-19, non è possibile scambiare baci o abbracci e restare vicini a meno di un metro, altrimenti rischiamo di contrarre questo virus letale. Prima ci sembrava banale abbracciare il nostro migliore amico o baciare i nostri parenti quando ci riunivamo nei pranzi di famiglia. Adesso, invece, ci siamo resi conto di quanto questi piccoli gesti siano importanti per noi, delle piccole dimostrazioni di affetto che ci riempiono il cuore. Ci viene spontaneo abbracciare un amico per strada, quindi non poterlo fare è come toglierci un pezzo della nostra quotidianità, della vita “normale” che avevamo fino a qualche tempo fa.
Stando a casa, abbiamo riscoperto il valore della famiglia unita e dell’amicizia: quando ci mancano i nostri amici e i nostri parenti! Certo, possiamo vederci attraverso lo schermo del telefono oppure con una breve chiamata, ma non è come guardarsi negli occhi, ridere insieme e parlare del più e del meno da vicini. Quanto sarebbe bello ritornare a casa dei nostri cugini e passare con loro i pomeriggi più spensierati e felici, rincorrerci nel giardino e fare merenda seduti sulla dondola, sentendo gli zii e i nonni chiacchierare e preparare la pizza per la cena...
A proposito di pizza, anche qui qualcosa è cambiato. Appena è stata dichiarata la condizione di emergenza, tutti si sono precipitati nei supermercati per fare le provviste per la quarantena e cercare di uscire il meno possibile. A tal proposito, il lievito di birra è letteralmente scomparso in un batter d’occhio dagli scaffali dei supermercati. Quindi si è provveduto con il lievito madre, molto più difficile da usare del lievito di birra e perciò meno usato fino a poco tempo fa. Invece ora si è riscoperta questa antica tradizione e soprattutto il suo grande valore: il lievito madre ha raggiunto il boom di produzione ed è sulle tavole di tanti italiani che continueranno ad usarlo anche dopo la fine della quarantena, proprio come me.
Oltre a questa “riscoperta dal passato”, abbiamo iniziato a riprendere le usanze di un tempo. Anche io e la mia famiglia lo abbiamo fatto. Per esempio, prima della quarantena il pane lo compravamo in panetteria o al supermercato. Ora, invece, lo facciamo in casa e questo ci ha uniti tutti. Ci divertiamo a impastare e a infornare il pane e trascorriamo del tempo in famiglia. Inoltre, ho anche imparato da mia nonna a cucinare, cosa che prima non facevo assolutamente per mancanza di volontà e tempo. Insomma, questa quarantena ci ha aiutato a riscoprire il valore della famiglia unita, che prima era dimenticato dal rumore della città.
Molte persone prima, anche per via del lavoro, non trascorrevano molto tempo nelle loro case. Con la quarantena, costrette a rimanerci, hanno scoperto la bellezza di vivere in una piccola comunità, che nel suo piccolo può fare molto. Il valore più bello riscoperto, a parer mio, è stato il dialogo. In una frenetica città, dove tutto è perennemente cronometrato, il dialogo era quasi scomparso. Ora abbiamo realizzato quanto è bello chiacchierare con la vicina di casa o con il portinaio.
Questa situazione così drammatica ha fatto rinascere, inoltre, il sentimento di unità nazionale e di patriottismo ormai spento in molti italiani: a mezzogiorno ci affacciamo tutti sul balcone e applaudiamo per cinque minuti in onore di tutti gli infermieri che hanno dato la vita per salvare i pazienti ammalati di Covid. Alle sei del dopopranzo cantiamo tutti canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana: Felicità di Albano e Romina Power, Il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano e l’Inno di Mameli che, soprattutto in questo periodo, rappresenta la forza e la capacità degli italiani di non arrendersi mai e di continuare a lottare sempre per andare avanti.
Questa quarantena è stata per tutti noi un periodo di intense riflessioni e profondi cambiamenti. D’ora in poi non potremo di certo aspettarci che la nostra vita sarà tale e quale a prima, ma riusciremo comunque ad abituarci e a continuare ad andare avanti, come abbiamo sempre fatto. Ne abbiamo passate tante, molti eventi hanno cambiato per sempre il corso della storia, come questo che sta accadendo oggi, ma noi ci rialzeremo a testa alta, ancora più forti di prima, e grideremo ad alta voce a tutto il mondo quanto siamo forti, perché andrà tutto bene!