SOGNANDO LA SICILIA Il viaggio d'istruzione tanto atteso ....
Docente: Claudia Pastore
24 marzo 2020
Oggi è uno degli ultimi sabati prima dell’inizio della scuola, e Alex e i suoi amici hanno deciso di trascorrerlo in piscina. La schiappa, ehm … Alex,è un dodicenne come tanti, con una famiglia felice e dei buoni amici. C’è solo un particolare che rende la sua vita più difficile … Alex è una vera schiappa, combina sempre guai, quando cammina inciampa, quando corre cade, dimentica gli appuntamenti, perde i libri…e chi più ne ha, più ne metta. I suoi amici gli vogliono bene, ma quando combina guai non possono fare a meno di ridere e prenderlo in giro,cosicché lui si sente ancora di più una schiappa. Tuttavia, i suoi amici lo aiutano(dopo aver riso) come dei “veri amici”, cioè nel momento del bisogno e, particolare molto importante, ci sono sempre. Per la fatidica giornata in piscina, Alex ha preparato un borsone enorme, con tutto il necessario per divertirsi ed evitare guai e, insieme ad Eleonora, Marco e Francesco, da inizio alla fantastica avventura. In piscina, stranamente, non c’è nessuno, ma lui è contento perché così evita il rischio di figuracce “schiappose”, ad esempio quando si tuffa dal trampolino. Dopo aver posato le loro cose nello spogliatoio, corrono a mettersi il costume. Alex non si accorge di averlo un po’ largo, perché, per fortuna, non gli cade, ma se ne accorgerà a fine mattinata … ne vedremo delle belle, statene certi!!! Mentre gli amici entrano immediatamente in acqua, Alex resta seduto sul bordo piscina … -Alex, vieniii!- gridano a gran voce, spruzzandogli l’acqua addosso … -Sbrigati, altrimenti ti tiriamo giù noi!- Finalmente si decide ad entrare, ma scivola e … -splash-,cade maldestramente in acqua, schizzando gli altri e … indovinate un po’? annaspando, perché lui, in realtà, si regge appena a galla! Nonostante ciò, per seguire gli amici, decide di tuffarsi dal trampolino più alto. Preoccupato, ma fiducioso, sale la scaletta, mormorando fra sé e sé: -ce la posso fare, ce la posso fare, ce … no, non credo che ce la farò … andrò al trampolino più basso!- E così fa, perché sa che con la sua sfortuna “schiapposa”, non riuscirebbe a saltare da un punto così alto, soltanto che, nel girarsi, trova una lunga fila di persone che stanno aspettando il loro turno per tuffarsi … alcune cadono in acqua, altre riescono a ritornare indietro … lui riesce a malapena a mantenersi in equilibrio, fra le risatine e le battute ironiche degli amici, ma soprattutto di Eleonora, alla quale tiene tanto perché, a dirla tutta, ne è segretamente innamorato.(sssh … che se lo capiscono gli amici, è veramente fritto!). Arrivato al trampolino più basso,-splash-,si tuffa! Un tuffo un po’ strano, ma pur sempre un tuffo. Quando arriva sott’acqua, per poco non affoga; risalito in superficie, sente che gli manca qualcosa … :il costume! Così, con grande imbarazzo, si fa prestare la maschera da Marco per recuperarlo. Non era mai riuscito ad immergersi, forse perché non ci aveva provato abbastanza, perché non aveva creduto in sé … Alex finalmente con il costume addosso, esce dall’acqua, perché intanto è arrivata l’ora di andare via. Ma non è ancora finita … Scivola e batte un ginocchio, che subito gli si gonfia. Fortunatamente, la piscina è provvista di un kit di Pronto Soccorso, dove si trova, fra l’altro, una busta di ghiaccio sintetico che, poggiata sul ginocchio, calma il dolore. Ma…ennesima sventura(capitano tutte a lui), vede una vespa ronzargli intorno. Tentando di sfuggirle, si butta nuovamente in acqua, incurante del fatto che non era bravo a nuotare. Eleonora, Marco e Francesco non ci pensano due volte e si buttano appresso a lui, riuscendo a trarlo in salvo. Usciti dall’acqua, vanno nello spogliatoio per cambiarsi. Sono stanchi, ma allegri e desiderosi di ripetere l’esperienza al più presto. Ritornando a casa con gli amici,che pranzeranno da lui,(la mamma di Alex è un’ottima cuoca), il nostro eroe pensa tra sé e sé:-Dopotutto, è stata una bellissima mattinata, nonostante le numerose disavventure per fortuna a lieto fine, grazie all’aiuto dei miei meravigliosi amici!-
E’ proprio così, non bisogna mai dubitare di se stessi e delle proprie scelte, anche se qualcosa non va per il verso giusto, si deve provare e riprovare, presto o tardi si riuscirà!
In una bellissima mattina di inizio estate, io e mio fratello ci svegliammo con il desiderio di trascorrere una giornata al mare, dopo tanta pioggia e tanto freddo durante l’inverno. A colazione lo chiedemmo ai nostri genitori, promettendo di essere prudenti e ascoltare le loro raccomandazioni. Papà era molto titubante, aveva programmato dei lavori in giardino, (poveri fiori …), la mamma, invece, fu immediatamente d’accordo, forse proprio per evitare l’intervento distruttivo dell’improvvisato giardiniere (nostro padre) sulle piante e i fiori cui lei teneva tanto, che rischiavano di essere irrimediabilmente … decapitati. -Che bella idea, ragazzi,- ci apostrofò con entusiasmo, -organizziamoci alla svelta ,così da godere il più possibile del sole caldo e del mare cristallino!- e, rivolgendosi a mio padre con fare suadente: -tu ,caro, non pensare sempre al lavoro, goditi questa bella giornata con me e i nostri figli, ne hai bisogno, sei stanco!- A quel punto intervenne la nonna: -andate tranquillamente e divertitevi, penserò io a tutto quello che c’è da fare in casa e, al ritorno, stasera, vi farò trovare una bella sorpresa!- La mamma immediatamente replicò:-Mamma, non c’è bisogno di fare nulla, del bucato mi occuperò io domani, compreremo una pizza al metro e la mangeremo tutti insieme al nostro ritorno, per il resto c’è tempo … - In effetti, la nonna, in questi ultimi tempi, era diventata molto sbadata, lasciava il freezer aperto, sbagliava i programmi della lavatrice, non sapeva regolare bene il forno e, inoltre, aveva problemi di vista e di udito … l’età avanzava inesorabilmente, ma lei sarebbe rimasta per sempre la nostra cara nonnina, quella che, da piccoli, ci faceva addormentare al canto di una dolce ninna nanna … ma torniamo a noi! In men che non si dica, ci preparammo e partimmo per la nostra meta abituale, la nostra spiaggia preferita. In macchina, papà e mamma, si misero a cantare a squarciagola … -per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare per poterci rivedere …- e via di questo passo. In realtà sono molto stonati e perciò era proprio uno strazio ascoltarli. E continuarono imperterriti: -con le pinne, fucile ed occhiali quando il mare è una tavola blu, sotto un cielo di mille colori, ci tuffiamo colla testa all’ingiù… - erano sempre le stesse canzoni, ogni estate, e ormai le avevamo imparate anche noi. Finalmente arrivammo e immediatamente ci “fiondammo” in spiaggia, seguiti dalla mamma, che portava le borse con i teli … dietro, ma mooolto dietro, con tutto il resto … papà! Poveretto … aveva un po’ di tutto, pallone, borracce, materassino, pinne, lenza (ebbene si, oltre che giardiniere, anche pescatore, altro suo hobby…specializzato, a suo dire, in “pesce azzurro”…). Da lontano, era proprio molto buffo … mio fratello si diresse verso di lui per aiutarlo, ma fu peggio, perché gli cadde quasi tutto e poi dovettero raccogliere ciò che era per terra. La gita stava prendendo una brutta piega … Come Dio volle, ci riunimmo tutti sotto l’ombrellone. Nostro padre era già stanco e si sdraiò al sole, addormentandosi. Noi andammo a fare il bagno e, dopo un po’, ci raggiunse anche lui, che nel frattempo si era svegliato, rosso come un peperone. Si tuffò e … ahiaaaa!!! urlò … aveva sbattuto il ditone del piede a un masso e vedeva le stelle … nonostante ciò, si riprese, facemmo il bagno tutti insieme e ci divertimmo un mondo con i nostri genitori che sembravano due ragazzini … ma papà era sempre più rosso.-Spalmati la crema protettiva- gli disse la mamma, ma lui: - nooo, non ne ho bisogno, io sono come le lucertole, il sole non mi fa nulla! Trascorremmo una giornata bellissima e, all’imbrunire, raccogliemmo la nostra roba per ritornare a casa … ma il bello doveva ancora arrivare … Papà era talmente ustionato che, anche se non voleva ammetterlo, non riusciva a muovere il collo e perciò, una volta in macchina, facendo marcia indietro, tamponò l’automobile che si trovava dietro di noi, senza causare grossi danni, tranne che all’umore di nostro padre. Per tutto il viaggio di ritorno non dicemmo una parola e una volta a casa, quando papà, ormai completamente paonazzo, disse:- vado io per primo a fare la doccia, vado io!-, non replicammo. Era appena entrato nella cabina quando … patapum! seguito da un urlo … il soffione della doccia gli era caduto in testa! Tutti noi andammo per vedere se si fosse fatto male, ma rispose con voce spezzata: –tranquilli,tutto bene! Sono ancora intero!!! Continuò a farsi la doccia, ma dopo un po’… aaahhh! Un altro urlo … chi poteva essere se non lui? Urlava perché era finita l’acqua calda, ciò significava che l’aveva consumata tutta! Di nuovo io e mio fratello, un po’ preoccupati questa volta, ci avvicinammo alla porta del bagno per chiedergli notizie, ma ancora una volta rispose che andava tutto bene … e invece no, perché sentimmo un altro urlo, seguito da :-chi ha tolto il tappetino dalla doccia?- questa volta era scivolato e la colpa era … della nonna, che non era stata affatto tranquilla, ma aveva combinato un bel po’ di pasticci … sembrava un film horror!!! Finalmente papà uscì dal bagno … aveva un bernoccolo in testa, zoppicava, si teneva il braccio su cui era caduto scivolando nella doccia e, in più … sembrava una lampadina fosforescente ROSSA!!! Si era scottato al sole, l’acqua calda gli aveva dato il colpo finale, non poteva poggiare nulla sulla pelle, ad eccezione di un pantaloncino … era una situazione tragicomica, non riuscivamo a trattenere le risate, ma nello stesso tempo ci dispiaceva molto,ci sentivamo un po’ responsabili, dopotutto era stata una nostra idea andare al mare!!! E la mamma in tutto questo? Litigava in cucina con la nonna, la quale, oltre a togliere il tappetino dalla doccia, aveva acceso la lavatrice dopo aver messo troppo sapone che si era sparso, insieme all’acqua, per tutta la lavanderia … la sentivo giustificarsi:- non è stata colpa mia!è questa lavatrice che non funziona bene, certamente sta per rompersi!- E la sorpresa che ci aveva promesso? Era un dolce, che però … si era bruciato, perché in tutto il trambusto che c’era stato, una volta tornati dal mare, la nonna se lo era completamente dimenticato. La cucina era avvolta nel fumo che si sprigionava dal forno e la mamma ormai aveva i capelli ritti in testa per il nervoso, lei che di solito invece è la più tranquilla di tutti. Mentre papà, cosparso dalla testa ai piedi di crema doposole, che si era deciso a mettere dopo mille insistenze da parte della mamma, con una busta di ghiaccio sintetico sulla testa, il ditone del piede medicato, il braccio teso su un cuscino, completamente stordito, era piazzato sul divano davanti alla televisione, noi ragazzi, nell’attesa che l’acqua ritornasse alla temperatura giusta per fare la doccia, aiutammo la mamma e la nonna ad asciugare il pavimento e a riassettare la cucina. Dopo un’ oretta, tutto era ritornato alla normalità … papà si sentiva un po’ meglio e aiutava me e Niccolò a risolvere cruciverba e rebus, la nonna aveva rifatto il dolce e stava apparecchiando in giardino, la mamma in cucina vedeva “Techetecheté” mentre preparava le bruschette al pomodoro … mancava solo la pizza all’appello, che non si fece attendere molto … Driiin!!! era Giannino, il garzone della pizzeria con in mano due teglie fumanti … Gnam, gnam, avevamo l’acquolina in bocca!!! La mamma ci chiamò, prendemmo posto a tavola … la nostra famiglia era lì, unita, allegra, serena. A capotavola, il nostro “schiappa-papà”, ai lati la mamma e la nonna, io vicina alla mamma, mio fratello alla nonna … Eravamo stanchi, ma felici. Avevamo trascorso una bellissima giornata, forse un po’ troppo faticosa e difficile per il nostro “ schiappa- papà”, il quale, però, aveva dimostrato che con la volontà,la pazienza, lo spirito di sopportazione e, soprattutto, l’affetto delle persone care, tutto si può superare e risolvere.
Una famiglia un poco “imbarazzante”, la nostra, è vero, ma per me sicuramente la più bella che potessi mai avere, dove ognuno di noi è capace di dare aiuto, forza e coraggio secondo le necessità all’altro, dove i “grandi” sono di esempio ai “piccoli”, ma dove i “piccoli”, con il loro affetto e la loro gioia di vivere, riescono a dare ai “grandi” la spinta a fare sempre meglio e di più.