SOGNANDO LA SICILIA Il viaggio d'istruzione tanto atteso ....
Docente:
Prof.ssa Claudia Pastore
Alice e Niccolò Bruno 2D
Giulia Fata 2C
Alessia e Manuela Miceli 2D
Alessandra Rotondaro 2D
Alessandra Rotondaro 2C
Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio in Corsica il 15 agosto del 1769. Era un generale francese, alto tra il metro e sessantotto e il metro e sessantanove. Da giovane era magro ma dai quarant'anni in poi diventò sempre più obeso. Veniva ritratto a seconda dei sentimenti che gli artisti provavano nei suoi confronti. Ci sono opinioni contrastanti sul colore degli occhi e dei capelli. Era miope, molte volte utilizzava un occhialetto da teatro, quando era da solo però utilizzava gli occhiali. I denti erano allineati, ma un po' sporchi a causa delle caramelle alla liquirizia che mangiava continuamente e teneva sempre in tasca. Aveva una voce forte e imponente, spesso cantava anche se era molto stonato. Aveva anche un tic alla spalla destra: quando era nervoso la sollevava. Aveva un olfatto molto sensibile, odiava tutti gli odori tranne quello dell'acqua di colonia che metteva a quantità elevate. Faceva provare ai servi i cappelli così ché prendevano la forma della testa e le scarpe al servo con il suo stesso numero che in questo modo le rendeva più comode.
La sua storia inizia nel 1796. Il direttorio aveva deciso di continuare la guerra contro l'Austria, facendo un duplice attacco. Due armate andarono in Austria e un'altra armata che prese il nome di '' Armata di Italia'' con a capo Napoleone, andò nella Penisola Italiana per tenere occupati i contingenti austriaci. Le truppe dirette a Vienna furono fermate dagli eserciti nemici, l'Armata d'Italia invece sconfisse i contingenti piemontesi. Nell'armistizio di Cherasco la Francia ottenne il Regno di Sardegna, la regione Savoia e la città di Nizza. Il 17 ottobre 1797 fu conclusa la pace e i patrioti italiani rimasero delusi. Bonaparte favorì la nascita delle ''repubbliche sorelle'' che si fondavano sugli ideali rivoluzionari.A dicembre del 1796 furono istituite la Repubblica cispadana, la Repubblica cisalpina, la Repubblica ligure, la Repubblica romana e nel 1799 la Repubblica partenopea. Il Piemonte e il Granducato di Toscana furono posti sotto l'occupazione militare francese. Le ''repubbliche sorelle'' ebbero costituzioni di orientamento moderato. Furono promesse l'uguaglianza dei cittadini e la libertà di parola, di stampa e di associazione. Le repubbliche erano formalmente indipendenti ma in realtà poste sotto un rigido controllo francese. Dovevano pagare alte tasse e subivano continue spoliazioni. Nel 1798 la Francia organizzò una spedizione in Egitto per colpire i commerci inglesi con l'Oriente. Tuttavia, la flotta francese fu distrutta da quella britannica. Dopo questa sconfitta le potenze europee si unirono in una seconda coalizione e in Italia alimentarono le insurrezioni popolari contro il dominio francese, provocando il crollo delle repubbliche sorelle. Nel 1799, con un colpo Stato, Napoleone istituì il Consolato e si fece nominare Primo Console. La Francia si trasformò in uno stato accentrato. Napoleone procedette alla stesura del Codice Napoleone, in cui erano riconosciuti importanti diritti civili. In seguito Bonaparte diede inizio alla seconda campagna d'Italia e con la sua armata sconfisse gli Austriaci. Grazie a queste vittorie, si fece nominare console a vita e il 2 dicembre 1804 si incoronò da solo proprio come Alessandro Magno. Si fece incoronare ''Imperatore dei Francesi'' per sottolineare che era stato eletto per volere del popolo.
Nel 1805 ad Austerlitz l'esercito napoleonico sconfisse la terza coalizione antifrancese. Allora Federico Guglielmo III di Prussia costituì una quarta coalizione ma i francesi sbaragliarono le truppe prussiane. Per danneggiare la Gran Bretagna, Napoleone attuò il blocco continentale, con il quale vietava ai Paesi alleati di commerciare con la Gran Bretagna. Invase la Spagna, ma incontrò una strenua resistenza da parte del popolo spagnolo. Quindi l'Austria diede vita a una quinta coalizione, ma fu sconfitta a Wagram. Nonostante le molte vittorie, i francesi cominciavano a essere stanchi delle guerre e gli Stati vassalli mostravano segni di insofferenza.
Nel 1812 Napoleone mosse guerra alla Russia perché lo zar Alessandro I aveva ripreso i rapporti commerciali con la Gran Bretagna. A settembre del 1812 i Francesi conquistarono Mosca. Però era giunto il freddo della Russia e Napoleone, rimasto privo di rifornimenti, ordinò la ritirata. La sesta coalizione europea sconfisse Napoleone a Lipsia e riuscì a occupare Parigi. Bonaparte fu costretto ad abdicare e a ritirarsi sull'isola dell'Elba, mentre in Francia fu restaurata la monarchia dei Borbone. A marzo 1815 Napoleone tornò a Parigi, dove riorganizzò l'esercito per scontrarsi contro la settima coalizione. Il 18 giugno 1815 a Waterloo fu sconfitto. Così si consegnò agli inglesi, fu esiliato nell'isola di Sant'Elena dove morì il 5 maggio 1821.
Negli anni in cui Napoleone era imperatore, in Francia si configurò un nuovo stile che prese il nome di stile impero, che influenzò l'architettura, l'arredamento e la moda. L'architettura e la scultura si ispirarono all'arte greca e romana. A Parigi fu costruito l'Arco di Trionfo, che richiamava i grandi trionfi dell'antichità. Anche nell'arredamento si riproposero modelli egizi, greci e romani. Lo stile di pittura che più si preferiva era il ritratto. La moda ebbe come modella la prima moglie di Napoleone, Giuseppina de Beauharnais. Lei introdusse un nuovo tipo di abito , con la vita alta, sottolineata da un nastro o una cintura. Questo tipo di abito, ancora in uso ai nostri giorni, assunse la connotazione di “abito stile impero” .
Quando in Italia giunse notizia della morte di Napoleone, Alessandro Manzoni gli dedicò una poesia intitolata ''Il cinque maggio '', un’ ode composta da 18 strofe, ciascuna costituita da sei versi settenari,nella quale descrisse Napoleone non come imperatore dei Francesi, né come personaggio storico, ma come persona, come essere umano,analizzando il suo animo e il ruolo che la Provvidenza Divina ebbe nella sua vita. Manzoni alla notizia della morte di Napoleone rimase muto,attonito come tutta l’umanità e non sa quando ci sarà un uomo così illustre come lui. Il suo genio (lo stesso Manzoni) non aveva mai parlato o unito la sua voce a quella delle altre persone,ma saputa la notizia, rivolse alla tomba di Napoleone “un cantico” che, dice, “forse non morrà”.
Italia, Egitto, Spagna, Germania, Russia… il baleno era seguito dal fulmine, l’ideazione dei progetti era seguita immediatamente dalla loro esecuzione, andava e tornava indietro in poco tempo, attraversando l’Europa intera e non solo. Fu vera gloria quella di Napoleone? Manzoni non lo sa,non si pronuncia, dice che saranno le persone dopo di lui a deciderlo. Intanto si piega al volere di Dio che ha creato un personaggio così importante. Napoleone provò molte emozioni, si trovò a vivere fra due secoli, ‘700 e ‘800, l'uno contro l'altro armati, e si “assise” fra loro ad arbitrarli. Uscì dalla scena pubblica, trascorse gli ultimi anni della sua vita isolato da tutti, odiato da alcuni, amato da altri.
Manzoni immagina che Napoleone in esilio provasse a scrivere le sue memorie,ma non riuscisse,poiché il ricordo del passato gli causava troppo dolore…”sull’eterne pagine cadde la stanca man...” Pensava agli accampamenti militari, alle trincee, ai soldati , agli ordini dati e “al celere ubbidir”… voleva pace, non sopportava tanto dolore. Egli morì, ma Dio lo portò nel Paradiso, nei sentieri della speranza dove non c’è alcuna preoccupazione, dove la fama terrena non ha più alcuna importanza …
Bella Immortal! Benefica
Fede ai trionfi avvezza!
scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Golgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
(Alessandro Manzoni,Il 5 maggio,vv.97-108)
Manzoni conclude così la sua ode scritta in ricordo di Napoleone...
Cosa dire da parte mia? avendo conosciuto Napoleone attraverso il manuale di storia, l’ode composta dal Manzoni, un brano dello scrittore Louis Chardigny che ne descrive l’aspetto fisico, ma soprattutto grazie alle spiegazioni della mia prof., posso tranquillamente affermare che “il Bonaparte”, come lo chiamavano, ”segno d’immensa invidia e di pietà profonda,d’inestinguibil odio e d’indomato amor” è stato e sarà in ogni tempo, un “pezzo” importante della storia non solo francese, ma dell’intera umanità.
Giulia Fata 2C
Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio, in Corsica, il 15 agosto 1769.
Nel 1779, entrò nella scuola militare di Brienne dove rimase fino al 1784, anno in cui si trasferirà presso la scuola militare di Parigi, grazie ad un borsa di studio. Egli si distinse per le doti militari durante la rivoluzione francese e a soli 24 anni diventò generale di brigata.
Nel 1796 iniziò la vittoriosa campagna d'Italia con la quale Napoleone riuscì a portare sotto il controllo francese, diversi territori italiani fino ad arrivare, attraverso la Repubblica di Venezia, a soli 100 km da Vienna. A questo punto, il 17 ottobre 1797, a Campoformio l'Austria decise di firmare un trattato di pace con la Francia, secondo il quale Lombardia e Belgio passavano sotto il controllo francese mentre Venezia, Istria, Dalmazia e isole greche dello Ionio passavano sotto quello austriaco.
Con Napoleone sorsero in Italia, sul modello francese, le cosiddette Repubbliche Sorelle. Ricordiamo ad esempio la Repubblica Cispadana, poi inglobata nella Repubblica Cisalpina, e la Repubblica Partenopea. Esse tuttavia, erano di fatto controllate dalla Francia e soggette al pagamento di ingenti tasse. Inoltre i francesi espropriarono beni e opere d'arte. Napoleone, giunto in Italia con il favore del popolo, deluse i patrioti italiani che speravano nell'unificazione della penisola.
Nel 1798, Napoleone intraprese la campagna d'Egitto con la quale intendeva minacciare i commerci della Gran Bretagna in oriente. Mentre Napoleone vinceva a Malta e nella battaglia delle Piramidi, la flotta francese veniva distrutta dall'ammiraglio britannico Nelson.
Nel 1799, si formò una coalizione antifrancese, alla quale aderirono Gran Bretagna, Austria, Impero Ottomano e Russia. Essa era la seconda coalizione dopo quella formatasi tra le monarchie europee contro la Francia Rivoluzionaria. Le truppe austro-russe scesero in Italia, provocando il crollo delle Repubbliche Sorelle. Questo evento e le sconfitte marittime della campagna d'Egitto, indebolirono il Direttorio e contemporaneamente rafforzarono la posizione di Napoleone che, di ritorno dall'Egitto, fu visto dai francesi con un salvatore. Il 9 novembre 1799, Napoleone con l'appoggio di esercito e borghesi guidò un colpo di stato che portò all'istituzione di un governo detto Consolato di cui lui era Primo Console con poteri legislativi ed esecutivi.
La Francia si trasformò così in uno stato accentrato. Napoleone riorganizzò lo Stato, riformò
l’ Istruzione e risanò le Finanze.
Nel 1800, riprese la guerra contro la coalizione antifrancese con la seconda campagna d'Italia.
Fu riformata la Repubblica Cisalpina, poi rinominata Repubblica Italiana di cui Napoleone fu presidente, mentre il Piemonte venne annesso alla Francia. Queste vittorie rafforzarono il potere del generale Bonaparte.
Nel 1804, Napoleone presso la Cattedrale di Notre-Dame, ricevette dal Papa la corona di Imperatore dei Francesi, che egli si pose da solo sul capo per sottolineare che il suo potere non derivava da Dio, ma dal consenso del popolo. Sempre nello stesso anno promulgò una raccolta di leggi chiamata Codice Civile e poi ribattezzata Codice Napoleonico, che rispecchiava i principi della rivoluzione francese e che rappresenterà il riferimento per altri codici civili in più parti d'Europa.
Nel 1805, nacque una terza coalizione antifrancese la quale, dopo una vittoria nella battaglia navale di Trafalgar, ad opera dell'ammiraglio Nelson, fu sconfitta nella battaglia di Austerlitz.
Nel 1806, Napoleone istituì la confederazione del Reno, una lega di stati germanici a sostegno della Francia. Per contrastare l'avanzata napoleonica, fu istituita una quarta coalizione tra Prussia, Gran Bretagna e Russia. Tuttavia egli ebbe la meglio e diversi territori confluirono nella confederazione del Reno. In seguito a tali eventi, lo Zar di Russia e Napoleone si accordarono per controllare l'uno la parte orientale dell'Europa e l'altro la parte occidentale. Sempre nel 1806, per contrastare la Gran Bretagna, Napoleone istituì un blocco commerciale continentale contro di essa ma, poiché i commerci britannici si concentravano soprattutto verso l'Asia e le Americhe, tale blocco non indebolì gli inglesi ma, al contrario, la Francia stessa e gli stati che avevano aderito al blocco, i quali non potevano rifornirsi di materie prime. Inoltre, siccome i militari non potevano controllare per intero le coste, si diffuse il contrabbando.
Nel 1807, l'Austria istituì la quinta coalizione antifrancese, ma anche questa volta Napoleone ebbe la meglio e sconfisse il nemico nella battaglia di Wagram. Per sancire la pace, Napoleone sposò la figlia dell'Imperatore d'Austria, Maria Luisa, dalla quale ebbe un erede maschio, che fu nominato “Re di Roma”.
Tra il 1810 e il 1812 l'Impero Francese, con i suoi stati vassalli, toccò la massima estensione. Tuttavia all'interno dell'Impero crebbe il malcontento del popolo, stanco delle guerre, delle eccessive tasse, dell'accentramento amministrativo e dell'indebolimento dei commerci, causato dal blocco continentale.
Nel 1810 la Russia ricominciò i rapporti commerciali con la Gran Bretagna e per punire questo gesto, Napoleone organizzò nel 1812 un grosso esercito per marciare contro la Russia. Tuttavia la campagna Russa fu un fallimento poiché, una volta arrivato a conquistare Mosca, l'esercito napoleonico fu sorpreso dal grande freddo invernale e, senza rifornimenti, fu costretto alla ritirata, durante la quale fu decimato. Alla fine della campagna avevano perso la vita 500.000 uomini. Questo evento spinse l'Europa a sollevarsi contro Napoleone.
Una sesta coalizione, formata da Gran Bretagna, Russia e Prussia, con il supporto segreto dell'Austria, sfidò l'imperatore e vinse prima la battaglia di Lipsia e poi conquistò Parigi. Napoleone fu costretto ad abdicare, a favore del re Borbone Luigi XVIII, e fu esiliato sull'isola d'Elba.
Nel 1814, gli stati vincitori si riunirono a Vienna per decidere l'assetto geopolitico dell'Europa. Il ritorno dei Borbone alla guida della Francia, causò il forte malcontento del popolo, così Napoleone ne approfittò per riprendere il potere. Egli organizzò subito l'esercito per contrastare una settima coalizione antifrancese formata da Gran Bretagna e Prussia.
Il 18 giugno 1815, a Waterloo, l'esercito francese fu definitivamente sconfitto e Napoleone, consegnatosi agli inglesi, fu esiliato sull'isola di Sant’Elena, dove morì il 5 maggio 1821. Gradualmente la notizia della morte di Napoleone, si diffuse in tutto mondo, che rimase colpito dalla scomparsa di uno dei personaggi più importanti della sua epoca. Quando Alessandro Manzoni, celebre poeta e scrittore, apprese la notizia, decise di scrivere un'ode in ricordo di Napoleone, intitolata”Il 5 maggio”, nella quale non celebrò solo il grande condottiero dal punto di vista militare e imperiale, ma anche il Napoleone uomo, analizzando il suo animo e immaginando gli ultimi anni della sua vita e il momento della morte, liberatoria, che arrivò appunto il 5 maggio del 1821. Nell'ode, Manzoni descrive le imprese di Napoleone, i suoi pensieri, le sue speranze dal momento in cui diventa generale fino a quando diventa imperatore, nonché la delusione e il rimpianto del passato, nei sei anni d’esilio a Sant’Elena, solo e abbandonato da tutti. L'ode è composta da diciotto strofe, ciascuna costituita da sei versi settenari. Manzoni si astiene dal giudicare il grande condottiero, per il quale, comunque, nutre una certa ammirazione, come si può desumere dai seguenti versi:
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita,
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie’ mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà …
(Alessandro Manzoni, “Il 5 maggio”, vv.1-12)
E ancora:
“… Fu vera gloria? Ai posteri
l’ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
Del creator suo spirito
Più vasta orma stampar …”
(Alessandro Manzoni, “Il 5 maggio”, vv.31-36)