SOGNANDO LA SICILIA Il viaggio d'istruzione tanto atteso ....
Alessandra De Rose 2D
Docente: Claudia Pastore
26 aprile 2020
Io sono un abete rosso, il mio compito come tutti gli altri è stato quello di dare ossigeno e fare il mio ruolo da albero, ma io, pur stando sempre fermo, ho visto e ho sentito immense meraviglie e sensazioni magiche.
La stagione che mi è piaciuta di più nella mia vita è stato l'inverno, ricordo che nei primi anni, quando ero un abete piccolo come voi, mi piaceva quando nevicava.
Piccoli fiocchi di neve freddi si posavano sulla chioma e facevano venire sempre dei brividi, erano soffici come il cotone e la cosa più bella da vedere era il cielo chiuso e bianco; anche la rugiada mi piaceva tantissimo, invece la grandine non mi è mai piaciuta perché la consideravo troppo violenta.
Poi c'era l'autunno: ricordo le forti piogge, l'aria era fresca e i prati erano ricoperti da foglie colorate; i miei amici alberi erano spogli io invece no, perché un abete non perde mai le foglie.
Poteva piovere in due modi: forte o piano; io preferivo quando pioveva piano, perché potevo vedere ogni singola gocciolina che schizzava nelle pozzanghere di fango. Invece quando pioveva forte mi sentivo solo bagnato fradicio, in autunno inoltre c'era sempre profumo di funghi e caldarroste.
La primavera era piena di colori, profumi e animali; io l'ho sempre chiamata la stagione della felicità perché tutti erano felici e c'era tantissima armonia.
Mi facevano sempre compagnia gli uccelli, che creavano un nido nei miei rami e poi fischiettavano allegramente; di notte, invece, veniva sempre un gufo, che si appoggiava sui miei rami, poi c'erano le farfalle, che con le loro enormi ali colorate, volavano da qualsiasi parte.
In estate, invece, mi piaceva vedere un tramonto bellissimo e, alcune sere, un cielo stellato e una luna meravigliosa.
Nella mia vita ho visto anche come si comportava l'uomo, molti bambini venivano a giocare vicino me e, altre volte, l'uomo lasciava rifiuti ed io soffrivo per questo.
Ma io soffrii tantissimo quando un piccolo insetto parassita mi portò al mio stato attuale, cioè prossimo alla morte: nei primi giorni che mi attaccò non mi sentii troppo male, però poi più passavano le giornate più io mi sentivo stanco e privo di forze.
Sentivo le forze venirmi meno progressivamente, gli aghi sui rami cadevano, non ero più fermo sulle radici, pian piano mi sono piegato da un lato … fra pochi giorni arriverà la fine. Cari alberelli, vi auguro di diventare forti e robusti come ero io e di non avere le mie sofferenze. Addio, miei cari,ora aspetto solo il mio più triste momento.