SOGNANDO LA SICILIA Il viaggio d'istruzione tanto atteso ....
Alessandra De Luca
Classe III A
Scuola Secondaria di Primo Grado
Presenta
Docenti: prof.sse Angela Sangiovanni e Virginia Olivito Foto: Rete Museale
20/05/2020
Caro diario,
voglio confidarti il mio stato d'animo confuso e pieno d’angoscia. Adesso ti spiego meglio il motivo di tutto questo mio dispiacere. Come sai bene stiamo vivendo un periodo assurdo, ormai da tre mesi ci sentiamo in gabbia nelle nostre case e solo ora capisco ciò che provano gli animali rinchiusi nello zoo, privati della loro libertà. Mi sento immersa in un qualcosa più grande di me; se potessi fare un tuffo nel passato, prima di questa emergenza covid-19, noterei il cambio radicale di personalità che ho fatto da un giorno all'altro: rivedrei la ragazza felice e sognatrice, piena di entusiasmo e voglia di vivere che mi ha da sempre contraddistinto ma oggi riscopro un lato fragile del mio carattere, forse dettato dalla paura di affrontare questa inaspettata realtà. A volte chiudo gli occhi e prego che tutto questo finisca presto, anche se dentro di me rimane la consapevolezza che questo mio desiderio non si realizzerà a breve. Pagherei oro per rivivere un solo giorno in armonia, per riappropriarmi della mia vita: mi sveglio e velocemente faccio colazione perché, ancora una volta, sono in ritardo per andare a scuola; sempre con estrema fretta mia mamma mette in moto l'auto e a 100 all'ora “voliamo” verso il supermercato pensando alla mia merenda. Come vorrei un aereo privato!!! Arrivo finalmente nel cortile di scuola e saluto i miei amici. Nonostante le litigate sento molto la loro mancanza; mi mancano le loro voci, gli scherzi con gli insegnanti, le ricreazioni trascorse a giocare tutti insieme intorno ad un solo banco, stretti in gruppo, cosa rigorosamente vietata adesso. La cosa che mi ha fatto più male è non vedere i miei insegnanti; forse penserai che io stia mentendo ma, in realtà, essi mi hanno stravolto piacevolmente la vita: nel corso di questi tre anni mi hanno dato tanto, sono cresciuta insieme a loro e mi hanno aiutato a diventare una persona migliore. Spero di aver lasciato anch’io un segno nel loro cuore.
Quando il 4 marzo ho appreso la notizia della chiusura della scuola a causa della rapida diffusione del virus, ho esultato di gioia senza pensare neppure un attimo alle conseguenze ma adesso tutto è cambiato; mai come in questo momento considero la scuola il luogo dove posso essere me stessa e dove ricevo grandi soddisfazioni. Ho intrapreso il meraviglioso viaggio di scuola media ed ora, purtroppo, sento di non poterlo completare come ho sempre immaginato. Mi manca la quotidianità, la mia vita frenetica e senza sosta, i miei appuntamenti; oggi, ad esempio, 20 maggio è il giorno che aspettavo dall’inizio dell’anno e che avevo pianificato in ogni minimo dettaglio: il giorno prima della gita scolastica. So benissimo che, in questa particolare situazione, ci sono problemi ben peggiori di non andare in gita ma la mia mente mi impedisce di pensare ad altro. Ero così emozionata alla notizia che la meta della nostra gita sarebbe stata la Sicilia, una splendida regione che mancava all’appello dei miei viaggi. Sono certa che in futuro avrò altre occasioni di visitarla, magari con i miei genitori, ma non sarà la stessa cosa. È per questo che mi sento triste e ho deciso di scriverti, caro diario, perché avevo bisogno di qualcuno che ascoltasse i miei pensieri senza tentare di consolarmi. A parte il mio stato d'animo, la giornata si svolge normalmente, senza alcun avvenimento particolare. Come per magia giunge la sera: dopo aver cercato senza risultati qualcosa in tv capace di risollevare il mio umore, decido di andare a letto e leggere il mio bellissimo libro “Orgoglio e pregiudizio” ma, alla fine di ogni rigo, la mia mente rivolge i suoi pensieri ad altro. Non resta che dormire! Senza esitare, il sonno bussa alla mia porta e io lo accolgo, felice di aver terminato un’estenuante giornata. La mia mente viaggia e subito mi ritrovo catapultata in un mondo che somiglia molto a quello di tre mesi fa. Baciata dallo splendido sole del mattino ma infastidita dal suono della sveglia, sento dei passi rapidi avvicinarsi verso la mia stanza. È la mia mamma che spalanca la porta, alza la tapparella del mio balcone ed esclama: "Dai Ale! Veloce! Altrimenti perderai il pullman della gita!". In un attimo di lucidità non riesco a capire le sue parole…è il 21 Maggio, giorno della gita di fine anno? Ma poi faccio finta di niente e inizio a prepararmi. Ho due possibilità: credere alle parole di mamma o stare nel letto; decido così di scegliere la prima. Faccio colazione, mi lavo, mi vesto e sono pronta ad esplorare la magnifica Sicilia. Arrivo a scuola e vedo tutti i miei compagni felici e allegri per la partenza. Sono le 6:30, termina l’attesa e tutti siamo pronti a salire sul pullman, compresi i nostri insegnanti. Inizia la rincorsa per occupare gli ultimi posti; io e la mia migliore amica Martina avevamo già da tempo programmato di sederci vicine. Il tempo sul pullman trascorre tra risate, battute e canti fino a rimanere senza un filo di voce ma, d’improvviso, cala il silenzio: catturati dallo splendore del mare dello Stretto, non riusciamo a pronunciare neanche una parola. Arrivati a Villa San Giovanni ci imbarchiamo e, di corsa, saliamo sul ponte a cogliere le diverse sfumature che il mare assume al variare della luce. Il tragitto è piuttosto breve e la Sicilia sembra essere sempre più vicina a noi, pronta ad accoglierci calorosamente. Davanti ai nostri occhi si intravede Messina ma la nostra prima meta sarà Catania.
Siamo davanti al Duomo, una struttura molto imponente dedicata alla martire Sant’Agata, protettrice della città; edificata intorno al 1078, la cattedrale ha subito molte ristrutturazioni fino a diventare un capolavoro barocco. All’esterno presenta un doppio ordine di colonne mentre internamente è arricchita di particolari che la rendono diversa e unica. È divisa in tre navate e, di fronte all'altare, è situata la tomba del famoso musicista Vincenzo Bellini. Sono rimasta impressionata dall’incantevole fontana che si trova al centro della piazza, la più bizzarra che io abbia mai visto: un enorme elefante regge sulle sue spalle un obelisco altissimo, che ricorda l’opera realizzata dal Bernini a Roma in piazza della Minerva.
La seconda tappa del nostro itinerario prevede la visita al Teatro Bellini; sembra già che il tempo passi troppo velocemente e cresce in noi la voglia di non lasciarci sfuggire nessun dettaglio. La guida turistica ci illustra la struttura e la storia del teatro: prende il nome dal musicista Vincenzo Bellini per due motivi, il primo perché il musicista è nato e cresciuto a Catania; il secondo perché, nel giorno dell'inaugurazione del teatro avvenuta nel 1890, è stata eseguita un'opera composta proprio da lui, cioè la “Norma”. L'esterno è molto bello, la facciata principale è monumentale di origine classica formata da due piani con due file di colonne e da numerose vetrate. L’interno è magnifico: come per magia l'arte, la bellezza e la maestosità tutte in un solo teatro. Il soffitto è illuminato da possenti lampadari, distribuiti anche in corrispondenza dei posti a sedere dei piani superiori. È magnifico perdermi nell'immensità del teatro.
Per un attimo ho viaggiato con la fantasia: mi sono vista con uno splendido tutù e ho immaginato di danzare sul palco come una étoile. La terza tappa del nostro percorso riguarda sempre il grande musicista Bellini; entriamo, infatti, nella sua casa natale dove egli dimorò fino all’adolescenza e che ora è diventata uno straordinario museo. È enorme e, stanza dopo stanza, ci fa scoprire nuovi lati della vita di questo compositore. Attirano subito la mia attenzione i numerosi pianoforti appartenenti al musicista, le tante opere e spartiti custoditi ordinatamente nei rispettivi scaffali in vetro e i numerosi ritratti delle varie fasi della sua vita.
È arrivato il momento tanto atteso da me: la visita alla Casa Museo di uno scrittore straordinario che io reputo tra i più bravi autori italiani; si tratta di Giovanni Verga, il massimo esponente del Verismo in Italia. Recentemente ho studiato in letteratura la sua vita e le sue opere, tra cui “I Malavoglia”. L'edificio è un palazzo settecentesco che si trova nel centro storico di Catania; al primo piano si trova la biblioteca con una grande raccolta di libri e manoscritti originali, al secondo si trova l'appartamento privato dello scrittore con salotti, camere da letto, ritratti e foto dei suoi affetti più cari e gli effetti personali come la valigia e la cappelliera. L'ultimo ambiente è la stanza che fu studio privato di Verga, composta da 2600 volumi con copie di manoscritti autentici. Resto ammaliata dalla quantità di libri che quella magnifica libreria contiene e spero di averne una così anch’io un giorno. Improvvisamente vedo tutte le persone dirigersi in un angolo della biblioteca e io, curiosa quanto loro, le seguo. Davanti a me vedo un uomo parlare con notevole raffinatezza e, a primo impatto, suppongo sia una delle tante guide del museo. Ma, subito, mi viene in mente la descrizione di Verga fatta dalla bravissima professoressa di italiano: "un uomo dai capelli bianchi, con baffi lunghi e folti, e uno sguardo un po' misterioso, vestito sempre con camicia e giacca senza mai avere nulla fuori posto. Capirete subito di chi si tratta!". Ed è esattamente così! É proprio lui! Mi trovo tra realtà e fantasia. D’istinto corro verso di lui anche se non trovo le parole adatte per la troppa emozione. Lo scrittore mi regala un consiglio straordinario: “Non arrenderti mai e credi sempre nei sogni”. Faccio tesoro di queste parole e, a malincuore, lo saluto per proseguire verso altri luoghi della città.
Nel centro storico di Catania ci immergiamo nell’immensità dell’Anfiteatro romano, il più grande della Sicilia; è una costruzione di forma ellittica composta da gradinate che potevano contenere 15000 spettatori, di cui solo una piccola sezione è visibile. L’imponenza di questa struttura mi ha riportato, in una frazione di secondo, nel Colosseo, l’anfiteatro della capitale dove sono stata molte volte.
Ma dopo tanta cultura è giunta l’ora del pranzo. Anche il ristorante ci riserva molte sorprese: è in vetro e offre una vista strepitosa del paesaggio siciliano, oltre a piatti gustosi. Riprendiamo di nuovo il viaggio, destinazione Acitrezza. Qui è stato ambientato il più famoso romanzo di Verga "I Malavoglia". Non so quanto sia durato il viaggio perché, per la maggior parte del tempo, ho riposato stanca e sazia del delizioso pranzo. Improvvisamente, ecco ancora sotto i nostri occhi il mare che ci annuncia l’arrivo ad Acitrezza. Lungo la costa si trovano degli scogli che secondo la leggenda sono stati lanciati dal ciclope Polifemo contro Ulisse. Che meraviglia la mitologia! Al nostro arrivo al Museo “La Casa del Nespolo” ci troviamo di fronte un cortile con un piccolo orto ed un ingresso caratterizzato da un arco a tutto sesto in pietra lavica. L'interno è composto da due stanze: la prima prende il nome da un film di Luchino Visconti "La terra trema”; la seconda è chiamata “La stanza dei Malavoglia", che conserva antichi strumenti di lavoro dei pescatori, delle foto scattate da Giovanni Verga e delle lettere inviate al fratello. In serata, raggiunto l’hotel, ci prepariamo per trascorrere la notte. Inizia la perlustrazione della stanza mia e di Martina: ci sono due lettini separati da un comodino, un bagno spazioso, un armadio e un meraviglioso balcone con vista mare. La serata passa velocemente: l’intera classe si è riunita in una sola stanza a ridere e fare giochi di gruppo finché, ad una certa ora, ci separiamo nelle rispettive stanze per dormire.
La mattina seguente, dopo un risveglio traumatico, una ricca e gustosa colazione ci dà la giusta energia per proseguire il viaggio verso la meravigliosa Taormina. Dopo circa mezz’ora, arriviamo ai Giardini Naxos, una splendida località balneare, famosa soprattutto per la bellezza dei fondali e delle sue spiagge. Tappa successiva è Taormina, una delle località turistiche più famose della Sicilia per la sua incantevole posizione sul mare, le bellezze del suo paesaggio e il patrimonio storico, culturale e archeologico. Di grande fascino è il suo teatro greco-romano, edificato dai Greci e, poi, trasformato dai Romani in un'arena, dove avevano luogo combattimenti e spettacoli di caccia. Oggi, grazie alla sua efficiente acustica, nel teatro hanno luogo concerti e manifestazioni culturali. Offre una vista mozzafiato dalla quale è possibile intravedere il vulcano Etna. Ora è tempo dello shopping tra i negozietti di Taormina per acquistare qualche souvenir in ricordo della magnifica esperienza. Se ne avessi la possibilità resterei qui per ore ed ore a visitare questo corso ma il nostro pullman ci attende.
La tappa finale è Messina dove prenderemo il traghetto per tornare a casa. Ma prima visitiamo il Duomo con il suo maestoso campanile e la fontana di Orione. Il Duomo, l'edificio più prestigioso della città, è un monumento normanno; la facciata principale è in marmo policromo formata da tre portali, quelli laterali più piccoli e quello centrale più sfarzoso di stile gotico. Il suo campanile ha il più grande orologio meccanico ed astronomico al mondo, da cui fuoriescono a mezzogiorno numerose figure che iniziano a muoversi con sottofondo di musica sacra, tra cui il “leone”, simbolo di Messina. Sempre in piazza Duomo è situata la fontana di Orione formata da sculture che simboleggiano i quattro fiumi Nilo, Tevere, Ebro e Camaro. Trovandoci in Sicilia, isola con la più prestigiosa tradizione pasticcera, non possiamo che correre subito verso una mega pasticceria dove il profumo dei dolci si percepisce da molto lontano: cassate, biscotti con mandorle e pistacchio, cannoli a volontà.
Il ritorno sul traghetto è, ancora una volta, emozionante perché porto con me ogni singolo istante di questa esperienza. Al ritorno nella nostra Dipignano, scesa dal pullman, abbraccio i miei compagni e le mie insegnanti e poi...mi ritrovo seduta sul mio letto…peccato che tutto quello che ti ho raccontato, caro diario, non sia diventato realtà!!! Aspettavamo questo momento da così tanto tempo ma i nostri sogni sono stati infranti! È stato però altrettanto bello raggiungere quei posti anche solo con l'immaginazione!