Dara

(Nigeria, XIX secolo?)

Difficoltà: ◉◎◎

Numero di giocatori: 2

Regolamento
Il Dara si gioca su una scacchiera 5x6 inizialmente vuota. Ogni giocatore ha a disposizione 12 pedine di un colore.

Il gioco si suddivide in due fasi successive: posizionamento e spostamento.

  1. Fase di posizionamento. A turno ciascun giocatore posiziona una propria pedina sulla scacchiera.

  2. Fase di spostamento. Una volta che tutte e 24 le pedine sono state posizionate sulla scacchiera, inizia la fase di spostamento. A turno, ciascun giocatore muove una sua pedina di uno spazio in orizzontale o verticale, cercando di comporre un proprio tris, in orizzontale o in verticale. Quando un giocatore forma un tris, rimuove dalla scacchiera una pedina avversaria (che non stia già componendo un tris dell'avversario). I tris formati non sono però statici: al turno successivo un giocatore può disfare un suo tris.

Ci sono due limiti importanti imposti dal gioco:

  • non è concesso formare allineamenti più lunghi di un tris;

  • se spostando una sola pedina si forma più di un tris, è concesso rimuovere comunque solo una pedina avversaria.

Il gioco è vinto dal primo giocatore che lascia l'avversario con solo due pedine sulla scacchiera, bloccandogli quindi definitivamente ogni possibilità di fare altri tris.

Curiosità:

  • Come per i Mancala, anche il Dara viene tradizionalmente giocato costruendo buche nel terreno e usando per pedine quello che capita sotto mano. In Niger e Nigeria, generalmente si usano dei bastoncini e delle noci di palma dum, una specie di palma originaria dell'Africa Occidentale.

Gioco del Dara in Niger. Fonte: Wikimedia

  • Si tratta di una variante del Tic-Tac-Toe (Tris in italiano) con alcune somiglianze anche ad altri giochi dello stesso gruppo, come il Three Men's Morris [1]. A differenza del Tris (ma analogamente al Three Men's Morris), nel Dara non è possibile finire in pareggio.

Three Men's Morris. Fonte: Wikimedia

Tic Tac Toe. Fonte: Wikimedia

Bibliografia

[1] Robert C. Bell. Board and Table Games from Many Civilizations. Oxford University Press, 1960.