Post date: 12-feb-2017 13.31.04
Da "La mente di Dio" di Paul Davies
CHE COSA SIGNIFICA CHE UNA COSA «ESISTE»?
Paul Davies in questo paragrafo ci introduce nel concetto di esistenza che non è solo ciò che può essere sperimentato dai nostri sensi ma anche di un altro tipo di realtà che non si può percepire ma che esiste magari viene captata dagli strumenti scientifici. Nella meccanica quantistica gli atomi e le particelle hanno una quasi-esistenza e ci sono entità ancora più astratte, per esempio i campi. "Il campo gravitazionale di un corpo esiste sicuramente", ma non lo si vede, così i campi quantistici "sono ancora più nebulosi, poiché sono costituiti da tremolanti configurazioni di energia invisibile".
Ma questo tipo di esistenza si trova anche nella vita di ogni giorno come quando parliamo di "cittadinanza" o "bancarotta". Un altro esempio è costituito dall’informazione che non può essere percepita direttamente ma la nostra vita dipende dalla «tecnologia dell’informazione». Siamo in grado di vedere o toccare il mezzo in cui è registrata l’informazione, come un disco o un microchip, ma non possiamo percepire in modo diretto l’informazione in quanto tale contenuta in essi.
"Esiste poi tutto il regno dei fenomeni soggettivi, come le immagini dei sogni, che hanno innegabilmente una specie di esistenza ma di natura molto meno consistente degli oggetti visibili". "Lo stesso vale per i pensieri, le emozioni, i ricordi e le sensazioni: non possono essere liquidati come non esistenti, benché la natura della loro esistenza sia diversa da quella del mondo «oggettivo». Come il software per computer, la mente o anima potrebbe dipendere nella sua manifestazione da qualcosa di concreto - in questo caso il cervello - ma che non la rende concreta".
"C’è anche una categoria di cose descritte come culturali in senso lato - per esempio la musica, o la letteratura. L’esistenza delle sinfonie di Beethoven o delle opere di Dickens non può essere semplicemente identificata con l’esistenza dei manoscritti su cui sono trascritte. Né la religione o la politica possono essere identificate meramente con le persone che le praticano. Tutte queste cose «esistono» in un senso non concreto, ma nondimeno importante". "Infine c’è il regno della matematica e della logica, di importanza centrale per la scienza. Qual è la natura della loro esistenza? La matematica ha innegabilmente un’esistenza di un qualche tipo, anche se astratto. Ora sulle leggi della fisica gli scienziati si domandano se abbiano un’esistenza trascendente. Molti fisici lo credono, ma non tutti i fisici teorici accettano l’idea di leggi trascendenti. "James Hartle, notando che «gli scienziati, come i matematici, procedono come se le verità delle loro discipline avessero un’esistenza indipendente.., come se ci fosse un unico insieme di regole dalle quali l’universo è retto dotate di una realtà separata dal mondo che esse governano», sostiene che la storia della scienza è piena di esempi di come quelle che una volta erano considerate verità indispensabili e fondamentali siano poi risultate essere casi speciali del tutto dispensabili. L’idea che la Terra fosse al centro dell’universo fu fuori discussione per secoli finché si scoprì che l’universo appariva in quel modo solo per la nostra posizione sulla sua superficie. Che le linee e gli angoli nello spazio tridimensionale obbediscano alle leggi della geometria euclidea venne ritenuta pure una verità fondamentale e indispensabile, ma risultò dovuta solo al fatto che viviamo in una regione dello spazio e del tempo in cui la gravità è relativamente debole, cosicché la curvatura dello spazio passò per molto tempo inosservata. Quanti altri aspetti del mondo, si domanda Hartle, potrebbero essere ugualmente dovuti alla nostra particolare prospettiva, e non essere il risultato di una profonda verità trascendente? La separazione della natura in due parti, «il mondo» e «le leggi», potrebbe essere un aspetto non necessario. Secondo questo punto di vista, non c’è un unico insieme di leggi verso il quale converge la scienza. Le nostre teorie, e le leggi che esse contengono, non possono essere separate, dice Hartle, dalle circostanze in cui noi stessi ci troviamo. Queste circostanze includono la nostra cultura e la nostra storia evolutiva, e i dati specifici che abbiamo raccolto sul mondo. Una civiltà aliena con una storia evolutiva, una cultura e una scienza differenti potrebbe formulare leggi molto diverse. Hartle fa notare che molte leggi differenti si possono adattare a un determinato insieme di dati, e che non possiamo mai essere sicuri di aver raggiunto l’insieme corretto".