Post date: 28-mag-2012 7.29.10
C'è una stretta relazione tra quello che avviene nel sistema cognitivo umano e quel che si cerca di realizzare costruendo un sistema automatico di misura.
Concettualmente parlando, è possibile descrivere il processo conoscitivo in termini applicabili sia all'umano che ad un sistema artificiale. Abbattendo la barriera che li distingue (a livello di processamento dell'informazione), possiamo cercare di indagare sulla forma generale di un sistema cognitivo, in modo da avere un modello universale che descriva i flussi di informazione, e successivamente applicare questo modello per analizzare o definire dei generici sistemi cognitivi, siano essi puramente umani (sempre che un un essere umano dotato di calibro possa essere definito "puramente umano"), totalmente automatici o ibridi.
Tanto per fissare dei punti, iniziamo citando Minsky che in Matter, Mind and Models, tenta di definire il rapporto tra ente conoscente, conoscenza e modello
2. Knowledge and Models
If a creature can answer a question about a hypothetical experiment without actually performing it, then it has demonstrated some knowledge about the world. For, his answer to the question must be an encoded description of the behavior (inside the creature) of some sub-machine or "model" responding to an encoded description of the world situation described by the question We use the term "model" in the following sense: To an observer B, an object A* is a model of an object A to the extent that B can use A* to answer questions that interest him about A. The model relation is inherently ternary. Any attempt to suppress the role of the intentions of the investigator B leads to circular definitions or to ambiguities about "essential features" and the like. It is understood that B's use of a model entails the use of encodings for input and output, both for A and for A*. If A is the world, questions for A are experiments. A* is a good model of A, in B's view, to the extent that A*'s answers agree with those of A's, on the whole, with respect to the questions important to B. When a man M answers questions about the world, then (taking on ourselves the role of B) we attribute this ability to some internal mechanism W* inside M. It would be most convenient if we could discern physically within M two separate regions, W* and M-W*, such that W* "really contains the knowledge" and M-W* contains only general-purpose machinery for coding questions, decoding answers, or administering the thinking process. However, one cannot ready expect to find, in an intelligent machine, a clear separation between coding and knowledge structures, either anatomically or functionally, because (for example) some "knowledge" is likely to be used in the encoding and interpreting processes. What is important for our purposes is the intuitive notion of a model, not the technical ability to delineate a model's boundaries Indeed, part of our argument hinges on the inherent difficulty of discerning such boundaries.
Tralasciando il problema dei confini (credo che non possano essere definiti dei confini oggettivi a livello fisico), il pregio di questo testo è di permettere di focalizzare le entità che possono essere utilizzate per descrivere un generico sistema cognitivo. Ribadisco che l'obiettivo qui è cercare di capire "come è fatto" un sistema cognitivo.
La prima frase determina un approccio operativo per definire se un sistema cognitivo ha conoscenza o meno riguardo al mondo. Un sistema che dimostra conoscenza di qualcosa ha la capacità di rispondere a delle domande riguardo ad un ipotetico esperimento senza dover eseguire "realmente" l'esperimento. Trasportando questo concetto nel nostro problema di misura di entità complesse (da ora in poi "essere umani", per voler essere concreti), possiamo ora analizzare due esempi semplici di misura di esseri umani, mostrandone le analogie e come possano essere fatti ricadere nel caso del quale abbiamo appena parlato, ovvero di entità dotate di conoscenza riguardo al mondo.
Primo caso: esame antropometrico.
Individuiamo il setting semplice in cui sono presenti:
Ora analizziamo il processo di misurazione:
Per ogni misura presente nella lista, l'antropometrista, usa uno strumento tarato per eseguire la misura e successivamente scrive sul foglio l'esito della misura. Una volta trascritto il risultato della misura, è possibile chiedere all'antropometrista il valore di una misura (per esempio l'altezza del soggetto) e questo saprà riferircelo senza dover esegure fisicamente la misura. Il sistema antropometrista-foglio mostrerà a questo punto una conoscenza (secondo la definizione data prima) riguardo alla "parte di mondo" rappresentata dal soggetto. E' possibile anche considerare il caso in cui una terza persona legga il foglio e possa essere interrogata sulla misura del soggetto, questo porta a dire che, una volta compilato il foglio, un sistema che contenga conoscenza riguardo alla misura possa consistere nel foglio più almeno una fra le persone in grado di leggerlo e interpretarlo.
Concentriamoci su un aspetto del modo in cui avviene il processo di misurazione: senza voler inoltrarci troppo nei dettagli psicologici, potremmo dire che la lettura da parte dell'antropometrista delle parole che definiscono la misura da eseguire, evochi nella sua memoria le conoscenze riguardo all'atto della misura. Queste conoscenze di tipo procedurale, visuale e sensomotorio e sono quelle necessarie per eseguire la misura "a regola d'arte".
Secondo caso: misura automatica
Supponiamo in questo caso di utilizzare un dispositivo di imaging (p. es. un body scanner) che permette di eseguire misure automatiche sui dati. Possiamo suddividere il sistema di body scanning un una parte di acquisizione e nella parte di processamento dell'informazione (computer).
Avremo ora un setting che consiste in:
Possiamo descrivere il procedimento di misurazione in questo modo:
L'operatore posiziona il soggetto nella posizione desiderata ed avvia la procedura di acquisizione. Il sistema di scanning esegue l'acquisizione ottenendo un modello tridimensionale della geometria del soggetto. Questa geometria processata da un algoritmo di analisi al fine di estrarre una serie di misure riguardanti il soggetto. Queste misure sono poi immagazzinate in un foglio di calcolo che a questo punto può essere letto ed interpretato alla stessa maniera del foglio citato nel primo caso.
I casi citati sono stati semplificati al massimo cercando nel contempo di mantenere un completo realismo nella descrizione dei processi. In entrambi i casi riconosciamo un soggetto da esaminare in "ingresso" ed un risultato che consiste in un foglio contenente le misure. Tale foglio, insieme ad una persona in grado di leggerlo, "possiede conoscenza" (nel senso definito da Minsky) riguardo al soggetto. Quello che sta tra il soggetto ed il foglio è (astrattamente) un "sistema di misurazione".
E' lecito supporre che, sebbene le entità fisiche che compongono i sistemi di misurazione siano diversi, i flussi di informazione che li compongono siano analoghi, e che sia pertanto possibile tracciare un isomorfismo tra i flussi e tra i "blocchi funzionali" che processano l'informazione.
Investigando nel dettaglio la forma e le proprietà di questi flussi, ciò che accomuna e distingue i due sistemi presi in esame, sarà possibile ottenere dei validi insight riguardanti i generici sistemi per la misurazione e ai loro insiemi costitutivi.