Gli spazi concettuali hanno la caratteristica di riuscire ad inserire delle entità appartenenti al "mondo" linguistico in un ambiente che a che fare con lo spazio, con interessanti risultati.
Se riconosciamo che i mondi di cui si parla altro non sono che due delle intelligenze indicate da Gardner nella sua celebre teoria, allora possiamo generalizzare supponendo che esistano rappresentazioni degli spazi (usiamo questo termine anche se è "di parte") come "osservati" dalle altre facoltà intellettive.
Esisterà una rappresentazione musicale delle formule matematiche, o dello spazio dei concetti, e delle rappresentazioni corporali di entrambi.
La nostra rete neurale che contiene i principi algebrici (es. 1 + 1 = 2 ) è minuscola, se confrontata all'area visiva. Ciononostante, la complessità delle strutture matematiche che la cultura umana è riuscita a realizzare "asservendo" le funzionalità cerebrali a questa piccola area è impressionante.
Il termine asservire deriva dalla considerazione che la "coerenza interna" e l'universalità delle strutture matematiche deriva proprio dalla semplicità e collegata universalità di quella sottorete cerebrale che ci fa constatare che la somma 1+1 è uguale a 2 e non a 3.
Quanto detto riguardo alla matematica può essere trasposto alle altre intelligenze individuate da Gardner.