Post date: 10-gen-2019 16.11.05
C'è una profonda difficoltà a integrare nella scienza il concetto di coscienza. Una prima difficoltà è quello della sua definizione.
Una modalità possibile per aggirare l'ostacolo, può essere quello di usare schemi come questo, che non hanno il fine di proporre "teorie" specifiche, quanto di aprire uno spazio, una dimensione mentale, nella quale il concetto di coscienza può essere analizzato, pur lasciandola indefinita.
La bontà di questo schema è che, oltre a essere abbastanza condiviso dalle sapienze tradizionali, rispecchia l'idea che la coscienza non è distribuita uniformemente in tutto l'universo, ma che si raccoglie in alcuni "centri" (per esempio nei corpi umani), pur lasciando spazio per coscienza di grado diverso dal nostro.
E' insomma uno schema "aperto" e non bellico, che vuole ispirare più che imporre.
L'aggancio alla scienza tradizionale (e alla nostra quotidianità) è visibile in basso a destra, in cui viene mostrata l'estensione della coscienza umana nel disegno più grande delle cose. Vicino ad essa sono collocati le estensioni di coscienza di altri esseri (animali, vegetali*, minerali) coi quali l'uomo ha in generale dimestichezza.
In quanto esseri umani possiamo far esperienza dei diversi aspetti che ci riguardano, distinguendo per esempio le esperienze relative al corpo, dalle nostre emozioni, ai nostri pensieri e sensazioni. Qui si vuol solo dare un'idea intuitiva, una suggestione, ma per un approfondimento si può consultare questo articolo di wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Corpo_(esoterismo)
E' abbastanza semplice fare esperienza diretta e immediata di questi "corpi" ponendo l'attenzione alla nostra esperienza quotidiana. Possiamo dire che
Possiamo dire che, come l'evoluzione principale dell'animale in essere umano è stato quello dello sviluppo del "corpo mentale", oggi la direzione dell'evoluzione umana consiste in nel radicamento sempre maggiore della coscienza umana nei livelli superiori.
I piani della natura e corpi "sottili" secondo la tradizione (tratto da Il doppio Eterico di Arthur Powell)
Questa prospettiva sui diversi piani della realtà è comune a praticamente tutti i sistemi sapienziali tradizionali diversificandosi essenzialmente per il numero di corpi/livelli (3, 5 o 7) che sono ritenuti aspetti della realtà.
Lo schema lascia intravvedere la possibilità di esseri che abbiano una "estensione" maggiore della nostra, e che magari per noi potrebbero essere non esperibili nello stato di coscienza convenzionale. Parlo appunto di possibilità perché possedere uno spazio immaginativo è sufficiente per poter ragionare o meno riguardo a certi fenomeni (in questo caso spirituali).
Possiamo collegare al diagramma precedente quest'altro (tratto dalla bellissima Enciclopedia Olistica ), che mostra come, pur rifacendosi all'universo materiale per come si è manifestato alla scienza attuale (in una prospettiva trans-disciplinare), l'universo si sviluppi per livelli crescenti di complessità.
Questa proprietà della materia universale, pur essendo "nascosta" agli scienziati che si sono rinchiusi nella propria nicchia scientifica, è palese a chi ha allargato lo sguardo.
Nonostante ci siano tentativi di attribuire al "caso" questa proprietà, sembra molto più interessante cercare un collegamento tra questo e un'altra evidenza. Cioè che, pur essendo la specie umana l'ultima arrivata sul pianeta terra, essa sembra essere l'animale dotato della maggior capacità di coscienza.
Da questa semplice collegamento, tra la "coscienza" (apparente) degli esseri che sono apparsi sul pianeta, e la complessità crescente che la vita ha manifestato, possiamo intuire la validità e l'importanza della Legge di complessità e coscienza di Teilhard de Chardin.
Questa tendenza dell'universo, porta naturalmente alla domanda riguardante il futuro che ci attende, come individui e come umanità.
Per il momento mi fermo, in modo da lasciare tempo alla contemplazione.
C'è un ulteriore schema da inserire (questo di Ervin Lazlo) che descrive particolarmente l'ultimo "salto" (in alto a destra nello schema precedente) che la nostra umanità deve compiere con decisione per superare le divisioni e unificarsi a livello planetario, raggiungendo la tanto attesa "pace nel mondo".