La vita oltre la morte

Insegnamenti bahá’í su LA VITA DOPO LA MORTE

Trascrizione completa del testo del libro, col permesso dell'editore

“Considerate la morte come l’essenza della vita”

‘Abdu’l-Bahá


Gli insegnamenti bahá’í sul grande mistero della morte e di una vita al di là dei suoi ombrosi portali offre alle menti confuse e ai cuori addolorati un radioso messaggio di speranza e di conforto e uno stimolo per una nobile vita. Bahá’u’lláh, il Profeta di Dio per questa nuova era, e ‘Abdu’l-Bahá, Suo Figlio e Interprete, hanno sollevato alcuni dei veli che nascondono l'invisibile, spiegando molte cose che erano finora sembrate vaghe e sconcertanti. Ma i misteri dell'aldilà e i segreti dell'universo non possono essere completamente rivelati, perché il linguaggio degli uomini è come quello dei fanciulli e non ci sarà mai dato di comprenderli appieno in questo mondo. Ci basta conoscere alcune verità che ci chiariscano le idee, che ci ispirino e guidino le attività della nostra vita terrena.

Ma prima di poter capire che cosa significhi ‘esistenza’ nella vita ultraterrena, sembra necessario comprendere a quale scopo tenda questa e in quale luce vada essa considerata.

Un mondo embrionale

La vita della carne, ci viene insegnato, non è altro che lo stadio embrionale della nostra esistenza; può essere paragonata a un bambino nel grembo della madre, dove a poco a poco si sviluppa e costruisce le forme e le facoltà che gli sono necessarie per la vita nel mondo materiale. Così l'uomo deve sviluppare nella vita terrena quei poteri e quelle capacità potenziali, quelle qualità dello spirito che non solo gli permetteranno di agire bene e di conseguire la felicità spirituale qui, ma lo prepareranno altresì per una nuova nascita - nel momento della morte - nella vita ultraterrena.

Lo scopo dell'esistenza terrena è dunque quello di permettere all'uomo di sviluppare, attraverso l'esperienza della gioia e del dolore, con la lotta, le conquiste e una ben orientata attività, quelle qualità spirituali che sono l’amore, la purezza, l'umiltà, l'abnegazione, la sincerità, la saggezza, la fede e il servizio all'umanità, qualità che costituiranno la sua vita nei reami dell'eternità.

O figlio dello spirito! Il Mio primo consiglio è questo: Abbi un cuore puro, gentile e radioso, affinché la tua sia una sovranità antica, imperitura, sempiterna.

Bahá’u’lláh

Il corpo materiale

Questi corpi materiali che noi conosciamo

sono composti di atomi; quando questi atomi incominciano a separarsi, ha inizio la decomposizione e poi sopravviene quella che noi chiamiamo morte. Questa composizione di atomi, che forma il corpo o l’elemento mortale di ogni cosa creata, è temporanea. Quando la forza di attrazione che tiene assieme gli atomi recede, il corpo come tale cessa di esistere. Nel caso dell’anima, la cosa è diversa. L’anima non è una combinazione di elementi, non è costituita da molti atomi: essa è di una sola sostanza indivisibile, e perciò eterna. Essa è del tutto al di fuori dell’ordine della creazione materiale: è immortale.

‘Abdu’l-Bahá

Il corpo materiale dunque non è altro che la veste dell’anima, la sua espressione esteriore nella materia. E quando questo abito di carne è deposto l’anima è liberata. C’è un semplice paragone per comprendere questa fase di transizione: quello del verme che emerge dall’angusta crisalide nella forma di una farfalla e che si libra in una nuova dimensione, un più vasto mondo di luce e libertà. Ma il paragone non è esatto, perché l’anima non si trova dentro il corpo, è solo attaccata ad esso o in esso riflessa, come per esempio il sole che è riflesso in uno specchio. Se lo specchio si rompe, il sole dell’anima non ne è toccato. L’anima può funzionare tanto con, quanto senza l’intervento della sua forma materiale. Abbiamo un’illustrazione dell’indipendenza dell’ anima nel mondo onirico. Mentre tutte le facoltà del corpo sono sospese, scopriamo che possiamo vedere, sentire, viaggiare e talvolta conoscere cose che non sapevamo nello stato di veglia.

Il corpo umano si trova nello spazio ed è visibile; l’anima è invisibile e non si trova nello spazio, perché lo spazio e il tempo appartengono solo alle cose materiali.

Anima, mente, spirito

Le parole anima, mente e spirito sono spesso usate in modo inesatto e le terminologie dei filosofi e delle religioni antiche e moderne tendono a differire. Ma tutte le grandi religioni insegnano la continuità dell’esistenza e l’immortalità dell’anima dell’uomo. La filosofia scientifica è concorde e ha dimostrato

che un elemento ‘semplice’ (‘semplice’ significa che non è composto) è, per questo motivo, indistruttibile. L’anima, non essendo una composizione di elementi come il corpo, è - in sostanza - come un elemento semplice e perciò non può cessare di esistere… Non può subire né disintegrazione né distruzione e perciò non c’è ragione per cui debba finire.

‘Abdu’l-Bahá

Ma che cos'è l’anima? ‘Abdu’l-Bahá la definisce

la forza motrice di questo corpo materiale, che vive sotto il suo completo controllo e secondo i suoi dettati.

L’anima ha due principali facoltà. Come le circostanze esteriori sono comunicate all'anima dagli occhi, dagli orecchi e dal cervello dell’uomo, così l’anima comunica i suoi desideri e i suoi propositi attraverso il cervello alle mani e alla lingua, e in tal maniera si esprime. Lo spirito nell'anima (o che rifulge attraverso di essa) è l’essenza della Vita.

La seconda facoltà dell’anima si esprime nel campo della visione, dove l’anima, abitata dallo spirito, ha la propria esistenza e funziona senza l’aiuto dei materiali sensi corporali. Là, nel regno della visione, l’anima vede senza l’aiuto dell’occhio fisico, ode senza bisogno dell’orecchio e viaggia senza dipendere dal moto fisico. Perciò è chiaro che lo spirito dell’anima dell’uomo può funzionare per mezzo del corpo, usando gli organi dei sensi ordinari, e che può vivere ed agire senza il loro aiuto nel campo della visione.

‘Abdu’l-Bahá

L’uomo è libero di rivolgere lo specchio dell’anima o verso la luce dello spirito o verso il lato oscuro, materiale e animale della propria natura.

L'anima che si identifica con il mondo materiale rimane oscura... ma se diventa ricettacolo delle grazie del mondo della mente, la sua oscurità è trasformata in luce, la sua tirannia in giustizia, la sua ignoranza in saggezza e la sua aggressività in amorevolezza. L'uomo si libera dall'egoismo, si affranca dal mondo materiale.

‘Abdu’l-Bahá

Anche la mente è un’astrazione ed è solo collegata o correlata al cervello di cui si avvale come strumento per esprimere attività mentali e intellettuali. La mente è la facoltà che permette all’uomo di svelare i segreti dell’esistenza e gli dà il potere d’investigare la realtà di ogni oggetto. Essa è un’espressione individuale della Mente Universale e una prova dell’immortalità dell’uomo.

Illuminata dallo spirito, la radiosa intelligenza fa dell’uomo il punto coronante della creazione. Questo potere è della mente, perché l’anima non è di per sé capace di svelare i misteri dei fenomeni; ma la mente può farlo e perciò è una facoltà superiore all’anima1.

‘Abdu’l-Bahá

Ma c’è un potere, il terzo potere dell’uomo, che è diverso dall’anima e dalla mente. È la luce del Sole della Realtà, una radiazione del mondo celeste, lo spirito della fede cui Gesù Si riferisce quando dice: Quello che è nato dalla carne è carne; quello che è nato dallo Spirito è spirito. E poi aggiunge questo ammonimento: Chiunque non abbia ricevuto una parte dello Spirito è come morto, per dire che le anime degli uomini, pur destinate a vivere dopo essere state liberate dal corpo, tuttavia possono essere considerate come morte in paragone a quelle che hanno ottenuto la vita spirituale e che sono state vivificate dallo spirito della fede. E questo è il potere dello Spirito Santo che emana, come i raggi dal sole, da quelle Manifestazioni Divine che di tanto in tanto appaiono nel mondo per aiutare l’umanità nella sua evoluzione spirituale. Tali furono Gesù, Muhammad, Buddha e altri Grandi del passato. Tutte le cose esistenti, consapevolmente o inconsapevolmente, in questo o nell’altro mondo, ricevono la Loro luce e possono avere parte delle benedizioni2 che Essi portano.

Così quando il suo corpo materiale perisce, l’uomo continua a vivere nell’anima e nella mente, sorretto e illuminato dallo spirito della fede ed entra in una delle “molte magioni”, cioè in quel grado o condizione di consapevolezza o coscienza spirituale cui è giunto durante la vita terrena.

Note:

1. In questo caso sembra che „Abdu‟l-Bahá si riferisca non all'"Anima come entità spirituale dell" uomo, sibbene come anima razionale o spirito umano. (n.d.t.).2. Nel Cristianesimo questa benedizione si chiama Grazia, nell'Islam bàraka (n.d.C.)

Paradiso e Inferno

Nei libri sacri delle varie religioni come la Bibbia e il Corano le condizioni dell’anima dopo la morte sono descritte con linguaggio vivace e pittoresco. Ma si tratta solo di quadri simbolici, che non devono essere presi alla lettera o interpretati in senso materiale. Le espressioni usate - ricompensa e punizione, paradiso e inferno, giardini del paradiso e tenebre - illustrano drasticamente le differenze (che diventano evidenti nella vita ultraterrena) fra i divini stati di consapevolezza; fra coloro che si sono sforzati di seguire le leggi della natura superiore di coltivare le facoltà spirituali e sono nati dallo spirito e coloro che non si sono curati di fare altrettanto.

Paradiso e inferno non sono, perciò, luoghi ma condizioni dell’anima e l’uomo può sperimentare alcune delle gioie del cielo, che sono gioie spirituali, o i dolori dell’inferno, che consistono nell’essere privati della gioia, mentre si trova ancora nel corpo: l’inferno è dunque una mancanza di sviluppo spirituale.

La ricompensa nell’altro mondo è data dalle perfezioni e dalla pace ottenute nei mondi spirituali dopo avere lasciato questa terra… i vari doni nel Regno di Dio, il raggiungimento dei desideri del cuore e dell’anima... le punizioni dell’altro modo… consistono nell3essere privato delle particolari benedizioni divine... e nel ricadere nei gradi inferiori dell’esistenza. Colui che viene privato dei favori divini, sebbene continui a vivere dopo la morte è considerato morto dal popolo della verità.

‘Abdu’l-Bahá

Perciò le differenze di carattere e di realizzazione spirituale fra gli esseri umani, spesso oscurate qui dall’ambiente, da posizioni mondane, ricchezze o educazione diverranno palesi nella vita ultraterrena, dove la gamma dei gradi della vita è molto più ampia che su questo piano: un contrasto tanto grande quanto quello fra un minerale e un uomo sviluppato.

In verità la sola gloria è nell’anima dell’uomo disse Bahá’u’lláh. E la ricchezza e la felicità dell’altro mondo consistono nella nobiltà del carattere, nella purezza del cuore e nella sublimità dell’anima.

Unità dei due mondi

Il mondo visibile e i mondi invisibili sono separati solo per i nostri sensi umani. In realtà essi compongono un unico universo, le cui parti sono interdipendenti e intimamente collegate. Così coloro che vivono sulla terra e coloro che sono trapassati a causa della trasformazione della morte appartengono a un unico identico organismo. La separazione da coloro che amiamo è perciò solo una separazione fisica. Fra il visibile e l’invisibile vi è una costante intercomunicazione. Per chi sia sufficientemente sensibilizzato a più sottili vibrazioni, questa comunione può diventare cosciente e definitiva; mentre altri possono restare del tutto ignari di questo vitale rapporto. Per i Profeti e per molti dei santi il rapporto fra i due mondi è cosa naturale e reale.

Tra le anime spirituali esiste… una comunione purificata dall’immaginazione e dalla fantasia, una associazione resasi indipendente dai fattori di tempo e di luogo. Così sta scritto nel Vangelo, che, sul Monte Tabor, Mosè ed Elia incontrarono Cristo; è evidente che non si trattò di un incontro materiale, ma di una condizione spirituale che viene espressa come incontro fisico... si tratta di eventi reali che producono effetti meravigliosi sulla mente e sul pensiero degli uomini e ne attraggono i cuori

‘Abdu’l-Bahá

Quando ci troviamo in una condizione di ricettività, o anche nel sogno, quando il legame tra l’anima e il corpo è più tenue, ci possono giungere messaggi dall’altro mondo che si riverberano poi anche nello stato di veglia.

Gli insegnamenti bahá'í ammettono, naturalmente, la realtà di certe facoltà psichiche supernormali, ma avvertono che non è bene cercare un rapporto con i trapassati al fine di gratificare la curiosità o per ottenere qualcosa per noi stessi. La Realtà è spirito puro, non occupa spazio e non assume forme. Il genuino rapporto con i trapassati, un luogo d’incontro certo e sicuro, si può sempre trovare in una condizione di amore e preghiera, cioè in una condizione spirituale. Ed è più saggio lasciare che le facoltà psichiche latenti si sviluppino naturalmente, mentre l’anima entra in sintonia con le superiori vibrazioni di una vita pura e altruistica, poiché lo sviluppo prematuro di queste facoltà può interferire con lo stato dell’anima nel mondo etereo, dove le facoltà sono pienamente operanti.

Preghiere per i defunti

I Bahá’í sono invitati a pregare per i cosiddetti “morti” e per questo scopo sono state rivelate preghiere speciali: preghiere per il perdono, l’illuminazione spirituale, la felicità e il progresso dello spirito. Nell'altro mondo esiste ancora la legge del progresso, la misericordia di Dio è sconfinata e i Suoi angeli sono sempre vicini.

Coloro che sono ascesi hanno attributi diversi da coloro che si trovano ancora sulla terra, eppure non c’è vera separazione. Nella preghiera gli stadi si mescolano, le condizioni si mescolano. Pregate per loro, come essi pregano per voi. L’influenza reale e genuina non è in questo ma nell’altro mondo.

‘Abdu’l-Bahá

Così dai due lati del Velo le preghiere salgono a quella Realtà Divina attorno al santuario della cui Presenza ruotano le anime di tutti gli uomini.

Evoluzione spirituale

Una messe crescente di opinioni scientifiche, nonché le prove della Società per le Ricerche Psichiche, confermano l'insegnamento bahá’í che l'anima continua a vivere e a operare dopo la separazione dal corpo materiale, in un mondo dove non esistono né tempo né spazio né impressioni sensoriali. Così liberata, il suo sentire sarà più possente, più grandi le percezioni e maggiore la felicità. Dinanzi a coloro che hanno sviluppato la consapevolezza spirituale si apre la gloriosa prospettiva dell’immortalità e di un infinito progresso nelle perfezioni attraverso gli illimitati mondi di Dio, un’infinita evoluzione nell'amore, nella saggezza nella gioia. E l'amore che è la legge fondamentale che unisce le anime quaggiù tanto più le unirà lassù, dove la comunione dei santi costituisce una parte integrale della vita eterna.

I misteri di cui è ignaro nel mondo terreno, quelli, l'uomo scoprirà nei mondo del cielo e ivi sarà informato dei segreti della verità; tanto più riconoscerà o scoprirà persone alle quali e stato vicino. Indubbiamente le anime sante che hanno l'occhio puro e il dono dell'intuito potranno, nel Regno della Luce, essere informate di tutti i misteri e troveranno la grazia di vedere la realtà di ogni grande anima. Vedranno anche palesemente la bellezza di Dio. Del pari troveranno tutti gli amici di Dio, dei tempi passati e recenti, presenti nel consesso celeste.

‘Abdu’l-Bahá

Poiché in questi regni l’amore è sovrano, coloro fra i quali è esistito vero amore e affinità troveranno, naturalmente, tale relazione arricchita e rafforzata da una comunione di spirito di gran lunga superiore a quella che avrebbero potuto realizzare sulla terra; e inoltre nessun essere mortale può concepire l’unione e l’armonia che Dio ha destinato all’uomo e alla sua sposa, se essi hanno costruito le fondamenta del loro reciproco affetto sull’esistenza spirituale. Le implicazioni di quella che è l’attrazione e l’unione fra le anime nel cielo sono molteplici e misteriose, e tuttavia possiamo intravedere qualcosa della loro promessa di bellezza. Qui, come canta il poeta, possiamo “cogliere i più dolci momenti di tutti i nostri sogni infranti” e provare ciò che trascende ogni immaginazione.

Ma sorge una domanda: “In quale modo le anime manterranno la propria individualità in queste sfere celesti?”

Con la nostra limitata comprensione possiamo cogliere solo un barlume di tali profondità. Nell'anima e nella mente sono riposte tutte quelle potenzialità che permetteranno all'uomo di godere della vita eterna e del progressivo sviluppo delle proprie facoltà spirituali, come, per esempio, nell'insignificante piccola ghianda si trovano racchiuse tutte le potenzialità di una quercia maestosa. Essendo il movimento una legge essenziale di tutta l'esistenza, nel regno dello spirito non può esservi stasi, né regresso; ogni movimento dovrà, alla fine, muovere verso una condizione di perfezione. Il veicolo etereo o corpo usato dall'anima si accorderà e adatterà alla sfera di consapevolezza nella quale esso dovrà funzionare.

L'anima, quando giunge alla Presenza di Dio, assume la forma che meglio si addice alla sua immortalità e che è degna della sua dimora celeste.

‘Abdu’l-Bahá

Un tale ordine non ammette, naturalmente, regresso; per fare un paragone, la farfalla non può ritornare crisalide. Ma le qualità, certe facoltà e memorie dello spirito universale ritornano in un altro corpo e servono a illuminare le menti di esseri umani appena creati i quali nascono puri. I risultati dell'esperienza di ogni singola vita vanno ad arricchire l’umanità; mentre le ingiustizie che tanti hanno subito in questo mondo ricevono ampia ricompensa nell’altro, in modi che trascendono la nostra comprensione.

Essendo lo sviluppo delle sue facoltà spirituali una legge di Dio, l’anima può continuare ad acquisire infinite perfezioni ed evolversi per sempre nei regni dell’infinito; ma acquisirà maggior misura e profondità di consapevolezza pur rimanendo sempre nello stadio dell’umanità; non giungerà allo stadio della Divinità.

Per l’uomo esiste progresso sia prima sia dopo aver lasciato la sua spoglia materiale, ma progresso nella perfezione non nello stato... Non v'è essere più elevato dell’uomo perfetto. Ma quando ha raggiunto questo stato l’uomo può ancora progredire in perfezione, ma non in istato... dato che le perfezioni umane sono infinite... Per esempio la realtà dello spirito di Pietro, per quanto possa progredire, non può raggiungere la condizione della Realtà di Cristo, progredisce solo nel proprio ambito (o sfera).

‘Abdu’l-Bahá

Le anime umane perciò non diventano Dio; le creature non possono diventare il proprio Creatore.

Una domanda frequente è questa: Qual è la condizione dei fanciulli Che muoiono nell'infanzia?

Questi piccini vivranno sicuramente nell'altro mondo, perché nascendo qui hanno ricevuto un'individualità. E possiamo affidarli alle amorevoli cure del Giardiniere Celeste, che farà crescere questi teneri boccioli di rosa, si che fioriscano in spirituale bellezza.

Come dobbiamo dunque guardare alla morte?

Come guardiamo alla meta di un viaggio? - rispose ‘Abdu’l-Bahá - Con speranza ed attesa. Altrettanto per la fine di questo viaggio terreno. Nell'altro mondo, l'uomo si troverà liberato da molte delle incapacità da cui è Ora afflitto. Coloro che sono passati attraverso la morte occupano una sfera tutta loro, non lontana dalla nostra; il loro lavoro, il lavoro del Regno è nostro, ma santificato da quello Che noi chiamiamo tempo e luogo.

E coloro Che in questo Nuovo Giorno di Dio hanno avuto il privilegio di riconoscere la Realtà Divina Che rifulge nel Messaggero Celeste, Bahá’u’lláh, di servire la Sua Causa e di rispecchiare la Sua luce - a costoro la morte offre

la coppa che è la vera vita. Essa dona gioia ed è | apportatrice di contentezza. Conferisce il dono della vita eterna.

In quanto a coloro che hanno gustato il frutto dell’esistenza terrena dell’uomo, che è il riconoscimento dell’unico vero Dio - esaltata ne sia la gloria - la loro vita ulteriore sarà tale che Noi non possiamo descriverla. Ne ha conoscenza solo Dio, il Signore di tutti i mondi.

O progenie della polvere! Non ti contentare degli agi di un giorno fuggente e non ti privare dell’eterno riposo. Non barattare il giardino della delizia eterna per la polvere di un mondo mortale.

Ascendi dalla tua prigione alle gloriose superne pianure e dalla tua gabbia mortale spicca il volo verso il paradiso oltre lo Spazio.

Chiunque seguirà questo consiglio spezzerà le catene, gusterà il rapimento dell’estasi d'amore, conseguirà il voto del suo cuore e rimetterà la sua anima nelle mani del Suo Beneamato. Spezzando la sua gabbia spiccherà il volo come l'uccello dello spirito verso il suo nido santo ed eterno.

O Miei servi! Non addoloratevi se in questi giorni e su questa terra sono state ordinate e manifestate da Dio cose contrarie ai vostri desideri poiché giorni di gioia ineffabile, di delizia paradisiaca vi sono sicuramente serbati. Mondi santi e spiritualmente gloriosi si sveleranno ai vostri occhi. Voi siete destinati da Lui, in questo mondo e nel mondo di là, a partecipare ai loro benefici, a condividerne le gioie e ad ottenere una parte della loro grazia sostenitrice. Voi giungerete a tutti e ad ognuno di essi senza dubbio.

Se crederete in Me, proverete ciò che vi è stato detto e farò di voi gli amici della Mia anima nei reami della Mia grandezza, e i compagni della Mia perfezione nel Regno della Mia possanza per sempre.

Bahá’u’lláh

Per ulteriori informazioni sulla Fede Bahá’í si prega contattare il Centro o la Comunità Bahá’í esistente nella vostra località. Nel caso ciò non sia possibile, rivolgersi a: Centro Nazionale Bahá’í oppure a Casa Editrice Bahá’í

Abbi un cuore puro, gentile e radioso perché la tua sia una sovranità antica, imperitura, sempiterna.

Bahá’u’lláh