Palazzo Steri

Edificato nel 1307 da Manfredi I della famiglia Chiaramonte, il palazzo rappresenta il primo esempio del cosiddetto stile chiaramontano, uno stile architettonico che si affacciò in Sicilia all’inizio del ‘300. Solenne nella struttura, il Palazzo, noto anche come Steri - da Hosterium, palazzo fortificato - presenta sulla facciata bellissime bifore, trifore e al suo interno eleganti colonnati. La sala “terrana” o delle Armi, usata con molta probabilità per le udienze, risale proprio alla prima residenza chiaramontana. Dopo la caduta della famiglia Chiaramonte il Palazzo fu anche la sede dei viceré spagnoli tra il 1468 e il 1517 nonché del Tribunale dell’Inquisizione dal 1601 al 1782, le cui prigioni con i graffiti lasciati dai condannati in alcune celle delle Carceri sono oggi visitabili. 

Negli anni Cinquanta il Palazzo è stato restaurato dal celebre architetto Carlo Scarpa. Tra gli ambienti più importanti del Palazzo spicca la Sala Magna o dei Baroni, al primo piano, ove è possibile ammirare i dipinti del soffitto ligneo eseguito fra il 1377 e il 1380 da Cecco di Naro, Simone da Corleone e Pellegrino Darena da Palermo. Il soffitto con le sue scene dipinte è considerato un vero e proprio trattato di storia medievale.

Degna di essere visitata è anche, al secondo piano, la Sala delle Capriate. Oltre alle splendide trifore parietali qui è possibile ammirare alcuni dipinti settecenteschi provenienti dalla Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.

All'interno del Palazzo, oggi sede del rettorato dell’Università di Palermo, è custodito il celebre dipinto la Vucciria di Renato Guttuso