Pontifices

La parola PONTIFEX ha origine latina, anche se alcuni pensano possa provenire dall’etrusco. Secondo la versione di Varrone, deriva dall’associazione delle parole latine pons e facere, ovvero ‘capaci di fare un ponte’:

Sacerdotes universi a sacris dicti. Pontufices, ut Scaevola Quintus pontufex maximus dicebat, a posse et facere, ut potentifices. Ego a ponte arbitror: nam ab his Sublicius est factus primum ut restitutus saepe, cum ideo sacra et uls et cis Tiberim non mediocri ritu fiant [1].

Il termine viene usato ai giorni nostri per definire un’importante personalità nel campo religioso e ha dato origine a numerosi termini, quali ‘pontefice’, ‘pontificato’, ‘pontificare’.

Allievi degli Etruschi, i Romani fecero dell’ars pontificia un’arte sacra, tanto che il più alto grado sacerdotale era quello del Pontifex Maximus, che si occupava della costruzione dei ponti. La carica fu poi traslata metaforicamente nella Chiesa cattolica con l’attribuzione al vescovo di Roma.

Il pontifex costituiva la personalità di spicco nella vita religiosa e sociale della città e presiedeva a tutte le cerimonie religiose più importanti. Una di queste era sicuramente l’inaugurazione e la consacrazione agli dei della costruzione di templi, grandi edifici, ma soprattutto dei ponti. Questi ultimi, infatti, necessitavano di riti particolari, perché considerati più importanti di altre architetture e perché, essendo legati all’acqua, acquisivano anche un valore sacro. L'accesso a questa carica inizialmente rimase riservato ai patrizi, fino a quando, nel 254 a.C., la carica fu assunta per la prima volta da un plebeo. L’incarico di pontifex durava a vita e poteva essere interrotto soltanto da una condanna penale o dalla perdita dei diritti civili. Da Augusto in poi, che assunse tale carica nel 12 a.C., il titolo di pontifex maximus venne mantenuto dagli imperatori romani fino a Graziano, nel 382 d.C.

[1] “I pontefici, come diceva il pontefice massimo Q. Scevola, derivano il loro nome da posse (potere) e facere (fare), come fosse potifices (capaci di fare). Io penso che il termine derivi da pons; infatti per la loro cura fu costruito la prima volta, come poi spesso restaurato, il ponte Sublicio, poiché, proprio per questo, di qua e di là del Tevere sacri riti si svolgono con solenne cerimoniale”.

Augusto Pontifex di Via Labicana, Museo Nazionale Romano

Augusto Pontifex, Museo di Corinto

L'imperatore Adriano Pontifex, Roma, Palazzo Nuovo, Musei Capitolini

L'imperatore Massenzio pontifex, Museo archeologico ostiense, © 2015. Photo: Ilya Shurygin

I PONTIFICES più famosi furono...

Giulio Cesare fu eletto pontifex nel 63 a.C. e mantenne la carica sacerdotale fino alla sua morte. Viene ricordato non solo, certo, per le sue conquiste militari e politiche, ma ma anche come costruttore di ponti e passaggi per superare i confini naturali, per motivi strategici o anche semplicemente dimostrativi e propagandistici. Una delle sue imprese più conosciute fu il ponte di legno sul fiume Reno, costruito in soli 10 giorni. Il fiume Reno infatti si presentava allora particolarmente largo e profondo, inoltre la rapidità delle sue acque richiedeva una struttura molto solida.


Il più celebre tra i pontifices romani fu sicuramente Augusto, che assunse tale carica sacerdotale, come ricorda nelle sue Res Gestae, a partire dal 12 a.C. Da allora preferì farsi rappresentare non nelle vesti bellicose di imperator, ma nelle pacifiche vesti di sacerdote, velato capite, come dimostrano le immagini. Il più famoso e venustus dei ponti voluti da Augusto pontifex, vero ponte tra uomini e dèi, fu quello di Rimini, ovvero Ariminum, regina viarum che collegava la via Flaminia, la Emilia e la via Popillia. Le decorazioni esterne del ponte (il lituo, la patera, il simpulum, la corona civica di quercia...) sono simboli del potere politico e insieme religioso di Augusto. Per saperne di più, si può leggere l'articolo di P. L. FOSCHI Il Ponte di Rimini. Simboli e significati, in "ARIMINUM", XXI - N. 2 - Marzo-Aprile 2014.


Il ponte sul Reno di Cesare. Ricostruzione

Il ponte di Augusto a Rimini

In sintesi...