Ponte Milvio

Le fonti

LACTANTIUS, De mortibus persecutorum, 44,1-6 [315 d.C]

3. Dimicatum, et Mazentiani milites praevalebant, donec postea confirmato animo Constantinus et ad utrumque paratus, copias omnes ad urbem proprius admovit et e regione pontis Mulvii consedit. 4.Imminebat dies quo Maxentius imperium ceperat, qui est a.d. sextum Kalendas Novembres, et quinquennalia terminabantur. 5.Commonitus est in quiete Constantinus ut ‘caeleste signum’ Dei notaret in scutis atque ita proelium committeret. Facit ut iussus est et transversa X littera, summo capite circumflexo, Christum in scutis notat. 6.Quo signo armatus exercitus capit ferrum. Procedit hostis obviam sine imperatore pontemque transgreditur, acies pari fronte concurrunt, summa vi utrimque pugnatur: Neque his fuga nota neque illis (VIRG, Aen. X,757).

Fit in urbe seditio et dux increpitatur velut desertor salutis publicae cumque conspiceretur, repente populus – circenses enim natali suo edebat – una voce subclamat Constantinum vinci non posse. Qua voce consternatus proripit se ac vocatis quibusdam senatoribus libros Sibyllinos inspici iubet, in quibus repertum est illo die hostem Romanorum esse periturum. Quo responso in spem victoriae inductus procedit, in aciem venit. Pons a tergo eius scinditur. Eo viso pugna crudescit et manus Dei supererat aciei. Maxentianus proterretur, ipse in fugam versus properat ad pontem, qui interruptus erat, ac moltitudine fugientium pressus in Tiberim deturbatur.

Si combatté e i soldati di Massenzio prevalevano, finché poi Costantino, ripreso coraggio e pronto all’una e all’altra evenienza, trasferì tutte le truppe più vicino alla città e prese posizione nell’area del ponte Milvio. Era vicino il giorno in cui Massenzio aveva preso il potere, che è il 27 di ottobre, e i giochi quinquennali erano al termine. In sogno Costantino fu esortato a tracciare sugli scudi il celeste segno, e di attaccare battaglia. Fa come era stato ordinato e iscrive sugli scudi Cristo, con la lettera X posta di traverso, segnato un accento circonflesso sulla sommità. Armato di tale segno l’esercito prese le armi. Il nemico procede senza l’imperatore e attraversa il ponte, gli eserciti schierati si scontrano con uguale fronte di battaglia, [e] con grande violenza si combatte da entrambe le parti: né agli uni né agli altri essendo nota la fuga. A Roma scoppia una rivolta e l’imperatore viene deriso come traditore della salvezza pubblica.

E improvvisamente, mentre guardava - infatti allestiva giochi Circensi per il suo compleanno - il popolo grida a gran voce: “Costantino non può essere vinto”. Turbato da quel grido si precipita fuori, e convocati alcuni senatori, ordina che si consultino i libri Sibillini, in cui si rilevò che in quel celebre giorno sarebbe morto il nemico dei Romani. Spinto da questo oracolo verso la speranza della vittoria avanza e giunge al campo di battaglia. Fa tagliare il ponte alle sue spalle. A quella vista la battaglia s’inasprisce, e la mano di Dio aveva prevalso sullo schieramento di battaglia. Massenzio si spaventa, egli stesso si volge in fuga verso il ponte, che era stato abbattuto, e schiacciato dalla massa dei fuggitivi, viene gettato giù nel Tevere.

La battaglia di ponte Milvio rappresentata sull'arco di Costantino

Sogno di Costantino e vittoria a Ponte Milvio, manoscritto delle omelie di Gregorio Nazianzeno

Piero della Francesca, La vittoria di Costantino, Arezzo

La nostra analisi

Protagonista di più di un evento storico di fondamentale importanza è il ponte Milvio (o ponte Molle o ponte Mollo). Posto all’inizio della via Flaminia, fu edificato in un punto dove il Tevere penetrava da nord nella città antica di Roma. Fino all'inizio del XX secolo, si trovava in una zona periferica, mentre oggi è invece al centro della città e della vita urbana dei romani.

La prima storia che in ordine cronologico ci racconta Ponte Milvio riguarda la celebrazione della vittoria contro Asdrubale durante le Guerre Puniche. Secondo Livio[1] proprio su quel ponte il popolo romano accorse per apprendere la notizia della vittoria nella battaglia del Metauro e della morte di Asdrubale, nel 207 a.C., durante la seconda guerra punica: ‘gente di ogni età corse incontro ai legati, perché ognuno desiderava essere il primo a inebriarsi di una così grande gioia con gli occhi e con le orecchie’.

Ipsos deinde adpropinquare legatos allatum est. tunc enimvero omnis aetas currere obvii, primus quisque oculis auribusque haurire tantum gaudium cupientes. ad Mulvium usque pontem continens agmen pervenit.

Sul ponte Milvio avvenne poi nel 63 a. C. la cattura degli Allobrogi durante la congiura di Catilina, come raccontato da Sallustio[2]:

His rebus ita actis, constituta nocte qua proficiscerentur Cicero per legatos cuncta edoctus L. Valerio Flacco et C. Pomptino praetoribus imperat, ut in ponte Mulvio per insidias Allobrogum comitatus deprehendant.

Ma forse la storia più significativa avvenuta su tale ponte fu lo scontro tra Massenzio e Costantino risalente al 312 d. C., raccontato da Lattanzio[3]. Il vincitore della battaglia sarebbe salito al potere: secondo lo scrittore cristiano Costantino fece tracciare sugli scudi una X posta di traverso in segno della protezione divina, dopo essere stato esortato in sogno a porre sugli scudi il contrassegno di Dio. Costantino uscì vincitore dalla battaglia e divenne Augusto d’occidente.

Commonitus est in quiete Constantinus ut ‘caeleste signum’ Dei notaret in scutis atque ita proelium committeret. Facit ut iussus est et transversa X littera, summo capite circumflexo, Christum in scutis notat. Quo signo armatus exercitus capit ferrum[4].

n questo caso il ponte, oltre a rappresentare il valore militare e politico di Roma, è diventato testimone di uno dei momenti decisivi della storia romana, che da quel momento vide la diffusione del Cristianesimo.

[1] Livio T., Ab Urbe condita, XXVII, 27/51

[2] Sallustio, De Catilinae coniuratione, 45

[3] Lattanzio, De mortibus persecutorum, 44

[4] “In sogno Costantino fu esortato a tracciare sugli scudi il celeste segno di Dio, e ad attaccare battaglia. Fa come era stato ordinato e traccia sugli scudi Cristo, con la lettera X posta di traverso, segnato un accento circonflesso sulla sommità. Armato di tale segno l’esercito prese le armi”.

E ora? Chi sa davvero cosa fu la battaglia del Ponte Milvio? Il quotidiano "La Stampa" ha intervistato i romani di oggi.