Ponti di guerra, ponti di pace

Ponti di guerra sul Piave

La Grande Guerra da ponte a ponte

9 novembre 1917: il ponte ferroviario di San Donà di Piave distrutto per impedire l'avanzata dell'esercito austr-ungarico

1918: la distruzione del ponte stradale.

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Il ponte stradale di San Donà oggi, by PHOTOINDUSTRY

Il Ponte di Augusto-Tiberio a Rimini salvato dalla distruzione

RIMINI, novembre 1944: il ponte di Augusto-Tiberio sul Marecchia "salvato" da un maresciallo geniere dei paracadutisti della Wehrmacht. Per approfondire CLICCA QUI.

Rimini, Ponte di Augusto-Tiberio, 1944

Il ponte sul Rubicone distrutto nel 1944

SAVIGNANO SUL RUBICONE, 28 - 29 settembre 1944: il ponte di origini romane, più volte rimaneggiato nei secoli, viene distrutto dai tedeschi in ritirata. Intatte solo le spalle e le fondamenta dei piloni. Tra il 1959 e il 1965 venne ricostruito, "dopo aver recuperato dal greto del fiume e dai luoghi circostanti tutti i conci rimasti (l’8O% di quelli originali), averli catalogati accuratamente, numerati e quindi riposizionati secondo le modalità antiche, in base ad una tecnica di restauro detta anastilosi, con la quale si rimettono insieme, elemento per elemento, i pezzi originali di una costruzione andata interamente distrutta" (Cristina Ravara Montebelli - da "Guida alla mostra documentaria Alea Iacta Est. GIulio Cesare a Savignano sul Rubicone").

Archivio Storico Comune di Savignano sul Rubicone: ponte romano durante la ricostruzione post-bellica.

Ponte Pietra a Verona distrutto nel 1945

VERONA, 25 aprile 1945: Ponte Pietra sull'Adige, di origini romane e più volte ricostruito, venne distrutto dall'esercito tedesco in ritirata. L'infrastruttura venne ricostruita mediante un accurato processo di anastilosi, diretto dall'arch. P. Gazzola.

Verona, Ponte Pietra, 1945

Ponte Pietra oggi.

"Il Ponte", copertina della rivista fondata nel 1945 da Pietro Calamandrei

Ponti di pace: "Il Ponte" di P. Calamandrei

Dopo tanti ponti distrutti o minacciati dalla guerra, è necessario ricostruire. Ecco l'articolo programmatico pubblicato sul primo numero della rivista di politica, economia e letteratura "Il Ponte", fondata nel 1945 da Piero Calamandrei (1889-1956), giurista, costituzionalista, antifascista e militante nelle file del Partito d'Azione. Ricostruire un ponte è metafora del passaggio da tirannide a libertà. Ognuno dovrà contribuire facendosi costruttore, operaio per "ricominciare a passare", a pensare al futuro, scavalcando per sempre la voragine del fascismo.

PIERO CALAMANDREI, Il nostro programma

"Il nostro programma è già tutto nel titolo e nell’emblema della copertina: un ponte crollato, e tra i due tronconi delle pile rimaste in piedi una trave lanciata attraverso, per permettere agli uomini che vanno al lavoro di ricominciare a passare. In questo titolo e in questo emblema, non c’è soltanto il proposito di contribuire a ristabilire nel campo dello spirito, al disopra della voragine scavata dal fascismo, quella continuità tra il passato e l’avvenire che porterà l’Italia a riprendere la sua collaborazione al progresso del mondo; non c’è soltanto la ricerca di archi politici che aiutino la libertà individuale a ricongiungersi colla giustizia sociale, l’autonomia delle regioni coll’unità della nazione, la coscienza della patria italiana colla grande patria umana di cui tutti gli uomini sono cittadini." [...] Ma c’è, sopra tutto, il proposito di contribuire a ricostruire l’unità morale dopo un periodo di profonda crisi [...]. Chi si mette in cammino per le devastate campagne toscane incontra ad ogni passaggio di fiume o di torrente squadre di operai che lavorano a ricostruire arcate distrutte: e quel lavoro umano che ricomincia è l’unica nota consolante in quel paesaggio desolato. Anche noi vogliamo lavorare così: e se la nostra opera, per la sua modestia, sarà piuttosto quella di chi lavora a ricostruire l’arco semplice di un ponticello sopra un torrente, piuttosto che quella di chi innalza le arcate maestose di un ponte monumentale su un grande fiume, non per questo ci sarà meno cara la nostra fatica, se servirà a riaprire un varco che permetta il passaggio di qualche uomo verso l’avvenire. Invitiamo gli amici che provano questo stesso angoscioso bisogno di sentirsi operai, anche modesti, del lavoro che ricomincia, a portarci la loro pietra".

Stari Most

Il ponte di Mostar, nell'attuale Bosnia-Erzegovina, fu distrutto nel 1993 nel corso della guerra nella ex-Jugoslavia, e ricostruito nel 2004. Ecco le terribili testimonianze filmate della distruzione:

Ponti romani in zone di guerra: Ain Diwar Bridge

Siria, Ain Diwar Bridge, sul fiume Tigri (Coordinate 37°18'51"N 42°12'56"E). Un ponte fra tre confini tra guerra e pace: Siria, Turchia, Kurdistan.



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