Visitare i carcerati

Art. 27 e Art. 13

Articolo 27. La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte.

Articolo 13. La libertà personale è inviolabile.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art. 111 c. 1, 2] e nei soli casi e modi previsti dalla legge [cfr. art. 25 c. 3].

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.

E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà [cfr. art. 27 c. 3];.

La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.


La colpa e l'espiazione -> la pena per la rieducazione e il reinserimento in società. "Vigilando Redimere"

Qual è lo stato delle pene in Italia e nel mondo?

CarcereIl problema maggiore di un carcerato è che per la società rimarrà sempre tale. Un ladro o un assassino viene identificato a vita con lo sbaglio che ha commesso. Il Servizio Carcere nasce dall'incontro fra diverse persone della Comunità Papa Giovanni XXIII e i detenuti, nelle carceri italiane ed estere. Un incontro con persone che spesso hanno vissuto storie di abbandono, mancanza di opportunità di formazione e crescita culturale, un'adolescenza trascorsa in ambiti familiari e sociali degradati ai margini della legalità, e che poi hanno imboccato la strada ingannevole della delinquenza. L'obiettivo primario è il recupero della persona e il reinserimento in società, combattendo lo stigma che accompagna i detenuti. Il progetto “Oltre le sbarre”, prevede - in accordo con le istituzioni - da un lato il contatto in carcere, con colloqui e attività di animazione di vario genere; dall’altro lo sviluppo e la sperimentazione di nuove modalità di esecuzione della pena, volte alla reale riabilitazione dell’individuo. Nella nostra esperienza abbiamo constatato che solo l’8% di coloro che hanno portato a termine il programma di recupero presso le nostre strutture è tornato a delinquere, a fronte di una media nazionale del 70-75%. La Comunità è vicina ai carcerati in Italia, Tanzania, Brasile, Russia, Romania, Cile, Bolivia, Camerun. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha elaborato un progetto innovativo che si pone come obiettivo prioritario la rieducazione del carcerato. La “Comunità Educante con i Carcerati” (CEC) offre ai recuperandi un percorso educativo in una dimensione familiare e, in fasi successive, con professionalizzazione al lavoro che sia terapia e strumento di reinserimento sociale. Per sviluppare la riflessione sulle tematiche del cambiamento personale e sociale, APG23 ha avviato l’Università del perdono, una vera “scuola di perdono” svolta attraverso seminari specifici tenuti da relatori esperti in varie discipline e con un carattere esperienziale. #VIDEOGALLERY:apg23_carcere# Dati Servizio Carcere (fonte Bilancio Sociale APG23 2014) Accoglienza in Casa Famiglia e in 5 Comunità educanti con i carcerati 290 ex carcerati accolti ogni anno Colloqui personali e progetti in 40 Carceri in italia Attività in carceri minorili