La non-violenza

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La dottrina della guerra giusta

Sant’Agostino e Benedetto XV a confronto

L’esperienza di don Milani

La "Pacem in terris" di Giovanni XXIII

Da Paolo VI a oggi: l’appello alla Pace


Il tema della “guerra giusta” riguarda la dottrina sociale della Chiesa nel suo servizio alla città dell’uomo. Riprendendo l’insegnamento tradizionale di Agostino e Tommaso d’Aquino, e richiamando il Catechismo della Chiesa Cattolica, il Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa ricorda quali fossero «gli elementi tradizionali» di tale dottrina: «che il danno causato dall’aggressore alla nazione sia durevole, grave e certo; che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci; che ci siano fondate condizioni di successo; che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare».

Tuttavia, basterebbe solo pensare a quanto scriveva Giovanni XXIII nella Pacem in Terris per rendersi conto di come il concetto di “guerra giusta” sia non solo superato ma rifiutato: «riesce quasi impossibile pensare che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia», scriveva il Papa Buono, utilizzando un’espressione latina che la traduzione italiana sfuma: pensare alla guerra come soluzione dei conflitti, cioè, «alienum est a ratione», è “fuori dalla ragione”.

Il Concilio condanna «ogni atto di guerra che indiscriminatamente mira alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, delitto contro Dio e contro la stessa umanità»; condanna, questa, che si ripete negli insegnamenti dei Pontefici: dall’«inutile strage» di Benedetto XV, all’«avventura senza ritorno» di San Giovanni Paolo II, al grido di Paolo VI il quale, nel Discorso all’ONU, sottolinea come non alla guerra ma all’opera di Organismi internazionali vada affidata la gestione dei conflitti: «Basta ricordare che il sangue di milioni di uomini e innumerevoli e inaudite sofferenze, inutili stragi e formidabili rovine sanciscono il patto che vi unisce, con un giuramento che deve cambiare la storia futura del mondo: non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’intera umanità».

E Papa Francesco, sul cui Magistero mi soffermo in particolare - che recentemente è arrivato a considerare «inammissibile» anche la «pena di morte» perché «attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona»-, sancisce con una parola definitiva che «nessuna guerra è giusta. L’unica cosa giusta è la pace»!

Dalla Relazione al Convegno: “Sicurezza, legalità, sviluppo: a 100 anni da Vittorio Veneto” Università “A. Moro”, dipartimento Scienze Politiche, Bari 25 ottobre 2018